MONDRAGONE (CE) - Rocca Montis Dragonis
E' una rocca medievale costruita sul Monte Petrino e che si affaccia sulla città di Mondragone. Sulla sua sommità vi si recarono una parte dei superstiti della colonia di Sinuessa dove edificarono i primi insediamenti. All'inizio dell'XI secolo fecero la loro apparizione i Normanni che occuparono l'antico villaggio romano Petrinum e ampliarono la fortificazione della Rocca, che fu importante postazione militare sia sotto gli Svevi che con gli Angioini. In seguito subirà modifiche dagli Aragonesi. Il territorio passò nelle mani di vari signorotti locali, dai Marzano, Duchi di Sessa, ad Antonio Carafa di Stigliano, consigliere del Re Ferrante, e nel 1461 era stato elevato a Ducato. Alla morte di Nicola Gusman Carafa, Principe di Stigliano, il feudo fu messo in vendita ed acquistato, nel 1691, dal Marchese di Clarafuentes, Don Marcantonio Grillo, per la somma di circa 550.000 ducati. Il nipote di questi, Don Domenico Grillo, fu l'ultimo duca di Mondragone fino al 1806, anno in cui venne abolita la feudalità. La costruzione della rocca è avvenuta in epoche differenti poiché le torri, che ancora s'intravedono, hanno forme diverse: quadrate e circolari. Le più antiche notizie della Rocca Montis Dragonis sono più o meno certe, alcune ancora avvolte da dubbi e da misteri. La sua costruzione e tutta l’architettura risale sicuramente al periodo del Medioevo perché ha come caratteristica dell'epoca le cosiddette "bocche da fuoco" e i propugnacoli. La struttura dei cornicioni, delle volte e delle finestre, nonché i materiali usati, indicano, tuttavia, che l'ultima modifica strutturale della Rocca sia stata effettuata tra il 1400 e il 1500 (periodo aragonese, come si vedrà più avanti). Sulla sommità del Monte Petrino, si erge il maestoso palazzo: edificio di forma a "L", composto da due piani. Il secondo livello, attualmente, si intravede soltanto poiché oltre all'erosione di tempo e natura - anche con i bombardamenti delle guerre mondiali - ha subito ingenti danni strutturali. Lo stesso è circondato da piccole costruzioni che scendono verso nord e che sono nate dalle prime vere edificazioni (a sostituzione dei villaggi) fatte prima dai longobardi, ampliate dai normanni e completate dagli aragonesi. Al piano terra, poi, non vi sono vani di entrata, ma solo cinque bocche da fuoco larghe non più di 70 centimetri. Il piano superiore, per quel che resta, aveva cinque magnifiche finestre, larghe 1,80 e alte 3,10 con cimase a triangolo. Inoltre il palazzo era composto nel suo interno da cinque camere e tra queste un lungo e largo camerone. L’entrata, vista la difficoltà d'accesso nella parte frontale, doveva essere laterale o posteriore. Misteriosi, invece, sono gli indizi di ipotetici sotterranei. Alcuni affermano che essi conducano alla base del Monte e addirittura che vi fossero collegamenti con l'attuale Palazzo Ducale (https://castelliere.blogspot.com/2017/09/il-castello-di-venerdi-1-settembre.html). Ma tali testimonianze non risultano dimostrabili. Sulla cresta del monte, ad un centinaio di metri di distanza, nella parte occidentale, si erge una torre a forma rotonda, che si presume mettesse in comunicazione il castello con un passeggiatoio superiore dall'incredibile panorama. La zona abitata, invece, situata in prossimità del palazzo, era formata da una serie di strutture ad un solo livello ove si scorgono tuttora i fori per le travi delle soffitte, le quali furono agganciate in modo tale che il tetto fosse delle stesse dimensioni delle fondamenta. Vi sono, altresì, alcune cisterne, molte delle quali scoperte durante le campagne di scavo e che evidentemente avevano l'utilità di immagazzinare l'acqua piovana. Tra queste una vasca grandissima situata sulla sommità del monte, lunga e profonda circa 4 metri e larga 15, le cui pareti sono rivestite di un intonaco doppio e resistente. Gli scavi archeologici, finanziati dal Comune, dal 2003 al 2009 hanno permesso di ricreare le condizioni di vita di quel periodo e le strutture di quel complesso fortificato ubicato sul monte. L’insieme architettonico della Rocca costituisce un nucleo insediativo fortificato di notevole interesse e di particolare rilievo per le caratteristiche di occupazione del territorio. Le indagini svolte durante le campagne di scavo hanno permesso di dimostrare lo stato di conservazione di tutto l’insediamento