CARPEGNA (PU) - Palazzo dei Principi di Carpegna Falconieri
Si erge imponente al centro del paese. La casata dei conti di Carpegna che regnò su questo territorio fin dall'anno mille, ebbe il suo periodo di maggior espansione attorno al 1200. Fedeli all'imperatore Federico II, schierati dalla parte dei Ghibellini, rimase sempre fedele a questa fazione. Diversi i castelli conquistati o edificati nei secoli, fra cui la rocca nel paese di Carpegna, edificata su uno sperone roccioso posto al di sopra dell'attuale palazzo, e dimora abituale della casata. Il 30 aprile1674 ebbero inizio gli scavi per gettare le fondamenta del grandioso edificio. Fino ad allora i Conti e le loro famiglie avevano sempre abitato, come detto, nella vecchia Rocca, di cui oggi non rimane più traccia, che comprendeva, oltre al castello dei Conti, anche le abitazioni dei pochi abitanti del paese. L'esigenza di una dimora più comoda e facile a raggiungersi e nello stesso tempo dotata di più moderni mezzi di difesa e che fosse degna della nobiltà della famiglia, portò alla costruzione del nuovo palazzo signorile. Con ogni probabilità molto materiale fu recuperato smontando parzialmente la vecchia rocca ormai fatiscente ed usato per la costruzione del nuovo edificio. Il progetto fu affidato dal Conte Gaspare di Carpegna (una delle figure di maggior spicco della famiglia, canonico di S. Pietro, nominato Cardinale nel 1370 e Vescovo nel 1698) ad uno dei migliori architetti del tempo: Giovanni Antonio De' Rossi di Roma. Nei primi quattro anni i lavori procedettero piuttosto a rilento, datasi la necessità di drenare le numerose falde acquifere con la costruzione di canali sotterranei a "volta di mattoni" che convogliassero e facessero defluire l'acqua. Nel 1683 si legge dalle cronache: "Si è alzata la muraglia verso la fabrica vecchia (la ex Rocca) in altezza di piedi nove, et alzati li pilastri e li portoni e li capitelli, et alzato il cantone per l'altezza di tre bugne et posta su la finestra tra il detto cantone ed il portone". Nel 1689 fu commissionata allo scalpellino Biagio Vantaggi la fornitura delle pietre quadrate per i pilastri, gli archi dei sotterranei, gli stipiti delle porte interne ed esterne, le cornici delle finestre e gli zoccoli esterni. Tutta la pietra arenaria che occorreva fu cavata a Pietrarubbia e Miratoio, trasportata a Carpegna e lavorata sul posto. I lavori e le rifiniture del primo piano possono considerarsi ultimati nel 1690. Nel 1695 la direzione dei lavori passò ad Antonio Bufalini, a causa della morte di Giovanni Antonio De' Rossi. Nel 1696, ad oltre vent'anni dall'inizio dei lavori, lo splendido Palazzo poteva considerarsi ultimato. Pur inquadrabile nello stile delle ville dell'epoca, il palazzo, iniziato nel 1675 e terminato dopo oltre venti anni, è ispirato alle ville fortificate di matrice fiorentina e alle grandi residenze signorili della campagna romana. Di forma squadrata, con risalti ai fianchi che ne aumentano l'imponenza, è dotato di due ingressi nobili, uno sul retro sopravanzato da un ponticello e quello frontale sopravanzato da una doppia scalinata con balconcino. Sul retro ampio parco/giardino circondato da alte mura. È tuttora abitato dai discendenti della millenaria famiglia ed è rimasto pressoché intatto dopo oltre 300 anni, un incendio e qualche forte scossa di terremoto (1781). Al suo interno sono oggi custoditi importanti arredamenti d'epoca, la biblioteca, ricca di carte e documenti originali del periodo rinascimentale, numerosi reperti archeologici della zona e la cappella di famiglia. Memorabile è la battaglia che avvenne nel 1786, all'interno del Palazzo, tra la banda di "Mason dla Blona" (Tommaso Rinaldini detto dell'Isabellona) e le guardie pontificie giunte per arrestarlo. Mason dla Blona era un famigerato brigante che, avendo raccolto una pericolosissima banda di malviventi, infestava tutto il Montefeltro. Braccato dalle guardie, era riuscito a far perdere le sue tracce e giungere a Carpegna, dove, grazie ad uno dei propri sotterfugi, irruppe nel Palazzo dei Conti e vi s'installò assieme alla sua banda sequestrandone i proprietari. Il suo proposito era inizialmente quello di usare Carpegna come transito per arrivare in Toscana e da lì a Genova, ove poi imbarcarsi verso paesi lontani. Evidentemente dovette però considerare Carpegna un luogo piacevole e sicuro, tanto che decise di rimanervi. Ovviamente, da bravo brigante qual era, non poté astenersi dall'esercitare anche qui