AYMAVILLES (AO) – Castello Challant
Situato su una collinetta morenica che degrada verso
la Dora Baltea, in un'ottima posizione di avvistamento per controllare il
passaggio nella valle centrale (vie delle Gallie che collegava Mediolanum a
Lione) e verso la val di Cogne (per l'estrazione di marmo), l'edificio ha una
pianta quadrangolare, ma al posto degli angoli vi sono quattro torri
cilindriche dotate di caditoia. Le prime tracce dell'edificio risalgono al 1287
quando era una casaforte simile al Castello di Ecours a La Salle o al Castello
di La Mothe a Arvier, con un muro di cinta per difesa della popolazione in caso
di pericolo, sul modello dei castelli di Cly e di Graines. Della torre
duecentesca esistono ancora oggi le grosse murature d'ambito, caratterizzate
dall'essere fortemente scarpate, ed un muro di spina che la divide, per tutta
l'altezza, in due ambienti. è
ipotesi generalmente accettata che la torre fosse conclusa da torricelle
sospese agli angoli e da una merlatura corrente. Internamente la torre, coperta
da un tetto in legno poggiante sulla merlatura, era divisa in sei livelli dei
quali quello interrato, che ospitava la cappella, la cucina e le cantine, era
coperto da volte in pietra tuttora esistenti, mentre i restanti erano separati
tramite solai lignei. Nel 1354, i conti di Savoia affidarono il castello a un
ramo della famiglia Challant, denominata in seguito Challant-Aymavilles. Venne
aggiunto un piano e allargato verso ovest il donjon. Nel 1357 Aimone di Challant
diede il via ad opere di rinforzo difensivo della struttura, probabilmente
ritenuta troppo vulnerabile soprattutto per via dell'andamento pianeggiante del
terreno circostante, e ordinò la costruzione di un secondo muro di cinta, di un
fossato e di un ponte levatoio. All'inizio del Quattrocento, per volere di Amedeo
di Challant, furono aggiunte le quattro torri dotate di beccatelli (due a
motivi guelfi le restanti a motivi ghibellini), leggermente diseguali nelle
dimensioni (sia nel diametro sia nell’altezza), caratterizzate dall’ampio
spessore della muratura e collegate tra loro da un sistema di gallerie e logge,
oltre che a delle torrette di difesa sulle mura di cinta. Le pietre utilizzate
furono il tufo e il travertino. Almeno due delle torri in origine contenevano
delle scale in pietra di cui effettivamente rimane qualche traccia. Nel
contempo nella torre quadrangolare le finestre vennero incorniciate in pietra e
dotate di sedili, sempre in pietra, analogamente a quanto avvenne nel castello
di Fénis edificato dallo stesso Aimone di Challant. Accanto alla struttura
sorge ancora oggi un piccolo edificio con tetto tradizionale in pietra che un
tempo ospitava le stalle. Nel 1450 Giacomo
Francesco II conte di Challant integrò al complesso un fabbricato
semicircolare di fronte alla torre di sud est che doveva servire come dimora
signorile, ma a parte questo intervento il castello non subì alcuna modifica
strutturale per un periodo di circa tre secoli e mezzo. Nel 1728, per volere
del barone Giuseppe Felice di Challant (Joseph-Félix de Challant), le
fortificazioni esterne furono demolite, così come il corpo semicircolare eretto
nel 1450 da Giacomo Francesco II, e il terreno fu sistemato a terrazze e
giardini. Il castello, che da quel momento restò praticamente immutato fino ad
oggi, diventò un maniero con un parco, uno scalone monumentale e una grande
fontana. Per volontà di Joseph-Félix de Challant vennero realizzare anche le
logge barocche tra le torri, nascondendo così alla vista il primitivo donjon
quadrangolare. L'accesso al castello, sulla faccia esposta a sud est, è
segnalato da una doppia scala che conduce ad un loggiato, con funzione di
portico, sormontato da un balcone. Queste ultime trasformazioni fecero sembrare
l'edificio di stile rococò. Il 18 ottobre 1804 si spense nel castello di Aymavilles
Maurice-Philippe de Challant-Châtillon, l'ultimo discendente maschio della famiglia
Challant. A seguito di questo evento il castello cominciò a essere venduto a
privati: il primo fu il conte Clemente Asinai Verasis di Castiglione, nel 1870,
a cui seguì nel 1882 il senatore Giovanni Bombrini. In questo periodo vennero
ritrovate nelle soffitte del castello due tavole rappresentanti la Madonna e l'Arcangelo
Gabriele. Nel 1970 fu acquistato dallo Stato e ora appartiene
all'amministrazione regionale. Quest'ultima ha cominciato sin dal 2004 la
progettazione della serie di lavori di restauro mirati alla riapertura del sito
al pubblico, che si credeva potesse avvenire nel 2014. Invece, a maggio 2013 è
stato annunciato l'inizio dei lavori di restauro, mentre l'apertura è stata
prevista per il 2017. Si ipotizza la destinazione delle strutture collaterali
(cascina, scuderie) a funzioni inerenti l'ambito della vitivinicoltura, essendo
il Comune di Aymavilles aderente al circuito delle Città del vino e
posto sulla Route des vins. Nel 2009 si è registrata la straordinaria
affluenza di pubblico in occasione del cantiere evento e dei concerti
organizzati al castello di Aymavilles dal 1° al 5 agosto, nell’ambito
dell’iniziativa culturale Châteaux Ouverts, che hanno visto la
presenza di oltre 4000 visitatori, registrando il tutto esaurito.
Sul web vi è un video, dedicato ad alcuni castelli
valdostani, in cui all’inizio compare quello di Aymavilles: http://www.youtube.com/watch?v=xBGw2DVS8uk
Altro video consigliato è quello presente, più o meno in
fondo allo schermo, nella seguente pagina: http://www.aymavilles.vda.it/it/index.cfm/castello.html