che, pur presentandosi completamente abbandonato e con tutti i singoli edifici in stato di rudere, conserva ancora leggibile sul terreno la disposizione topografica dell’ultima fase di occupazione risalente al periodo tardo-medievale, non avendo subito rioccupazioni o rifacimenti successivi. Sono stati identificati tre insediamenti principali: un insieme di strutture realizzate sulla parte rocciosa che costituisce la piana sommitale del Monte Petrino, il quale comprende un edificio di grandi dimensioni, con forma ad “L”, una grande cisterna, alcune più piccole e altre strutture, costruite l'una attaccata all'altra su una prima cortina muraria. In particolar modo, nella parte sommitale, negli ultimi anni di scavi archeologici, è stata fatta una importante scoperta. È stata rinvenuta una fornace, a pianta circolare, probabilmente utilizzata per la produzione del vetro e ceramica, risalente al XII secolo e realizzata in pietre di calcare. Lo stato di conservazione è quasi integrale, rappresentando un unicum in Italia. Sul versante orientale ed in particolare sul crinale, si sviluppa un primo villaggio, racchiuso entro un'ulteriore cinta muraria, con due porte d’accesso ed un torrione pentagonale all’estremità occidentale. Il villaggio/borgo, che si sviluppa direttamente a ridosso del recinto fortificato superiore, verso ovest, è caratterizzato, altresì, dalla presenza di un piccolo edificio religioso, da alcuni edifici di grandi dimensioni con più ambienti e da un articolato sistema di approvvigionamento delle acque piovane che si può notare attraverso una serie di piccole cisterne comunicanti tra loro. La piccola chiesa scoperta è caratterizzata da un'unica navata, monoabsidata e, in epoca successiva, fu utilizzata come area cimiteriale. Difatti la pavimentazione è stata asportata in vaste porzioni per consentire la deposizione di sepolture. Sul versante sud dell’altura, ci si trova in un secondo villaggio caratterizzato da una serie di abitazioni a tre o quattro ambienti. Terza ed ultima cortina muraria racchiude ad est ed a ovest l’intero complesso con due tratti rettilinei disgiunti, orientati nord-sud. Ulteriori strutture difensive sono ubicate lungo il crinale che scende verso il mare: si tratta di un lungo antemurale di notevoli dimensioni, potenziato da due torrioni e conservato solo in fondazione, che doveva separare, con funzione di difesa, il versante nord dell’altura - unico sentiero di accesso all’insediamento fortificato - da quello sud, inaccessibile perché molto ripido e privo di vegetazione. Tra i numerosi edifici che compongono la Rocca (ad oggi ne sono stati identificati tredici) è stato portato alla luce, durante le campagne di scavo, un ambiente composto da varie stanze e dotato di ben due cisterne per la raccolta dell’acqua piovana, ubicato alle spalle della chiesa. L’articolazione interna dell’edificio fa pensare a un uso del corpo di fabbrica diverso da quello semplicemente abitativo: molto probabilmente si trattava di un magazzino per la raccolta e la distribuzione di derrate, forse con il piano superiore adibito ad abitazione. L’abbandono del complesso, in base ai dati materiali e numismatici, avvenne alla fine del XV secolo d.C. Molti reperti rinvenuti a seguito delle campagne di scavi sono stati conservati all’interno del Museo Civico Archeologico di Mondragone. Da qualche anno, grazie all’impegno di alcune associazioni del territorio, il castello viene riccamente illuminato nei giorni della festa di San Michele Arcangelo. Altri link suggeriti: https://fondoambiente.it/luoghi/rocca-montis-dragonis?ldc, https://mondragonece.altervista.org/rocca-montis-dragonis-mondragone/, https://www.youtube.com/watch?v=37q3a_6HPjU (video con drone di Il Domitio), https://www.youtube.com/watch?v=HFKX1_Cuc6M (video di Gruppo BAD BOYS), https://m.facebook.com/watch/?v=6910772598965176&paipv=0&eav=AfYXt5M7a_xTj-1nNGqzJ6d7akDZNOSTdtRLfZ1xxW1N2qmmTH64bvIKJzWnXN4lNbU&_rdr (riprese aeree), https://www.youtube.com/watch?v=0tJCx1K7HsA (video di Pisano Music Eventi), https://www.youtube.com/watch?v=7b50ltWddfE (video di Valentina Gigli)
Fonti: https://www.comune.mondragone.ce.it/archivio2_aree-tematiche_0_83.html, https://it.wikipedia.org/wiki/Rocca_Montis_Dragonis, https://caserta.italiani.it/castello-di-mondragone/
Foto: entrambe prese da https://fondoambiente.it/luoghi/rocca-montis-dragonis?ldc