ORSARA BORMIDA (AL) - Castello
Per trovare la prima notizia certa di Orsara dobbiamo arrivare al 1155 quando papa Adriano IV, in un documento, conferma al capitolo acquese “quod habetis in Ursaria vel Ripalta”. Và però rilevato che il Dionisotti fa risalire la prima notizia sull’esistenza di Orsara al 1014: in un diploma di Arrigo I fra le terre donate dall’aleramico Ugone al monastero di Fruttuaria, si nominano i beni posseduti in Orsingo (Orsara Bormida secondo il Dionisotti) e Maleria (Molare). La Marca Aleramica fu istituita da Berengario II re del Regno Italico, nell’anno 950, assieme alle altre due Marche, la Arduinica e la Orbetenga, per tutelare i confini del suo regno. La marca Arduinica (o di Torino) si estendeva dal territorio piemontese (alto Piemonte) fino a Ventimiglia. La marca Orbetenga (o di Genova) partiva dalla Lombardia e comprendeva Tortona, genova, e la Ludigiana. La Marca Aleramica (o di Savona) partiva dal Po, comprendeva tutto il Monferrato e giungeva, fino alla fasci costiera compresa tra Savona e Albenga. Le tre Marche, attigue, dislocate ai margini del Regno Italico, presero il nome dai tre capostipiti Ardoino, Oberto, Aleramo ed erano, a loro volta, suddivise in più Comitati. Va innanzitutto precisato, che la Marca Aleramica fù suddivisa in tre Comitati: quello di Vado-Savona, quello di Acqui, quello del Monferrato. Orsara apparteneva a quest’ultimo Comitato; le sue vicende storiche sono quindi strettamente legate alle sorti dei potenti Marchesi del Monferrato. Il Saletta, storico del Settecento, produsse una monumentale rassegna manoscritta di tutti i paesi appartenenti al Marchesato del Monferrato. La descrizione di Orsara inizia nel seguente modo: "Nelle parti di Monferrato, oltre Tanaro, vi è la terra dell’Orsara tra li confini di Riualta, Streui, Morsasco, Montaldo e Castelnuovo. Era questo luogo dell’Orsara uno di quei feudi che anticamente li Marchesi Malaspina riconoscevano dall’alto dominio e superiorità di Monferrato nelli modi e forme di Morsasco, Grognardo e Cavatore e che dopo ne fù investita la famiglia de li Conte Lodrone". I Malaspina, probababilmente, non furono i primi signori di Orsara. Infatti nella biografia di San Guido (vescovo di Acqui dal 1034 al 1070), scritta dal Calceato nel secolo XII, si legge che Guido, nobile di Melazzo, divenuto Vescovo, donò alla sua chiesa molti beni e feudi, appartenenti alla sua famiglia. Tra questi ultimi, troviamo Orsara. Il paese fu feudo dei Signori Malaspina fino al 1530, poi passò come dote di Violante Malaspina ai conti Lodrone fino al 1598 ed infine ai conti Ferrari che ne mantennero l’investitura fino alla fine del feudalesimo e la proprietà del castello fino al 1922. Il castello, profondamente trasformato nel corso dei secoli fino a divenire da torre di avvistamento abitazione signorile, passò allora in proprietà del marchese Cesare Staglieno, poi dei Signori Capo, provenienti dall’Argentina e nel 1951 fu acquistato dagli attuali proprietari, signori Remondini di Genova. Il castello di Orsara è situato sulla cima del colle più alto del paese, a 295 metri sul livello del mare, in posizione dominante, dalla quale si scorgono case e strade digradanti e campagna coltivata prevalentemente a vigneti, cereali ed ortaggi. L'edificio, dall'esterno, si presenta caratterizzato essenzialmente da tre torri: quella più antica e di dimensioni maggiori, posta nella attuale zona residenziale, è la torre quadrata. Essa costituisce a tutt'oggi il maschio dell'edificio, notevolmente alta, in pietra con corsi e rinzeppi in mattoni e tracce