VIGEVANO (PV) – Castello Sforza
Il Castello di Vigevano è un tutt'uno con la Piazza Ducale che funge da
regale atrio d'ingresso. Si può considerare una piccola città nella città,
essendo per estensione uno dei più grandi complessi fortificati d'Europa.
Il primo nucleo risale all'età longobarda
(VII-X secolo), mentre la sua trasformazione in residenza signorile si deve ai
Visconti (in particolare a Luchino Visconti) e agli Sforza in particolare a
Ludovico il Moro. Luchino Visconti, podestà di Vigevano nel 1319 e nel 1337,
inserì il villaggio nel suo piano di dominio territoriale, decidendo di farne
una roccaforte difensiva inserita nello scacchiere territoriale dei castelli
posti lungo l’Adda e il Ticino a difesa del ducato di Milano. In quest’ottica,
nel 1341, realizzò una rocca di difesa (in origine detta inferiore, prende
l'attuale nome di rocca vecchia in contrapposizione alla rocca nuova edificata
alla fine del XV sec.), posta ad una certa distanza dal castello, sul limite
est del borgo che si stava ormai allargando fuori dal perimetro originale. Nel
contempo iniziò l’opera di trasformazione del vecchio castello in nuovo
fortilizio sede e dimora ducale, edificio che nella nuova conformazione si
presentava con pianta quadrangolare formata da muri merlati con tre corpi di
fabbrica, torri agli angoli e una torre d'ingresso al centro della cortina
anteriore. I lavori di ampliamento ed abbellimento del maschio proseguirono poi
per tutto il dominio visconteo. Nel 1347 i due fortilizi vennero uniti dalla
cosiddetta "strada coperta", un grande edificio fortificato che,
stagliandosi nel panorama cittadino, permetteva un rapido collegamento tra il
castello e le campagne circostanti. Nel 1447, alla fine del dominio visconteo,
la stessa popolazione di Vigevano, conquistò la libertà comunale e distrusse la
rocca esterna. Libertà che finì già nel 1449, quando Vigevano venne cinta
d’assedio da Bartolomeo Colleoni e Francesco I Sforza, marito di Bianca Maria
figlia di Filippo Maria Visconti, e nuovo signore di Milano. Dopo la conquista
lo Sforza riparò i danni dell'assedio e raddoppiò la parte centrale del maschio
verso l'esterno inglobando i resti della torre di sud-est distrutta proprio
durante l'assedio. Galeazzo Maria Sforza nel 1466, appena succeduto al padre Francesco,
ordinò nuovi interventi che trasformarono definitivamente il maschio in palazzo
ducale e, prendendo atto della cessata funzione difensiva delle mura
dell'antico borgo, concesse la costruzione di case nel fossato esterno, di
altezza non superiore al muro. Nel 1472 il nuovo Duca intervenne su due antichi
edifici, posti lungo la muratura sud dell'antico borgo e utilizzati a stalla,
sopralzandoli e modificandone il piano terra con l'inserimento di un doppio
colonnato con volte a crociera e nuove finestre. Nel 1475 realizzò il ponte con
loggiato, posto a sud del maschio, mentre poco prima della morte diede l'inizio
alla costruzione dell'edificio della falconiera, completato poi da Ludovico il
Moro, reggente il ducato a nome del nipote Gian Galeazzo Maria Sforza. Con Ludovico
il Moro, nato proprio a Vigevano, il progetto sforzesco si attuò in interventi
di proporzioni e qualità rilevanti, completando il processo di trasformazione
del castello in residenza dinastica. Il cortile, occupato in origine
dall'antico borgo, venne svuotato dalle residue costruzioni, si costruirono la
terza scuderia, detta per questo di Ludovico, e l’edificio delle cucine,
realizzato con la demolizione dell’antica chiesa di S. Ambrogio e collegato al
maschio da un edificio a ponte, chiudendo così il circuito di edifici a
contorno dell’ampio cortile. Il maschio venne ampliato sul lato est con la
realizzazione di un giardino pensile racchiuso da due edifici porticati
progettati dal Bramante e aperto verso est. Del complesso bramantesco rimane
oggi, dopo il crollo del loggiato addossato alla strada coperta e lo
svuotamento del giardino con l’abbassamento al livello attuale, solo l'edificio
sud chiamato “loggia delle dame”. Ad opera del Bramante si deve anche parte
della decorazione pittorica che abbelliva il complesso di edifici prospiciente
il cortile, di cui oggi rimangono tracce sulle pareti della scuderia di
Ludovico, e il sopralzo dell'antica torre comunale, che verso il 1476 era già
stata rialzata con nuovi merli e beccatelli per ospitare le campane della
