AUGUSTA (SR) – Castello Svevo
La storia di questo castello è lunga e ripercorre buona parte di quella della città augustana. Edificio simbolo della città, è un imponente fortezza normanno-sveva del XIII secolo, che si erge con tutta la sua mole sull'estremità nord dell'isola di Augusta. La realizzazione della fortificazione medioevale probabilmente iniziò nel 1232, e sarebbe stata costruita su una preesistente torre di avvistamento di età normanna (molto probabilmente simile ai “Dongioni” posti nelle città di Motta Santa Anastasia, Paternò e Adrano in Provincia di Catania). La costruzione del castello, sulla piccola penisola denominata "Terra vecchia", fu voluta dall'imperatore Federico II di Svevia e affidata a Riccardo da Lentini. Secondo una leggenda locale, Federico II di Svevia sbarcò presso Augusta dopo un naufragio. Vista la bellezza “incontaminata” della “Rada di Augusta” (allora non vi erano raffinerie), l’Imperatore decise di costruirvi una residenza, difesa da una maestosa fortezza anche se molto probabilmente l’imperatore aveva esigenze di tipo strategico – militari. I lavori terminano nel 1242. A testimonianza vi è una epigrafe nel Castello che recita:
"Augustam Dìvus Augustus
condidit urbem. Et tulit ut
tìtulo sit Veneranda suo"
La costruzione del castello si inquadrava in un progetto che mirava a rendere il territorio controllato militarmente. Il castello svevo di Augusta, unendosi alle fortezze di Catania e Siracusa, estendeva il dominio e un controllo capillare su un più vasto territorio. Dopo la sua completa edificazione, Federico II soggiornò molte volte presso questo castello (contemporaneo al Castello Maniace di Siracusa, altra fortezza voluta dall’Imperatore Svevo) assistendo alla costruzione della città che chiamò Augusta. Dopo la sua morte (avvenuta a Lucera presso Foggia nel 1250), la fortezza venne rilevata dagli Angioini ed affidata al sanguinario Guglielmo di Estendard, che qui fece giustiziare molti oppositori. Durante la rivolta dei “Vespri Siciliani” (1282) gli augustani riuscirono ad entrare dentro il castello saccheggiandolo, fino a quando non passò a Pietro d’Aragona. Dopo pochi anni il castello passò nuovamente in mano dei francesi ad opera del condottiero Rinaldo Del Balzo, ma l’intervento di Ruggero di Lauria e di Giacomo d’Aragona. Dopo altre vicende storiche in cui il castello divenne teatro delle battaglie di Blasco d’Aragona contro gli Angioini (che volevano riconquistare Augusta), della segregazione di Maria d’Aragona (qui tenuta segreta ad Artale Alagona), e di varie battaglie contro i Saraceni che si protrassero per quasi due secoli. Il castello tra il 1326 e il 1567 divenne la sede della “Contea di Agosta” (nome con cui veniva chiamata in quel periodo Augusta, che comprendeva le attuali zone di Melilli, Villasmundo, Priolo, Sortino e Ferla) che vide i Conti Moncada protagonisti fino al 1565 quando la vendettero ai Conti Staiti di Brancaleone, che divennero i nuovi “Conti di Augusta” fino al 1567 quando la contea venne soppressa. L’ex Contea di Agosta passò sotto il demanio vicereale spagnolo i cui maggiori esponenti (i Vicerè di Sicilia) man mano si interessarono alla fortificazione della città augustana di cui il castello era la principale fortezza militare contro le scorrerie saracene che interessarono le coste siciliane. Il castello venne fortificato con ben quattro bastioni angolari posti ai vertici del castello (noti rispettivamente come “Bastioni Vigliena”, “San Giacomo”, “San Bartolomeo” e “San Filippo”) divenendo una vera e propria fortezza militare di prim’ordine nell’intera “Val di Noto”. Dopo lunghissime lotte tra francesi e spagnoli e un’ultima incursione saracena (in cui sarebbe avvenuto il cosiddetto “Miracolo di San Domenico”), il castello ne uscì danneggiato e semi distrutto; ma una colossale colletta popolare proposta dal Vicerè di Sicilia Francesco Benavides IV Conte di Santo Stefano (colui che fece erigere i bastioni posti a ridosso dell’ingresso di Augusta nonché le monumentali porte di ingresso alla città tra le quali l’attuale “Porta Spagnola”) fece in modo che il castello venisse restaurato. La gente di ogni ceto donò