giovedì 18 dicembre 2014

Il castello di venerdì 19 dicembre






MAROSTICA (VI) – Castello Inferiore dei Della Scala

Costituisce un pregevole esempio di architettura militare. La sua costruzione risale agli anni 1312 e successivi, come quella del Castello Superiore (http://castelliere.blogspot.it/2014/12/il-castello-di-lunedi-15-dicembre.html). Detto anche Castello Da Basso, il Castello Inferiore, di pianta rettangolare e tutto merlato, è un tipico castello-recinto costruito a ridosso di un imponente Mastio. Secondo la tradizione, la costruzione del mastio viene attribuita a Cangrande Della Scala. Questa grande e possente torre fece, secondo alcuni autori, parte integrante nella costruzione del Castello Inferiore successivamente e precisamente al periodo delle realizzazioni di Mastino II Della Scala, quindi dopo il 1339, quando il complesso fortificato venne completato con il recinto quadrangolare e la costruzione di altre strutture chiuse, al suo interno. Dopo la guerra della Lega di Cambrai (1509-1510) il podestà trasferì la sua sede dal Castello Superiore, gravemente danneggiato, al Castello Inferiore. Numerosi ed autorevoli testimoni ci raccontano del Castello Da Basso. Lo storico Matteazzi (1708) ricorda la possente e solida architettura militare capace "a tener lungi un esercito" e la residenza del Podestà "così comoda et decorosa, che altri castelli da me molto vedduti, non hanno la compagna certo". E poi l'inglese H. Brown (1884) che ci racconta che "l'intera facciata è dipinta di rosso, ma un rosso di quattro o cinque tinte differenti, che passano dal chermisino al porpora, dove il dipinto e l'intonaco son molto antichi e resistenti alle intemperie". Infine lo Spagnolo (1907) che descrive l'uso e la distribuzione dei locali che all'epoca ospitavano le carceri (nel mastio centrale), il teatro sociale, le scuole elementari e commerciali, la pretura, l'ufficio postale e la gipsoteca Ferrari. Tutto ciò sino al grande restauro del 1934/135 che restituì al Castello l'attuale immagine. Dal 1935 al 1984 fu sede del Municipio di Marostica e di tutti i suoi uffici. Entrando nel cortile, troviamo a sinistra due affreschi secenteschi di S. Cristoforo e di S. Antonio Abate; il loggiato coperto immette il visitatore nella Sala dedicata alle mostre ed alla Civica Biblioteca. Nel mezzo del Cortile vi è il pozzo, coperto da una grata medioevale, inconsueto per le notevoli dimensioni della sua vera in pietra. Recenti indagini hanno appurato una profondità di 27 metri, ma non è stato ancora possibile individuare il passaggio segreto di collegamento (o una via di fuga) con il pozzo della Piazza. La bifora in pietra collocata sulla parete a ponente del loggiato, proviene dal chiostro del Convento di San Sebastiano. Il grande Mastio domina il cortile ed è ancora avvolto, ma ormai in fase calante, da una edera che esperti botanici hanno catalogato tra le più grandi d'Europa. Alzando l'occhio all'angolo sud-ovest del cortile, è visibile il Posto di Guardia: un osservatorio importante per le guarnigioni del Castello. Al primo piano c’è il Loggiato Superiore, sulle cui pareti sono presenti affreschi del XVII sec., con richiami ad episodi mitologici. I due busti sulla parete sud, sono di Angelo Emo e Giovanni Pesaro. Dodici panche lignee, dell'inizio del '700 ed appartenute a nobili famiglie che per diritto di nobiltà potevano sedere in Consiglio, sono distribuite sui lati del loggiato. Sul lato a sud, vicino allo scalone d'accesso, troviamo una pietra tombale della nobile famiglia Tavola, ora scomparsa. Una curiosità: sulla parete ad est si può leggere l'iscrizione "PO-CHI-TE-GE-A-I", è un rebus di Canto Gregoriano che si presta, almeno, a due soluzioni "Solo chi è Re può essere Re" oppure "Solo chi è Re può regnare". Nella sala più importante del Castello (Sala del Consiglio), ancor oggi vi si tengono le sedute del Consiglio Comunale. Venne costruita dal Podestà Marino Nadal (1662-1663) come cappella privata. Le pareti sono interamente affrescate ed un coro ligneo di epoca settecentesca, recuperato da una Chiesa in demolizione, attornia tre lati della Sala. Vi è poi la Saletta delle Armi, con un interessante il fregio che perimetra il soffitto a motivi di scacchiera in bianco e nero: un ricordo perenne della famosa tradizione di Marostica. Nella Sala d'onore, ambiente di rappresentanza del Castello - un tempo sede dei Podestà della Serenissima Repubblica di Venezia - sono conservati il Gonfalone ufficiale della Città di Marostica, con il leone rampante sulla rocca, ed un affresco del XVI secolo. La vicenda della Partita a Scacchi risale al 1454 quando Marostica era fedelissima alla Repubblica Veneta. Avvenne che due nobili guerrieri, Rinaldo d'Angarano e Vieri da Valtonura, si innamorarono della stessa fanciulla, la bella Lionora, figlia di Taddeo Parisio, castellano di Marostica. Pertanto, com'era costume di quei tempi, i due si sfidarono a duello per conquistare il diritto di sposare Lionora. Ma il castellano, che non voleva inimicarsi i due calorosissimi guerrieri e perderli in duello, proibì l'incontro rifacendosi ad un editto di Cangrande della Scala e decidendo, invece, di disporre una partita al nobile gioco degli scacchi con la quale avrebbe dato in sposa Lionora al vincitore, riservando allo sconfitto la mano della figlia minore Oldrada. L'incontro si sarebbe svolto in un giorno di festa nella Piazza del Castello da Basso o Inferiore, con personaggi armati delle nobili insegne dei Bianchi e dei Neri con le antichissime regole e la cerimonia che la nobile arte comandava, in presenza del Castellano, della sua figlia, dei Signori Angarano e di Vallonara, dei nobili e del popolo. Decise anche che la sfida fosse ornata da una sfilata di uomini d'arme, di fanti, di cavalieri, con fuochi e luminarie, danze e suoni. Ecco dunque scendere in campo gli armati: erano arcieri e alabardieri, fanti schiavoni e cavalieri, il castellano e la sua nobile corte con Lionora trepidante perché segretamente innamorata di uno dei contendenti, la fedele nutrice, dame e gentiluomini, l'araldo, il capitano d'armi, falconieri, paggi e damigelle, vessilliferi, musici, massere e borghigiani e poi ancora i Bianchi e i Neri con Re, Regine, torri e cavalieri, alfieri e pedoni, e i due contendenti che ordinavano le mosse; tripudio infine per la vittoria, fuochi e luminari secondo l'ordine del castellano. Madonna Lionora aveva segretamente fatto sapere al contado che il castello da Basso sarebbe stato illuminato di candida luce se avesse vinto il cavaliere di cui era innamorata, affinché tutti potessero partecipare alla sua gioia. E' così ancor oggi tutto si ripete come la prima volta, in una cornice di costumi fastosi, di parate. I comandi alle milizie vengono tuttora impartiti nella stessa lingua della "Serenissima Repubblica di Venezia". La Partita a Scacchi a personaggi viventi viene giocata a Marostica sulla Piazza, che costituisce una gigantesca scacchiera, il secondo venerdì, sabato e domenica di settembre degli anni pari. Per approfondire, consiglio la visita del seguente link, con molte altre informazioni sul maniero: http://www.bassanodelgrappaedintorni.it/index.php?option=com_content&view=article&id=389:marostica-citta-murata-il-castello-inferiore-il-gioiello-di-marostica&catid=129:marostica&Itemid=239


Foto: una cartolina della mia collezione e di Luca Trattenero su http://www.nonsoloelicotteri.com/aereeveneto.htm

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