giovedì 20 settembre 2012

Il castello di mercoledì 19 settembre





MONTE ROMANO (VT) – Castello di Rocca Respampani

Sorse probabilmente sui resti di un castellum romano che a sua volta, era nato su di un pago etrusco. In antichi documenti viene menzionato nel XII secolo un castrum Respampini. In tale periodo la rocca apparteneva ai conti di Vetralla, tra i più importanti dell’area della Tuscia.
Nel corso del Duecento la rocca fu al centro di importanti e complesse vicende militari per il possesso territoriale dell’area, tra Viterbo, Roma, il papa e l’imperatore Federico II di Svevia.
Dopo alterne vicende, subì un nuovo assedio nel 1266 ad opera delle truppe della Chiesa condotte dal vicario, Carlo d’Angiò. Nel Trecento la Rocca divenne proprietà dei conti di Vico che controllavano vaste aree della Tuscia, tra il mare e i monti Cimini. Alla morte di Giacomo di Vico avvenuta nel 1435 la fortificazione e l’intero vasto latifondo agricolo vennero confiscate dalla Chiesa che nel 1456 cedette proprietà e diritti all’Ospedale di Santo Spirito in Sassia. L’operazione, promossa da papa Callisto III, doveva garantire alla chiesa denari sufficienti ad armare una flotta contro i turchi infedeli nella conquista di Costantinopoli. Gli esperti amministratori dell’Ospedale, attraverso un’intelligente opera di migliorie, dalla realizzazione di canali per l’irrigazione alla costruzione del ponte Frà Cirillo, da imponenti opere di drenaggio e bonifica ad una razionale coltivazione delle terre, iniziarono a sfruttare al massimo l’intero fondo che, unito a quello di Monte Romano, garantiva enormi rendite provenienti dai raccolti e dai diritti. Nel 1606, ormai ritenuta insufficiente la vecchia rocca, venne avviata la costruzione di un nuovo castello da Ottavio Tassoni d’Este, Precettore del Santo Spirito, che  commissionò tali lavori  all’architetto Canio (o Ascanio) Antonietti. Una targa posta sulle pareti del castello ricorda proprio questa nuova edificazione. L’idea iniziale era ambiziosa: un palazzo/fattoria, abbastanza dignitoso per ospitare il governatore e il suo seguito di  funzionari, ma anche in grado di accogliere le famiglie contadine qui operanti; un nucleo che, quindi, doveva mantenere una propria autonomia. Negli anni immediatamente successivi all’apertura dei lavori, divenuto castellano Fra' Cirillo Zabaldani, il progetto di avviare una riorganizzazione agricola del territorio tutta incentrata sul nuovo castello si indebolì. L’edificio, infatti, tagliato fuori dalle importanti vie di traffico, si ritrovò in una posizione sfavorevole rispetto al piccolo nucleo umano che, nel frattempo, stava nascendo nel sito dell'attuale Monte Romano. Fra Cirillo Zabaldani, interessato più alla costruzione della Chiesa dell’Addolorata che a quella del castello, fece sospendere i lavori lasciando l’immobile in quello stato incompleto che ancora conserva. La costruzione attuale è a pianta quadrilatera con due grandi torrioni quadrati alle estremità. La sua funzione di dimora aristocratica è confermata dall’assenza di bastioni e feritoie per le postazioni d’artiglieria. Questo imponente edificio è oggi il centro attorno cui gravitano numerose iniziative, dall’affascinante itinerario che porta alla visita di altri suggestivi siti storici conservati nella zona (la Rocca Vecchia (XI), il Ponte di Fra Cirillo, la strada Clodia) al progetto della “Fattoria Didattica” per le scuole con visite guidate e pranzi con prodotti tipici organizzati dall'Associazione Pro-Loco di Monte Romano. Chi volesse approfondire può visitare il seguente sito web: http://www.roccarespampani.it/

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