di intonacatura è probabilmente stata modificata nella parte superiore. La copertura è a padiglione, non presenta tracce di apparato sporgente che è invece evidente su un'altra torre del castello, più bassa, a pianta ottagonale, coronata da una fitta serie di beccatelli. Tra le due torri si estende il corpo di fabbrica del castello, anch'esso in pietra con saltuarie tessiture in mattoni. La torre di dimensioni minori, di forma cilindrica, parte integrante della cinta di mura di protezione del castello, ebbe funzione di torre di vedetta. All'interno delle mura perimetrali del maniero, un esteso giardino su due piani ingentilisce il castello con prati, alberi secolari, ed aiuole fiorite. Il castello venne costruito nel XIII secolo, ampliato nel XV e trasformato in residenza signorile nel corso del XVII e XVIII secolo. Dall'inizio del 900 è di proprietà della famiglia Remondini di Genova che ha provveduto ad effettuare una profonda ristrutturazione degli interni, lasciati architettonicamente intatti ma resi accoglienti per una continuativa fruizione abitativa. Anche gli arredamenti risalenti al 500 e 600, sono rimasti intatti. Gli ambienti vari, molto particolari, denunciano la funzione di rappresentanza e di relazioni di una famiglia patrizia, come furono quelle dei vari proprietari. Il salone ospita un biliardo risalente al 700, pavimenti in maiolica, mobili e antichi quadri, come quello del cavaliere di Malta, molto particolare e allo stesso tempo bello da vedere. Nelle varie stanze sono presenti specchi di varia foggia e dimensioni, funzionali ad ingrandire gli ambienti. Al piano superiore le varie camere da letto, con sedie e mobili d'epoca intarsiati o dipinti sono arredate con letti elevati per miglior isolamento termico. Una stanza particolare è la biblioteca, insigne per la preziosa raccolta di libri storici su Orsara e sul castello stesso: come quelli sulle spese effettuate. La caratteristica particolare dell'aspetto storico/iconografico del maniero, è la successione di affreschi che documentano attraverso gli stemmi nobiliari, i proprietari avvicendatisi nel corso dei secoli, in qualità anche di feudatari del paese: i Malaspina, i Lodrone, i Ferrari. Nei sotterranei, i locali in passato adibiti a prigioni, ed oggi a cantine dei signori Remondini, attuali proprietari, si possono ammirare volte a botte ed a crociera, cunicoli, passaggi a scala ed a corridoio un tempo utili anche per emergenze o per segretezza di spostamenti ed oggi fruibili come accessi particolari dei locali naturalmente isolati da mura spesse in pietra. Fin dal 1196 l'azienda agricola è sempre stata legata all'immagine del castello, ed è stata rinnovata dagli attuali proprietari che hanno avviato un'attività di produzione di vini DOC, quali Barbera del Monferrato, Dolcetto d'Acqui, Brachetto, Chardonnay e Moscato. Altri link suggeriti: http://www.orsara.com/sito/, http://www.castellipiemontesi.it/pagine/ita/castelli/orsara_bormida.lasso, http://video.virgilio.it/guarda-video/il-castello-di-orsara-bormida_ms725131 (video), https://www.youtube.com/watch?v=g-v5oOhIa84 (video di roby allario).
Fonti: http://www.comune.orsara.al.it/il-comune/la-storia, http://www.comune.orsara.al.it/turismo-e-folclore/il-castello-di-orsara-bormida, http://www.monferratontour.it/it/risorsa/castello-di-orsara-bormida/470749fdc1ac285bc65ce25d91a4e9c4/24065aa18d05831e76cd35a12e276ecf/
Foto: la prima è presa da http://www.orsara.com/sito/img_gallery/visuale6_bassa_ris.jpg, la seconda è di livius2 su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/338316/view