TRENTO - Castello del Buonconsiglio
E' stato edificato con funzioni difensive sopra un rilievo roccioso, originariamente sede di un castrum romano. La sua attuale struttura è il risultato di una plurisecolare aggregazione edilizia: sono infatti ben distinguibili diverse sezioni e strutture, risalenti a secoli diversi. Il Castello del Buonconsiglio, che rappresenta uno dei più grandi complessi fortificati delle Alpi, si divide sostanzialmente in tre parti: Castello Vecchio, Magno Palazzo e Giunta Albertiana. Il nucleo originario – detto Castello Vecchio – comprendente l'ampio torrione circolare (chiamato Torre d'Augusto), fu fatto realizzare dal podestà Sodegerio di Tito, sull’altura chiamata “Malconsey”: i lavori iniziarono nel 1239 e il vescovo Egnone di Appiano, abbandonata la sede vescovile presso il Duomo, ne entrò in possesso nel 1255. Da allora, e fino ai primi dell’Ottocento, il Castello – ribattezzato “Bonconsey” – fu sede dei principi-vescovi e massimo centro di potere a Trento. Tra la fine del Trecento e l'inizio del Quattrocento, la struttura venne profondamente modificata dai principi vescovi Giorgio di Liechtenstein e Giovanni IV Hinderbach. Il primo collegò al Castelvecchio la Torre Aquila, che fece affrescare con il Ciclo dei Mesi, uno straordinario esempio di Gotico Internazionale. Giovanni IV Hiderbach fece costruire la grande merlatura e il loggiato di gusto gotico-veneziano. Ma il merito di avviare vigorosamente la grande opera di trasformazione della fortificazione e di condurla a termine spetta al Card. Bernardo Clesio (1514-1439). Ne uscì un complesso grandioso, una reggia fra le più splendide del tempo, in cui trovarono degna ospitalità imperatori e re, papi e cardinali. In particolare, accanto al nucleo originario, il vescovo Clesio fece erigere il Magno Palazzo, sontuosa sede di intensa attività politica. In età barocca, il vescovo Francesco Alberto Poia costruì la Giunta Albertiana, struttura che permette la comunicazione diretta fra la sezione medievale e il Magno Palazzo. Nel 1796 la città venne invasa dalle truppe napoleoniche e l'ultimo principe vescovo, Pietro Vigilio Thun, lasciò il castello e si rifugiò nella fortezza di famiglia in Val di Non. Con la secolarizzazione del Principato Vescovile di Trento e la sua annessione alla Contea del Tirolo, il Buonconsiglio si ridusse da sede di rappresentanza a caserma militare austriaca. Quest'uso improprio fu una delle cause che portò alla perdita di buona parte del ricco patrimonio di pitture e affreschi che nei secoli precedenti erano stati realizzati in molti ambienti del Castello da parte di celebri artisti fra cui il Romanino, i due Palma (il giovine ed il vecchio), il Fogolino, ii ferraresi Dossi, il Farinato e Giulio Romano. Durante la prima guerra mondiale, la Sala del Tribunale (la cinquecentesca Stua della Famea) fu sede del processo (1916) agli irredentisti Cesare Battisti, Fabio Filzi e Damiano Chiesa. Dopo la sentenza, che sanciva la condanna a morte per alto tradimento, i tre irredentisti vennero condotti nelle celle ricavate nel loggiato. La sentenza venne eseguita nel prato tra il castello e le mura poste ad est (la Fossa dei Martiri): il 19 maggio 1916 venne fucilato il sottotenente roveretano Damiano Chiesa, volontario nell’esercito italiano; il tenente Battisti e il sottotenente Filzi vennero impiccati il 12 luglio successivo.
Nel 1918 lo Stato italiano divenne proprietario del Castello, che passò alla Provincia autonoma di Trento nel 1974. Il castello è maniero d'Onore dell'Ordine di Vittorio Veneto figurando in alto a sinistra nel diploma di Cavaliere.
Attualmente ospita il Museo monumenti e Collezioni Provinciali, che si sviluppa nelle sezioni di Archeologia, Arte Antica, Medievale e Moderna. Comprende anche il Museo Storico in Trento e gli Uffici di Tutela Archeologica.
Per approfondire si può visitare il link www.buonconsiglio.it