CARPANETO PIACENTINO (PC) – Castello Scotti
La citazione più antica della
località (in loco ubi dicitur Carpenetus) si trova in un documento dell'anno
816 e riguarda l'acquisto di una foresta fatto dal vescovo piacentino Pedone.
Nel 1090 la borgata fu distrutta
dai popolari piacentini nel corso delle frequenti lotte con i nobili; nel 1216,
durante le guerre fra piacentini e milanesi (alleati del Pontefice) e pavesi e
cremonesi (fautori dell'imperatore), questi ultimi la devastarono per la
seconda volta. Sebbene le prime notizie relative al Castello di Carpaneto
risalgano al 1321, è comunque probabile che esso esistesse già nel XII - XIII
secolo, e precisamente all'epoca in cui la famiglia Malaspina cedette, nel
1180, i propri diritti su Carpaneto alla chiesa di Sant'Antonino di Piacenza.
La storia del fortilizio di Carpaneto è purtroppo caratterizzata da una fitta
serie di rovinose devastazioni, a cominciare proprio da quella del 1321 ad
opera delle truppe viscontee, epoca in cui ne era proprietario Rolando Scotti. Nella
prima metà del secolo successivo, il castello risulta di proprietà dei Del
Cairo, uno dei quali, Antonio, nel 1435, lo vendette a Beatrice Anguissola che
lo acquistò con denaro del figlio Giovanni. Da questa famiglia l'edificio
pervenne ad Alberto Scotti; il fortilizio venne ricostruito completamente sulle
rovine del precedente. Sei anni più tardi (1441), il duca Filippo Maria
Visconti, grato agli Scotti per la loro fedeltà, investì il feudo di Carpaneto
con il titolo di contéa ad Alberto. Avuta conferma legale del possesso, il
nuovo signore, mosso sia da ambiziosi progetti espansionistici verso le zone
limitrofe, sia da previdenti calcoli di ordine difensivo, cinse Carpaneto di
mura e fossati, creando un vero e proprio borgo fortificato che difficilmente
avrebbe potuto essere conquistato. Nel Cinquecento il complesso costituì il
quartier generale del conte Pier Maria Scotti (detto "il Buso"), per
le sue imprese belliche condotte in tutto il territorio piacentino dopo essere
passato dal partito guelfo a quello ghibellino e aver piegato ai propri
interessi una pseudo sollevazione antifrancese. Quando lo Scotti morì (1521),
anche Carpaneto, per la nuova impostazione politica, decadde. I Farnese, in
seguito, creando la contea di Vigoleno, vi compresero pure Carpaneto e Diolo;
nel 1606 il duca Ranuccio I la elevò a marchesato in favore di Cesare Scotti,
la cui famiglia mantenne il possesso del castello fino al 1891, quando lo
alienò al Comune.
A causa delle continue demolizioni,
avvenute in tempi diversi, dell'importante borgo murato oggi non rimane
traccia. Scomparsa è la cinta fortificata costituita da poderose mura a scarpa
in laterizio, interrato l'ampio fossato, distrutte le torri e le porte con
relativi ponti levatoi. Fino al 1930, epoca dell'abbattimento, le uniche
testimonianze dell'antico borgo consistevano in una porta d'ingresso alle mura,
orientata verso Piacenza (sul cui voltone spiccava lo stemma in pietra degli
Scotti da Vigoleno) e nei resti del ponte lavatoio. Del maniero si è
fortunatamente conservata, seppure alterata, una buona parte dell'edificio
quattrocentesco, dove oggi hanno sede gli uffici comunali. Da segnalare
soprattutto l'elegante porticato con colonne di granito e capitelli in arenaria
recanti gli stemmi degli Scotti.
http://it.wikipedia.org/wiki/Carpaneto_Piacentino,
Testo di Luigi Fava su http://www.quicarpaneto.it/A02-Castelli/castelli-carpaneto.htm
Foto: entrambe da http://www.quicarpaneto.it
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