demolita chiesa di S. Maria, realizzato in tre parti di cui la seconda con una
cella campanaria e la terza con un corpo ottagonale coperto da una guglia. I
fasti del dominio sforzesco terminarono con Francesco II Sforza il quale
completò le decorazioni pittoriche del palazzo ducale. Tra il 1492 e il 1494 i
lavori erano terminati. Con la fine della dinastia sforzesca (1535) il castello
passò agli spagnoli e iniziò un lento declino. Nel 1696 i plenipotenziari dei
governi europei convenuti per firmare la pace di Vigevano lo dichiararono
inagibile e quando agli inizi del Settecento divenne sede di una guarnigione
dell'esercizio austriaco cominciarono le trasformazioni radicali. Verso la metà
dell'Ottocento divenne Caserma dell'Esercito Sardo e quindi del Regio Esercito
Italiano e rimase sede militare fino al 1968. Il complesso architettonico del castello
Visconteo-Sforzesco di Vigevano si presenta come un insieme di edifici che
occupano una superficie di oltre 70 mila metri quadri, di cui 25 mila di
coperture, cui vanno aggiunti i 36 mila metri quadri di cortile. Potrebbe
contenere due volte Buckingham Palace, tre volte la basilica di San Pietro e
sei volte il Duomo di Milano. Fin dall’inizio il castello di Vigevano non venne
pensato solo ed esclusivamente come complesso fortificato per rispondere a
esigenze difensive e militari, ma anche come residenza di prestigio, di
rappresentanza, come luogo preferito per gli svaghi e diletti della corte. In
tal senso rappresenta sia una anticipazione del palazzo rinascimentale spesso
evolutosi proprio da un castello preesistente (si pensi ad Urbino e a Mantova),
che una versione raffinata della tradizionale cittadella viscontea. A partire
dagli anni Ottanta il castello fu sottoposto ad una campagna di restauri per il
suo completo riuso e valorizzazione. Lo strumento che, negli ultimi anni, ha consentito
una piena e fattiva operatività è l’accordo di programma sottoscritto il 29
luglio 1999 tra Stato, Comune di Vigevano e Regione Lombardia. Grazie a
quell’accordo sono stati definiti e stabiliti gli interventi di restauro e le
modalità di finanziamento e sono stati attivati gli organismi tecnici di
vigilanza e controllo. Il 3 marzo 2003 il Consiglio Comunale di Vigevano ha
approvato un documento contenente una ipotesi per il completo utilizzo degli
spazi del Castello. ll maschio corrisponde all’antico castrum probabilmente di
origine longobarda. Documenti del XII-XIII parlano di un complesso castellano
che occupava l’altura poligonale al cui centro sorgeva il castello-recetto che
era “fortissimo” e aveva per prima difesa una gran fossa. Fino al 1340 svolgeva
una funzione di difesa per coloro che vi abitavano e di rifugio sicuro per gli
abitanti del borgo e dei sobborghi. Lì si conservavano, come scrive nel XVI
secolo il cancelliere del Comune Simone del Pozzo, “li grani et vini et altre
cose più care delli homini et ivi, al tempo dille guerre, li homini si
conservano ”. A partire dal 1345 iniziò la sua trasformazione in palazzo
ducale. Fu soprattutto Ludovico il Moro con il contributo di Donato Bramante a
conferirgli l'aspetto di un palazzo rinascimentale. Grazie all'opera di artisti
e artigiani lombardi gli ampi saloni si presentavano affrescati e
magnificamente arredati per accogliere la corte ducale, personaggi illustri e
sovrani. La “
Sala
dell'Affresco”, la cui denominazione deriva dal rinvenimento e
recupero di un antica testimonianza pittorica, si trova nella parte
sinistra del Maschio ed era parte integrante dell'antico Palazzo Ducale. L'affresco
oggi restaurato viene fatto risalire agli anni di Galeazzo Maria Sforza
(1466-1476), primogenito di Francesco Sforza. Si tratta di lacerti che tuttavia
fanno presumere come la rappresentazione, in origine, doveva essere vivacissima
da un punto di vista coloristico e affollata da quello compositivo. In un
paesaggio popolato da fantastici alberi carichi di frutta e da animali (si
riconosce un istrice e un coniglio bianco) accanto a figure in gran parte
sparite di dame e cavalieri, risaltano due paggi che, con le gote gonfie,
soffiano in due strani corni da caccia. Ad uno di essi é appesa una cartella
con dipinti due frutti, forse melagrane, dal significato probabilmente
araldico. Secondo gli studiosi si tratta di una delle rare testimonianze superstiti