la sua professione. Almeno fino a quando, durante un tentativo di rapina ai danni di un pastore, questo si ribellò alla sottrazione delle sue pecore, il bandito estrasse la pistola e gliela scaricò contro. Ora, vuoi perché le pistole di quel tempo non brillavano in precisione, o perché la successione dei colpi non era davvero all'altezza di un mitra moderno, aggiungiamo che forse il bandito non era propriamente un campione quanto a mira, specie dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo, sta di fatto che il malcapitato, terrorizzato ma indenne, riuscì a fuggire attraverso i boschi, giunse a Pennabilli e denunciò l'aggressione. Informate dell'accaduto, le Guardie Pontificie marciarono verso Carpegna per arrestare il brigante. Ispezionata l'osteria di fronte al palazzo e setacciato il convento senza trovare nulla, circondarono il Palazzo. Dopo aver intimato agli occupanti di aprire e arrendersi e aver naturalmente ottenuto qualche risata come risposta, le guardie abbatterono il pesante portone delle scuderie e irruppero nel palazzo attraverso la scala a chiocciola. Il brigante e la sua banda, scoperti e braccati di stanza in stanza, spinti e incalzati verso i piani superiori, si rifugiarono nel sottotetto sparando all'impazzata. Vista la poderosa barricata di fuoco e la posizione ben arroccata dei banditi, le guardie, per evitare uno scontro diretto che le trovava in posizione d'inferiorità, fecero portare paglia e fascine nei mezzanini e vi appiccarono il fuoco. I briganti calarono una grossa corda dal tetto sperando di fuggire col favore delle tenebre ma, scoperta la manovra, la zona fu illuminata da una gran quantità di fiaccole. Nacque un'altra violenta sparatoria. Ricacciati sul tetto in fiamme, il fuorilegge e la sua banda tentarono di calarsi attraverso le canne fumarie dei camini che scendevano giù fino alle cucine nel seminterrato. Ma anche quest'altro tentativo di fuga fu scoperto dai soldati di guardia, e Il comandante ordinò di accendere nei camini dei grossi mucchi di paglia bagnata. Mason dla Blona tentò il tutto per tutto: tornato sul tetto in fiamme, lanciò un accorato appello ai cittadini di Carpegna affinché si unissero a lui e scacciassero le guardie pontificie fuori della contea. Naturalmente, vista la preziosa occasione di liberarsi di quel pericoloso individuo, nessuno mosse un dito. Fallito ogni tentativo di fuga, pur conoscendo la loro sorte, i banditi trattarono la resa, chiedendo di non essere uccisi sul posto dai soldati. Posti in catene, furono trasferiti nel carcere di Pesaro, quindi a Ravenna, dove furono giustiziati. A seguito della battaglia con i briganti, il palazzo subì gravi danni: tutto il tetto era bruciato e in parte crollato, ugualmente bruciate erano le porte e finestre dei mezzanini, gli intonaci rovinati e affumicati da fiamme e colpi d'archibugio, così i quadri e gli arredi. D'altronde il palazzo doveva aver già subìto dei danni in seguito al forte terremoto che colpì questa zona nel 1781 ed altri se ne aggiunsero quando un altro violentissimo movimento tellurico, nella notte del 24 dicembre 1786, devastò Rimini e tutto l'entroterra. I lavori di ristrutturazione, e le riparazioni, furono eseguiti tra il 1787 e il 1790, con il contributo economico del governo pontificio che si era assunto l'obbligo di ripagare i danni derivati dalla battaglia avvenuta all'interno del palazzo. Nel 1819 il palazzo fu ceduto alla Santa Sede. Nel 1851 il Conte Luigi Carpegna-Falconieri riacquistò il Palazzo Dei Conti; da questa data e fino ai giorni nostri è rimasto sempre possesso dei Principi di Carpegna-Falconieri che tuttora lo abitano. Altri link consigliati: https://www.ilborghista.it/dettaglio-da-fare-palazzo-dei-principi-carpegna-pu-23563, https://www.otiumnelmontefeltro.com/palazzo-principi-carpegna, https://www.youtube.com/watch?v=JHaYp63tdlE (video di Officina Creativa Montefeltro), https://www.youtube.com/watch?v=ylb073TY5rU (video di Fondazione Cassa di RIsparmio di Pesaro)
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Carpegna, https://www.comune.carpegna.pu.it/vivere-carpegna/conoscere-carpegna/palazzo-carpegna, https://www.appenninoromagnolo.it/castelli/carpegna.asp
Foto: la prima è presa da http://www.comune.pesaro.pu.it/fileadmin/_processed_/a/4/csm_Palazzo_dei_Principi_di_Carpegna_bfe3880bd6.jpg, la seconda è presa da https://www.trcarpegna.net/notizie/attualita/2015/07/11/oggi-la-rai-torna-a-carpegna-con-la-tappa-del-tg-itinerante/