MAROSTICA (VI) – Castello Inferiore dei Della Scala
Costituisce un pregevole esempio di architettura militare. La
sua costruzione risale agli anni 1312 e successivi,
come quella del Castello Superiore (http://castelliere.blogspot.it/2014/12/il-castello-di-lunedi-15-dicembre.html).
Detto anche Castello Da Basso, il Castello Inferiore, di pianta
rettangolare e tutto merlato, è un tipico castello-recinto costruito a ridosso
di un imponente Mastio. Secondo la tradizione, la costruzione del mastio viene
attribuita a Cangrande Della Scala. Questa grande e possente torre fece,
secondo alcuni autori, parte integrante nella costruzione del Castello
Inferiore successivamente e precisamente al periodo delle realizzazioni
di Mastino II Della Scala, quindi dopo il 1339, quando il complesso
fortificato venne completato con il recinto quadrangolare e la costruzione di
altre strutture chiuse, al suo interno. Dopo la guerra della Lega di Cambrai
(1509-1510) il podestà trasferì la sua sede dal Castello Superiore, gravemente
danneggiato, al Castello Inferiore. Numerosi ed
autorevoli testimoni ci raccontano del Castello Da Basso. Lo storico Matteazzi
(1708) ricorda la possente e solida architettura militare capace "a tener
lungi un esercito" e la residenza del Podestà "così comoda et
decorosa, che altri castelli da me molto vedduti, non hanno la compagna
certo". E poi l'inglese H. Brown (1884) che ci racconta che "l'intera
facciata è dipinta di rosso, ma un rosso di quattro o cinque tinte differenti,
che passano dal chermisino al porpora, dove il dipinto e l'intonaco son molto
antichi e resistenti alle intemperie". Infine lo Spagnolo (1907) che
descrive l'uso e la distribuzione dei locali che all'epoca ospitavano le
carceri (nel mastio centrale), il teatro sociale, le scuole elementari e
commerciali, la pretura, l'ufficio postale e la gipsoteca Ferrari. Tutto ciò
sino al grande restauro del 1934/135 che restituì al Castello l'attuale
immagine. Dal 1935 al 1984 fu sede del Municipio di Marostica e di tutti i suoi
uffici. Entrando nel cortile, troviamo a sinistra due affreschi secenteschi di
S. Cristoforo e di S. Antonio Abate; il loggiato coperto immette il visitatore
nella Sala dedicata alle mostre ed alla Civica Biblioteca. Nel mezzo del
Cortile vi è il pozzo, coperto da una grata medioevale, inconsueto per le
notevoli dimensioni della sua vera in pietra. Recenti indagini hanno appurato
una profondità di 27 metri, ma non è stato ancora possibile individuare il
passaggio segreto di collegamento (o una via di fuga) con il pozzo della
Piazza. La bifora in pietra collocata sulla parete a ponente del loggiato,
proviene dal chiostro del Convento di San Sebastiano. Il grande Mastio domina
il cortile ed è ancora avvolto, ma ormai in fase calante, da una edera che
esperti botanici hanno catalogato tra le più grandi d'Europa. Alzando l'occhio
all'angolo sud-ovest del cortile, è visibile il Posto di Guardia: un
osservatorio importante per le guarnigioni del Castello. Al primo piano c’è il
Loggiato Superiore, sulle cui pareti sono presenti affreschi del XVII sec., con
richiami ad episodi mitologici. I due busti sulla parete sud, sono di Angelo
Emo e Giovanni Pesaro. Dodici panche lignee, dell'inizio del '700 ed
appartenute a nobili famiglie che per diritto di nobiltà potevano sedere in
Consiglio, sono distribuite sui lati del loggiato. Sul lato a sud, vicino allo
scalone d'accesso, troviamo una pietra tombale della nobile famiglia Tavola,
ora scomparsa. Una curiosità: sulla parete ad est si può leggere l'iscrizione
"PO-CHI-TE-GE-A-I", è un rebus di Canto Gregoriano che si presta,
almeno, a due soluzioni "Solo chi è Re può essere Re" oppure
"Solo chi è Re può regnare". Nella sala più importante del Castello
(Sala del Consiglio), ancor oggi vi si tengono le sedute del Consiglio