delle grandi imprese decorative avviate da Galeazzo Mario Sforza nei castelli
di Milano e Pavia. La Falconiera è un edificio così chiamato perché destinato
all’allevamento dei falchi da preda. La sua costruzione è databile intorno al
1488, epoca di Ludovico il Moro. La parte più antica è costituita dal piano
terreno che si presenta diviso in ampie sale coperte da volte a lunetta. Il
leggiadro loggiato aereo superiore, recentemente restaurato, è attribuito a
Donato Bramante: presenta arcate a tutto sesto sostenute da esili colonnine di
granito con capitelli simili a quelli delle scuderie ducali. Sulle arcate sono
state recuperati affreschi con motivi decorativi d’epoca rinascimentale. Le
cronache del tempo narrano che dall’edificio della Falconiera, venivano fatti
levare in volo i falconi per accompagnare la corte ducale nelle cacce lungo i
boschi del fiume Ticino e nelle campagne della Lomellina. La Loggia delle Dame è
la parte superstite del “Palazzo delle Dame”, realizzato intorno al 1490 da
Donato Bramante su incarico di Ludovico il Moro, e che sorgeva accanto al
Maschio o Palazzo Ducale. La loggia superstite presenta i caratteri tipici
degli edifici realizzati bramanteschi come il chiostro di S.Maria delle Grazie,
la Canonica di S.Ambrogio a Milano. Il profilo è a sette arcate a tutto sesto
in marmo bianco che poggiano su colonne dai raffinati capitelli in pietra scura
e a motivi floreali. Originariamente la loggia si affacciava su un giardino
pensile coltivato con essenze ricercate. Era questa la parte “femminile” del castello,
la residenza riservata a Beatrice d’Este e alla sue dame. Doveva presentarsi
riccamente decorata da affreschi eseguiti dallo stesso Bramante. Il giardino
era noto come il “Giardino della Duchessa”. Sotto la quota del giardino erano
interrate le cantine del castello. L’eliminazione del giardino con relativo
sterramento è una conseguenza dei pesanti e spesso sconsiderati interventi
eseguiti nel corso dell’Ottocento e finalizzati alla trasformazione del castello
in caserma per l’esercito regio. La prima delle tre scuderie ducali che si
sviluppano in successione, risulta essere in realtà quella più
"giovane". Fu fatta edificare nel 1490 circa da Ludovico il Moro in
sequenza continua con le due esistenti ed ex novo, come attesta una lapide
posta sull’ingresso. E’ lunga 94 metri e larga 12. L'interno è tripartito da
monolitiche colonne di serizzo. Secondo alcuni studiosi sarebbe servita da
ispirazione per la stalla-modello disegnata da Leonardo da Vinci nel
manoscritto B di Parigi. Più probabilmente si tratta del risultato del lavoro
di maestranze lombarde certamente influenzate dallo stile del Brunelleschi
di cui Leonardo si fece diffusore in Lombardia. La seconda scuderia fu
realizzata nel 1473 da Galeazzo Maria Sforza. E’ a due piani. Il piano terra é
a vani divisi in tre navate e campate con colonne in serizzo e le volte sono a
crociera. L’impostazione rispecchia ancora lo stile gotico. Il piano terra
viene utilizzata per mostre temporanee. Il piano superiore ospita il Museo
Internazionale della calzatura. Sul lato posteriore si apre un cortile con
tettoie e colonne anticamente adibito a mascalcia ove i cavalli venivano
ferrati. La terza scuderia, infine, ubicata oltre il portone neogotico
d'ingresso al castello da Corso Repubblica, è collegata all'edificio della
Falconiera. Si presenta suddivisa in tre navate. L'esilità delle colonne e le
proporzioni tra gli elementi portano a pensare ad una datazione anteriore
rispetto alla Seconda Scuderia. E' sede del Museo Archeologico Nazionale della
Lomellina, con ingresso libero. Ludovico il Moro fece affrescare le tre
scuderie con decorazioni tipicamente bramantesche a disegni geometrici e finte
architetture. La Cavallerizza è un maestoso edificio con una bellissima
struttura a capriate in legno, che fu realizzato nel 1837 sull’area della
distrutta Rocca Vecchia. Il progetto dell’ing. Ludovico Inverardi, commissario
delegato del genio Militare, rispondeva all’esigenza di disporre di un maneggio
coperto per i cavalli alloggiati in castello a partire dal 1811. Accanto alla
attuale Cavallerizza, oggi ristrutturata e utilizzata per manifestazioni ed
eventi, sorgeva un analogo edificio crollato negli anni Sessanta in seguito ad
abbondanti nevicate. Al suo posto ora è stato realizzato un giardino pubblico.
