NOLA (NA) - Palazzo Orsini
Nella
lotta di dominio territoriale tra i Longobardi ed il Ducato di Napoli, nell'850
la città era incamerata nei territori del Ducato di Benevento, e
successivamente, con il patto di Arechi, il territorio nolano fu inserito nel
demanio comune tra i due contendenti. Verso il 950 Nola venne incorporata,
esclusivamante, nel demanio del Ducato di Napoli con la signoria del Duca Sergio
I. Subì ancora distruzioni da parte deri Saraceni, Longobardi ed Ungari. Nel
1139, caduto il Ducato di Napoli nelle mani di Ruggero II, fu annessa al Regno
Normanno. Nel 1256 Manfredi espugnò Nola perchè aveva parteggiato per il
Pontefice Vincenzo V e l'assogettò al Reame di Sicilia. Dopo la battaglia di
Tagliacozzo Carlo I D'Angiò in segno di gratitudine per i servigi resi, nominò
il suo capitano Guido di Monfort Conte di Nola, assegnandogli anche le terre di
Atripalda, Forino e Monteforte. Questi sposò Margherita Orsini dei Conti
dell'Anguillara ed alla sua morte, non avendo eredi, la Contea passò al genero
Romano Orsini dando così inizio alla Signoria di questa casata che si estinse nel
1533 con la morte di Enrico. Gli Orsini, proseguendo l'opera di riqualificazione
della Città iniziata da Guido Monfort, primo conte di Nola, a partire dalla
metà del XIV secolo diedero inizio ed incoraggiarono un ampio programma di ristrutturazione
urbanistica che, contribuendo alla rinascita storico culturale, riportò Nola al
suo antico prestigio, arricchendola di numerosi monumenti quali monasteri,
chiese e palazzi provvedendo, altresì, a difenderla con una poderosa cinta
muraria già vanto della città in epoca romana. Con il tramonto della signoria
delgi Orsini e a seguito dell'ascesa al trono di Carlo V Nola fu assoggettata
al dominio spagnolo. Il secolo XVI vide la nascita a Nola di Pomponio Algiero (
1531) e Giordano Bruno (1548). Il primo come eretico venne condannato dal
Tribunale del Santo Uffizio e, consegnato al "Braccio Secolare", fu
giustiziato a Roma in Piazza Navona il 18 Agosto dell'anno 1556. Il secondo,
monaco domenicano, insigne filosofo, subì la stessa sorte ed il 17 febbraio
1600, dopo la condanna del Santo Uffizio, venne bruciato vivo in Campo De' Fiori
a Roma. Iniziata la dominazione spagnola, la Città fu inclusa nel Demanio
Imperiale con il titolo di città Regia ed il Vicerè Don Pedro di Toledo oltre
ad opere di edilizia, da vero mecenate, favorì l'opera degli Artisti e tra
questi quella del nolano Giovanni Merliano che compì molte opere di scultura ed
architettura. Poche sono le notizie storiche sulla città tra il XVII ed il XVIII
secolo. Nel 1810 Nola diventò centro di Distretto del regno nella Provincia di
Terra del Lavoro. Nel 1820, nella notte tra l'1 e il 2 luglio, scoppiarono a
Nola i primi moti carbonari, capeggiati dall'Abate Luigi Minichini con i sottotenenti
del Reggio Esercito Borbonico Morelli e Silvati, dando così origine al
Risorgimento Italiano. Uno dei più significativi monumenti cittadini del
Medioevo è la Reggia Orsini, un palazzo-fortezza situato vicino ad una porta
nolana e che affaccia sulla piazza intitolata a Giordano Bruno. Fu fatto
edificare nel 1460-70 dal conte Orso Orsini (come si può dedurre da
un'incisione sotto la nicchia che sormonta il portale principale) ma
inizialmente era povero e semplice; lo stesso conte anni dopo lo fece ampliare,
estendendo la parte occidentale ed orientale per circa cinquanta metri e
reperendo il materiale per tale progetto da templi ed anfiteatri di Nola
antica. Nato come residenza della nobile famiglia, nel 1559, per volere della
Contessa Maria Sanseverino, venne donato alla Compagnia di Gesù. A seguito della cacciata dei Gesuiti dal Regno di Napoli, avvenuta nel 1767 il
palazzo fu destinato ad uso militare quale quartiere Generale di Cavalleria.
Nel 1860 vi fu allocato il Distretto Militare, soppresso qualche decennio fa.
Dal 1994 è sede del Tribunale di Nola, della Procura della Repubblica presso lo
stesso, nonché del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Nola. Il Palazzo dei
Conti Orsini, con l'adiacente cinquecentesca Chiesa del Gesù, forma la quinta
urbana sud di Piazza Giordano Bruno. L'edificio è in stile rinascimentale. La
facciata principale, originariamente in tufo, venne in seguito rivestita di
lastre di marmo (secondo il medico Nolano Ambrogio Leone nel libro "De
Nola Patria", Venezia 1514, i marmi sarebbero stati asportati dall'antico anfiteatro
marmoreo di Nola). Il palazzo si presenta con una facciata semplice e
razionale, fatta eccezione per lo stupendo portale d'accesso, finemente
scolpito. L'edificio presenta tre piani, di cui il centrale "nobile"
con funzione residenziale per la nobile Casata; il piano terra destinato a
scuderie e servizi, ed il piano più alto alla servitù. Al di sotto dell'unica
cornice marcapiano è incisa a caratteri capitali una lunga iscrizione in latino
che conferma non solo l'epoca della costruzione, ma anche il nome del committente.
Altri elementi degni di nota all'interno dell'edificio risultano l'archivoltato
androne d'accesso, l'ampia corte, la scala con il bel portalino e le pregevoli
volte a crociera, con gradini di piperno. Vi sono, poi, tre file di finestre ed
un bellissimo portale di ingresso. La pianta del palazzo è quadrata ed
all'interno si possono ammirare un ampio cortile ed un signorile giardino,
oltre ad alcuni antichi ritrovamenti. La Reggia, che si può visitare solo
previa autorizzazione della Presidenza del Tribunale fu oggetto, nel 1943, di
un grande scempio organizzato da militari tedeschi in ritirata, ma le sue forti
pietre riuscirono a mantenere la struttura intatta (poi resa staticamente
sicura da ripetuti interventi della Sovrintendenza di Napoli). Altri link
utili: http://www.nobili-napoletani.it/Orsini.htm (la parte dedicata a Orso
Orsini...), http://www.giugnonolano.com/index.php/fondazione/19-festa/paranze/107-leone#orsini,
http://www.mondimedievali.net/Castelli/Campania/napoli/provincia000.htm#nolapal
Fonti: http://www.comune.nola.na.it/images/stories/Cenni_storici.pdf,
https://it.wikipedia.org/wiki/Nola, http://www.tribunale.nola.giustizia.it/palazzo.aspx
Foto: la prima è presa da http://www.laprovinciaonline.info/wp-content/uploads/2014/04/tribunale-di-nola.jpg,
la seconda è presa da https://www.ilgiornalelocale.it/wp-content/uploads/2013/11/tribunaleNola2.jpg
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