circa 30000 scudi affinché la loro fortezza potesse essere restaurata; quasi sicuramente al restauro partecipò anche l’architetto olandese Carlos de Grunenberg (colui che progettò le fortificazioni di Augusta). Nel 1693 il castello venne gravemente danneggiato nel terremoto del 1693; a causa di questo sisma scoppiò una polveriera situata all’interno dell’antica fortezza che uccise tutti gli augustani che si erano rifugiati all’interno del castello per sfuggire alla furia distruttrice del terremoto. Dopo un primo restauro nel 700, il castello divenne sede di una fortezza militare in epoca borbonica che ospitava un importante carcere in cui venivano rinchiusi malviventi oltre che oppositori del regime borbonico. Dopo l’Unità d’Italia divenne per un breve periodo osservatorio solare, poi di nuovo carcere fino al 1978 stravolgendone alcuni elementi architettonici originari (il Carcere di Augusta poi venne trasferito presso l’odierna sede collocata in Contrada Piano Ippolito tra Augusta e Brucoli sulla S.P. 1). Il castello ha pianta quadrata (leggero allungamento su uno dei lati) con corte centrale, tre ali edilizie, torri angolari all'incirca quadrate (quella di nord-est è scomparsa o non è mai stata costruita); due torri rettangolari mediane sui lati est ed ovest; torre mediana pentagonale sul lato sud (in origine, in base alle ultime ricerche, si trattava di un mastio ottagonale); opere bastionate avanzate. L'aspetto originario del castello di Augusta, circondato e protetto dalle imponenti opere bastionate di XVI e XVII secolo, appare fortemente alterato dalle numerose e profonde trasformazioni e modifiche subite all'esterno ed all'interno dal complesso nel corso dei secoli, fino alla recente utilizzazione carceraria cui si deve la sovraelevazione e la copertura complessiva delle ali edilizie con grandi spioventi di tegole. Il nucleo svevo del castello è costituito da un quadrato murario di 62 metri di lato (spessore delle murature 2,60 metri e con fodero di conci in pietra arenaria giuggiulena) con un vasto cortile interno lungo il quale si disponevano tré ali edilizie parallele alle mura perimetrali per tutta la loro lunghezza sui lati nord, est ed ovest. Tre torri angolari a pianta prossima al quadrato si ergono a nord-ovest, sud-ovest e sud-est: la torre di sud-ovest è stata inglobata e chiusa dalle modifiche dovute alla utilizzazione carceraria del complesso; quella di nord-est, in origine senza dubbio esistente (Alberti 1997, p. 38), è andata distrutta. Due torri di cortina rettangolari aggettano a metà dei lati ovest ed est. A metà del lato sud, a difesa dell'ingresso al castello, si erge un torrione attualmente a pianta pentagonale (lato centrale 5,70 metri; lati minori 4,60 metri; lati mediani 5 metri; larghezza complessiva 12,30 metri): si imposta su base a scarpa (fortemente interrata) e presenta un bellissimo paramento bugnato. Secondo le ultime ricerche (Alberti 1997, p. 39) il torrione era in origine un mastio ottagonale costruito quindi a cavallo del muro di cinta sul lato meridionale del castello; la sua attuale altezza è quasi certamente di molto inferiore a quella originaria e si deve, probabilmente, ad un intervento di cimatura cinquecentesco. La costruzione del torrione è invece senza dubbio coeva a quella del castello. Un'altra torre mediana, rettangolare, doveva ergersi sulla cortina settentrionale, in corrispondenza del torrione poligonale (Alberti 1997, p. 48). Dall'ingresso, che si apre a ovest del torrione, si accede all'ampio cortile intemo di perimetro rettangolare (26 metri a nord e sud, 32 metri a ovest ed est), fiancheggiato lungo i lati est, nord e ovest da un portico a arcature ogivali, pilastri e volte a crociera costolonate. Il portico era aperto fino alla metà del '600; attualmente risulta completamente libera solo la nave del lato ovest che presenta nove campate scompartite da archi acuti e caratterizzate da costoloni ad angolo abbattuto: archi e costoloni scaricano sulle mura perimetrali a mezzo di capitelli a goccia con abaco a profilo di semiottagono. La data di costruzione di questo portico non è del tutto certa: potrebbe essere coevo all'impianto