La “Strada coperta” è un manufatto unico in tutta l’architettura castellana
europea e rappresenta una delle più formidabili opere di ingegneria militare
medievale. Chiamata anche strada serrata o pensile, ha proporzioni gigantesche:
è lunga 167 metri e larga 7. Supera un dislivello di 10 metri tra il
maschio del Castello e il luogo in cui un tempo sorgeva la Rocca Vecchia,
fortilizio affacciato sulle campagna, al limite delle mura. Fu realizzata nel
1347 da Luchino Visconti per consentire ai signori di Milano di entrare e
uscire dal castello senza essere visti dagli abitanti del borgo, e di fuggire
in caso di pericoli incombenti. E’ una costruzione possente che é rimasta
intatta nella sua colossale struttura: i militari vi fecero transitare
pesantissimi cingolati fino alla metà degli anni '60 del secolo scorso senza
alcun danno per la struttura. La sua realizzazione costò cara ai vigevanesi in
quanto vennero abbattute diverse abitazioni dell’allora borgo. Le “Strade
sotterranee” sono due imponenti e suggestive strutture di collegamento che, in
successione, dalle immediate vicinanze di Piazza Ducale, conducono attraverso
piani rialzati all’antico fossato del Maschio del Castello e alla spazio della
Cavallerizza. Completamente percorribili grazie ad un recente restauro, si
presentano divise in due sezioni di grandi dimensioni che ospitano nel corso
dell’anno mostre ed eventi di richiamo. Il passaggio, specialmente del
secondo tratto, consente di ammirare le stratificazioni storiche e funzionali:
scuderia per cavalli a partire dal XVIII secolo, luogo di lavoro per le
maestranze della corte ducale degli Sforza (è visibile il locale adibito a
ghiacciaia). Alta ben 75 metri dal livello della piazza, la Torre del Bramante
è l'attuale Torre Civica della città di Vigevano, di cui da sempre è il
simbolo. L'origine della Torre, situata nel punto più alto della città
(45°19'01.53"N, 8°51'24.90"E), presso il castello, risale al 1198 e
fu terminata dal Bramante alla fine del XV secolo, mentre nel XVII secolo venne
aggiunto il cupolino barocco "a cipolla" in sostituzione
dell'originaria guglia conica. La Torre ha una forma originale che, nell'800,
fu il modello per la torre del Filarete nel Castello Sforzesco di Milano; è
costituita da sezioni che si restringono avvicinandosi alla cima. DaI terrazzi
è possibile ammirare un'ottima visuale della Piazza Ducale, del castello e di
tutta la città. La cella campanaria, inaccessibile al pubblico, ospita "il
campanone", una grande campana seicentesca "fessa" per
necessità. Infatti nell'Ottocento non esistevano i moderni sistemi elettronici
per controllare le campane, e l'orologio della Torre, all'epoca meccanico,
batteva ogni mezz'ora anche di notte. Pare che il suono del
"campanone" fosse così forte, che gli abitanti delle case addossate
al castello e alla Piazza fossero praticamente impossibilitati a prendere
sonno. Così presentarono in Comune una petizione in cui si chiedeva di
"zittire" il bronzeo disturbatore! Alla fine si raggiunse un
compromesso: dalla campana, con precisione quasi chirurgica, venne asportato
uno spicchio in modo da renderla fessa ed attutire il suono. Ed è così che
ancora oggi la si può ascoltare battere i rintocchi ogni quarto d'ora. Altri
link sul castello:
http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/PV110-00023/,
http://www.iatprolocovigevano.it/castello.html,
http://www.castellidelducato.eu/struttura.php?id=25,
video di “scoprendo”
https://www.youtube.com/watch?v=P2A0D9ns3Is
Fonti:
http://www.comune.vigevano.pv.it/turismo/cosa-visitare/il-castello,
https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_Sforzesco_%28Vigevano%29
(da consultare per ulteriori approfondimenti…)
Foto: la prima da
http://www.lombardiainrete.it/13/province/PV/vigevano/,
la seconda è di Stefano Gusmeroli su http://www.milanofoto.it/services/aerial/