Torremaggiore (FG) - Castello Ducale De Sangro
E' un imponente struttura, oggi dotata di sei torri, quattro circolari e due quadrate, ampliata a più riprese nel corso dei secoli intorno a un'originaria torre normanna (caratterizzata da una meridiana sul lato che si affaccia sul cortile. L’epoca della sua costruzione non è riscontrabile in nessuna documentazione antica, né gli studiosi e gli storici locali si sono espressi al riguardo, tuttavia i restauri effettuati qualche decennio addietro, e quelli terminati da qualche anno, hanno convinto gli addetti della Soprintendenza ai Monumenti per la Puglia che il castello risalga all’epoca normanna, costituito inizialmente da una sola torre di avvistamento abbastanza imponente, e un recinto murario, tipico di altre fortificazioni presenti in Capitanata, con funzioni classiche di avvistamento e di controllo del territorio. La dominazione sveva non apportò modifiche al castello; per un fatto strategico-militare non si ritenne utile ampliare e utilizzare la fortezza, tanto da non aver traccia documentale e architettonica sulla stessa. L’imperatore preferì la costruzione di nuove residenze di caccia, secondo canoni moderni, ridisegnando la rete castellare, a difesa sia delle coste, che dell’entroterra. La morte di Federico II, e le successive rappresaglie delle truppe di papa Alessandro IV (1254-1261) nei confronti delle città fedeli allo Svevo, quali Dragonara e Fiorentino, portarono gli abitanti supersititi di queste località a rifugiarsi in terra abbaziale. Nel primo periodo angioino, il territorio di Torre Maggiore, annesso a quello del monasterium S. Petri, passò in sequenza ai Templari (1295), all’Ordine dei Cavalieri dell’Ospedale di Malta, alla regina Sancia di Maiorca (1312), a Giovanna di Altamura (1337), al conte di Vico Pietro Pipino (1339?), a Filippo principe di Taranto (1343), ai Gianvilla conti di Sant’Angelo fedelissimi di Luigi d’Angiò. Proprio questi ultimi feudatari fecero ristrutturare, ampliare e potenziare il castello di Torremaggiore, come provato da alcuni elementi venuti fuori dalle campagne di restauro, quali delle merlature poste quasi a metà delle torri di nord-est e la presenza di feritoie basse, ma soprattutto appartiene loro lo stemma lapideo posto sulla torre di nord-est, rimaneggiato dai successivi feudatari. I Gianvilla persero il feudo a favore di Niccolò De Sangro (1383), i De Sangro vennero privati a loro volta del feudo in seguito alle lotte tra Ladislao di Durazzo e Luigi II d’Angiò, e successivamente nella prima metà del XV fu feudatario di Torremaggiore Francesco Sforza, duca di Milano; con la fine degli Angioini e la conquista del regno di Napoli da parte di Alfonso d’Aragona il feudo ed altri territori, tra cui Fiorentino, vennero assegnati a Paolo de Sangro che fece iniziare i lavori di riconversione e ampliamento del castello di Torremaggiore, affidandogli la doppia funzione, difensiva e residenziale; i lavori residenziali interessarono l’ala sud del castello, come è testimoniato da una bifora gotica di epoca aragonese, venuta alla luce nei restauri già citati. Nel 1497 il feudo di Torremaggiore fu concesso a Consalvo Fernandez de Cordova, poiché Carlo de Sangro (figlio di Paolo) venne privato per fellonia nei confronti di re Ferrandino. Nel 1508 il feudo ritornò ai de Sangro in seguito alla vittoria dei Francesi sugli Aragonesi, e venne intestato a Paolo, figlio di Giovanfrancesco, sposo di donna Violanta de Sangro, la Duchessa, benemerita donna di casa de Sangro, che volle la costruzione di un nuovo edificio, di fronte al castello, dapprima adibito a taverna, e successivamente a teatro. I de Sangro continuarono ad effettuare lavori sul castello, facendo sopraelevare tutta l’ala nord, edificando la Sala del Trono ducale, e collegando il castello al Teatro con una passerella sopraelevata, poggiante sull’arco che chiudeva l’abitato a nord, con relativo ingresso riservato. Il maniero assunse però l’aspetto odierno con Paolo de Sangro titolare del feudo dal 1588, che concluse l’opera di modifica architettonica della struttura, e fece realizzare nei sotterranei delle cisterne, collegate a gallerie in muratura dove convogliavano le acque sorgive, di cui il sottosuolo circostante il castello era ricco. Nel pomeriggio del 30 luglio 1627, un violento terremoto rase al suolo Torremaggiore ma il castello resistette bene, non subendo oltre alla torre centrale altri rimaneggiamenti. Nei secoli venne eliminato il ponte levatoio, sostituito con quello fisso lastricato in pietra. La disastrosa situazione economica successiva dei de Sangro portò allo smantellamento del Teatro Ducale, spogliato delle scene e i cui portici sottostanti vennero murati ed adibiti ad abitazioni; inoltre l’arco denominato Porta del Principe nel 1834 venne incautamente e frettolosamente abbattuto, perché pericolante. Il castello ducale dopo la morte dell’ultimo feudatario visse una fase di degrado e di lento abbandono, conseguenza della frantumazione della proprietà dello stesso. L’ultimo Sansevero Michele de Sangro, dopo una parentesi trascorsa a Parigi, tra il 1870 e 1871 vi si trasferì definitivamente, ricavando la sua “parte” abitativa nella parte sud dell’area castrale, di due piani, che si affaccia su un ricco giardino, fuori dal vecchio muro di cinta del castello; anche il fossato, sempre nella parte sud, venne interessato da lavori di adeguamento, in quanto venne impiantato un frantoio, ricavato chiudendo gli ambienti sotto la loggia. Sono le ultime modifiche strutturali che hanno interessato il castello di Torremaggiore, che dopo la morte dell’ ultimo De Sangro, per effetto del legato Croghan (compagna ed erede De Sangro) è per un terzo di proprietà del comune di Torremaggiore. Dichiarato Monumento Nazionale nel 1902, è stato acquisito interamente a patrimonio comunale nel 1934. Per approfondire consiglio di visitare il seguente link: http://www.comune.torremaggiore.fg.it/castelloducale