FRANCAVILLA FONTANA (BR) – Castello Imperiali
In origine il castello era costituito da una torre quadrata circondata da mura e fossato, fatta costruire da Giovanni Antonio del Balzo Orsini, principe di Taranto, nel 1450. L’attuale edificio, che sorge al centro dell'abitato, si impone per l'aspetto solenne e maestoso, a metà tra fortificazione e palazzo gentilizio. Circondato da fossato, è a pianta rettangolare con aggetti agli spigoli, quasi a simulare la presenza di torrioni angolari, una muratura leggermente a scarpa nella parte inferiore ed una doppia cornice ad archetti e merlatura come coronamento. Agli spigoli del castello si inseriscono gli stemmi della famiglia Imperiali, sormontati da corona, sorretti da un mascherone, diversi per ogni spigolo e delimitati da grossi grappoli (evidenti segni di gusto barocco). Sulla facciata principale, leggermente spostato verso occidente, si apre un elegante portale. È compreso tra due colonne, poggiate su dadi e dai capitelli compositi, che sorreggono abachi allungati e si confondono con la trabeazione, limitata da un listello. Lo racchiude un cornice profilata da un toro e particolarmente aggettante ai lati. Gli stipiti sono orlati da tondini che si piegano all'altezza dell'imposta dell'arco, sormontato da un encarpo che ne sottolinea la curva, interrotta, al centro, dallo stemma degli Imperiali. Più imponente è il portale posteriore, spostato verso il lato orientale con un sovrastante balcone in ferro. La struttura oggi si sviluppa su tre piani, i cui vani interni sono distribuiti in modo asimmetrico. Intorno al 1547 la fortezza fu ampliata e modificata dal duca Giovanni Bernardino Bonifacio, l'eminente umanista che aveva ereditato i feudi di Francavilla e di Oria dal padre. Il castello accentuò la sua funzione di fortezza con ulteriori opere di fortificazione di architettura rinascimentale, tra cui spicca il loggiato barocco in arenaria con quattro preziose arcate incorniciate da sculture ed affiancate da semicolonne che sostengono una trabeazione con fregio e cornicione (sul lato ad est). L'aspetto attuale del castello risale all'inizio del Settecento ed alla fiorentissima vicenda barocca della città, legata alla famiglia Imperiali, principi illuminati, protettori delle lettere e delle arti, benemeriti instauratori della sua urbanistica e splendidi fondatori e committenti di fabbriche e arredi. Gli Imperiali, che avevano acquistato Francavilla nel 1572, coltivarono il mecenatismo e la caccia, il lusso, la musica e gli spettacoli. Grazie a loro il castello assunse un carattere spiccatamente signorile (forse su progetto dell'architetto leccese Mauro Manieri, o addirittura alcuni pensano di un architetto romano, Filippo Barigioni, incaricato dal cardinale Renato Imperiali, zio del principe Michele, di seguire diverse opere architettoniche), culminato alla fine del Seicento con la realizzazione dello scalone progettato da Ferdinando Sanfelice e con la edificazione del teatro nel 1716. Nel 1739 Michele Junior lo fece isolare, facendo demolire un muro ed alcune botteghe dal lato nord e demolendo archi e colonne che sostenevano un pergolato sul portone d'ingresso. Il castello divenne famoso soprattutto per le opere d'arte che vi si concentravano (la Sant'Agnese di Pacecco De Rosa) e per la celebre ricca biblioteca. Alla morte di Michelino (1782), mancando gli eredi, il palazzo fu incamerato tra i beni del regno come proprietà feudale, ma l'erede designato da Michelino, Vincenzo Imperiali di Latiano, dopo aver intentato causa al Regio Fisco ottenne il titolo di principe di Francavilla Fontana, ereditando dal castello anche gioielli, mobili, arredamento, libreria, attrezzatura del teatro. Abbandonato fino al 1821, il castello divenne proprietà del Comune, che sino ad oggi ha curato sistemazioni interne e nuovi adattamenti degli ambienti ai vari usi, alterando in molti casi anche la stessa distribuzione dei vani. Durante la seconda guerra mondiale nel secondo piano del castello furono accasermati dei reparti militari di transito, e tra quelli: il 67° Reggimento di Fanteria (che sarebbe partito per la Libia), il 139º Reggimento, reduce dalla Grecia e la Legione CC.NN. "Val Bradano". Oggi il castello, di cui sono terminati di qualche mese fa i restauri, è riaperto al pubblico con funzione di grande contenitore culturale della città, dove ospitare convegni, mostre d’arte ed altri appuntamenti di vario genere.