Comunale. Venne costruita dal Podestà Marino Nadal (1662-1663) come cappella
privata. Le pareti sono interamente affrescate ed un coro ligneo di epoca
settecentesca, recuperato da una Chiesa in demolizione, attornia tre lati della
Sala. Vi è poi la Saletta delle Armi, con un interessante il fregio che
perimetra il soffitto a motivi di scacchiera in bianco e nero: un ricordo
perenne della famosa tradizione di Marostica. Nella Sala d'onore, ambiente di
rappresentanza del Castello - un tempo sede dei Podestà della Serenissima
Repubblica di Venezia - sono conservati il Gonfalone ufficiale della Città di
Marostica, con il leone rampante sulla rocca, ed un affresco del XVI secolo. La vicenda della Partita a Scacchi risale al 1454 quando Marostica era
fedelissima alla Repubblica Veneta. Avvenne che due nobili guerrieri, Rinaldo
d'Angarano e Vieri da Valtonura, si innamorarono della stessa fanciulla, la
bella Lionora, figlia di Taddeo Parisio, castellano di Marostica. Pertanto,
com'era costume di quei tempi, i due si sfidarono a duello per conquistare il
diritto di sposare Lionora. Ma il castellano, che non voleva inimicarsi i due
calorosissimi guerrieri e perderli in duello, proibì l'incontro rifacendosi ad
un editto di Cangrande della Scala e decidendo, invece, di disporre una partita
al nobile gioco degli scacchi con la quale avrebbe dato in sposa Lionora al
vincitore, riservando allo sconfitto la mano della figlia minore Oldrada. L'incontro
si sarebbe svolto in un giorno di festa nella Piazza del Castello da Basso o
Inferiore, con personaggi armati delle nobili insegne dei Bianchi e dei Neri
con le antichissime regole e la cerimonia che la nobile arte comandava, in
presenza del Castellano, della sua figlia, dei Signori Angarano e di Vallonara,
dei nobili e del popolo. Decise anche che la sfida fosse ornata da una sfilata
di uomini d'arme, di fanti, di cavalieri, con fuochi e luminarie, danze e
suoni. Ecco dunque scendere in campo gli armati: erano arcieri e alabardieri,
fanti schiavoni e cavalieri, il castellano e la sua nobile corte con Lionora
trepidante perché segretamente innamorata di uno dei contendenti, la fedele
nutrice, dame e gentiluomini, l'araldo, il capitano d'armi, falconieri, paggi e
damigelle, vessilliferi, musici, massere e borghigiani e poi ancora i Bianchi e
i Neri con Re, Regine, torri e cavalieri, alfieri e pedoni, e i due contendenti
che ordinavano le mosse; tripudio infine per la vittoria, fuochi e luminari
secondo l'ordine del castellano. Madonna Lionora aveva segretamente fatto
sapere al contado che il castello da Basso sarebbe stato illuminato di candida
luce se avesse vinto il cavaliere di cui era innamorata, affinché tutti
potessero partecipare alla sua gioia. E' così ancor oggi tutto si ripete come
la prima volta, in una cornice di costumi fastosi, di parate. I comandi alle
milizie vengono tuttora impartiti nella stessa lingua della "Serenissima
Repubblica di Venezia". La Partita a Scacchi a personaggi viventi viene
giocata a Marostica sulla Piazza, che costituisce una gigantesca scacchiera, il
secondo venerdì, sabato e domenica di settembre degli anni pari. Per
approfondire, consiglio la visita del seguente link, con molte altre
informazioni sul maniero: http://www.bassanodelgrappaedintorni.it/index.php?option=com_content&view=article&id=389:marostica-citta-murata-il-castello-inferiore-il-gioiello-di-marostica&catid=129:marostica&Itemid=239
Fonti: http://www.icastelli.it/castle-1238683925-castello_inferiore_di_marostica-it.php,
http://www.vicenzanews.it/a_306_IT_1026_2.html,
http://www.vitourism.it/a_123_IT_452_1.html
Foto: una cartolina della mia collezione e di Luca
Trattenero su http://www.nonsoloelicotteri.com/aereeveneto.htm
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