originario ma anche, come ha ipotizzato L. Dufour (1989, p. 30), successivo di qualche decennio, risalendo quindi ad età angioina o al '300. Sopra il portico incombono attualmente i piani delle celle che risalgono all'adattamento a penitenziario del 1890 e le coperture a spiovente, di recente restaurate. E' però estremamente probabile, per non dire certo, che un piano superiore fosse previsto fin dal progetto originario. Dufour ipotizza che esso esistesse almeno fin dal XIV secolo, quando è attestata l'utilizzazione residenziale del castello (soggiorno coatto della regina Maria). Giuseppe Agnello (1935, p. 187) aveva ipotizzato l'esistenza di un piano superiore medievale ed il suo abbattimento in epoca spagnola, per adeguare il castello alle nuove esigenze dettate dall'uso delle artiglierie. Nell'ala edilizia occidentale, al piano terreno, si può in parte ammirare la configurazione interna originaria dell'edificio svevo: si tratta di una lunga navata, suddivisa in sette crociere a base quadrata di 7,40 metri di lato, compartite da grossi archi ogivali alla cui imposta è una cornice bianca a profilo di semiottangolo da cui si dipartono anche i robusti costoloni ad angoli abbattuti delle volte. L'edificio, fortemente modificato nel passato, è stato ulteriormente manomesso per l'utilizzazione carceraria. Le strutture principali del castrum svevo permangono però quasi integre, pur fra le modifiche e superfetazioni; sopravvivono inoltre, pur se danneggiate e mutile, gran parte delle strutture di fortificazione successive. I locali accessibili del complesso, in consegna alla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Siracusa che ha già realizzato alcuni lavori di restauro, sono occasionalmente visitabili e utilizzati per conferenze e manifestazioni culturali. Il rivellino è attualmente occupato dal Commissariato della Polizia di Stato. Passato al demanio, il castello è stato affidato alla sovrintendenza dei beni culturali di Siracusa. Dopo un breve periodo di apertura al pubblico, questo Castello è stato posto sotto sequestro dai Carabinieri del nucleo patrimonio storico di Siracusa facendo partire una serie di indagini verso le alte cariche della Regione Siciliana, colpevole di aver omesso volontariamente l’inizio di vari interventi di restauro nei confronti del castello che presenta alcune aree pericolanti e a rischio crollo. Dopo ciò si auspica un necessario e urgente intervento di restauri affinché, come detto prima, il Castello Svevo di Augusta venga completamente restaurato, riqualificato e aperto al turismo (dovrebbe ospitare la sede del Museo del Mediterraneo Moderno di Augusta a restauri ultimati che, oltre a consolidare il castello, dovrebbero riportarlo com’era in origine eliminando alcuni stravolgimenti che si sono ottenuti convertendo la fortezza medievale in casa di reclusione). Non visitabile al pubblico, negli ultimi anni, per pericolo di crolli, con un eventuale restauro di tutto il complesso, esso potrebbe sicuramente diventare la più importante attrazione turistica per la città di Augusta magari ospitando anche vari tipi di eventi. In passato il castello ospitava anche il cosiddetto “Museo della Piazzaforte” in cui erano esposti cimeli risalenti alle due guerre mondiali (ritrovati presso il territorio augustano) oggi posto in un’ala del Municipio della città augustana. Altri link consigliati:
https://www.youtube.com/watch?v=1yhOFHEa9FQ (video di Sulidarte),
https://www.youtube.com/watch?v=sAMJSQdvKKo (video di Augustaonline.it),
https://www.youtube.com/watch?v=hWcqlOgObPY (video di PartecipAgire),
http://www.antoniorandazzo.it/monumenti%20medievali/files/castello-svevo-augusta.pdfFonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_svevo_(Augusta),
https://www.icastelli.it/it/sicilia/siracusa/augusta/castello-di-augusta,
http://sudestsicilia.altervista.org/augusta-castello-svevo/Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, la seconda è presa da
http://sudestsicilia.altervista.org/augusta-castello-svevo/, la terza è presa da
http://www.artemagazine.it/istituzioni/item/443-sequestrato-il-castello-svevo-di-augusta-pericoloso-per-l-incolumita-pubblica