VALFABBRICA (PG) – Castello di Giomici
Giomici consiste, fondamentalmente, del castello omonimo, che si trova a 567
mt. s.l.m., e di poche abitazioni (case coloniche) circostanti. È localizzato
sulle colline tra Valfabbrica e Casacastalda e si affaccia sulla valle del
fiume Chiascio, proprio sopra dove dovrebbe svilupparsi il lago artificiale
generato dalla diga di Valfabbrica.
Giomici
formava un tempo assieme a Biscina, Caresto, Coccorano ed altri, il sistema
difensivo di Gubbio al confine con Perugia. Per questo il borgo ha avuto un
ruolo di primaria importanza nella storia tra XIII e XIV secolo, ed è stato
teatro di scontri e continue conquiste e riconquiste da parte delle città-stato
vicine. Il castello di Giomici, che prende il nome da Glomisso - il nobile
tedesco vassallo di Ottone III di Sassonia - che intorno all’anno 1000 ne fu il
primo signore e forse il fondatore - viene più volte nominato in numerosi
documenti e diplomi storici medioevali conservati presso gli archivi di
Gubbio; in questi documenti Federico Barbarossa, Arrigo IV e Ottone IV
assegnano Giomici alla città stato di Gubbio. Il castello di Giomici è nominato
varie volte anche in documenti medioevali, per la prima volta nel 1160 da
Federico I, detto Barbarossa, quando furono stabiliti i confini tra Assisi e
Gubbio; questo poiché nella guerra tra il 1140 ed il 1160 fra le due
città-stato, Giomici era stato conquistato e saccheggiato da Assisi. Con il
citato documento, Barbarossa, annetteva Giomici nuovamente a Gubbio. Giomici è
nuovamente nominato in documenti di Federico I nel 1163, di Arrigo IV nel 1191
e da Ottone IV nel 1211. Verso la metà del XIII secolo, Giomici era annesso
all’abbazia di S. Donato di Pulpiano, nel territorio di Gubbio, a seguito di
una donazione di Federico I, il quale con un documento del 1163 riceveva la
suddetta abbazia sotto la sua protezione. Ottone IV il 14 novembre del 1211
donava alcuni castelli, tra i quali Giomici allo stato di Gubbio. Nel giugno
del 1240, a fianco del vescovo di Gubbio, l’abate del convento di S. Donato,
cedette a Monaldo di Suppolino
Castrum Glomisci eius curiam totam, com
hominibus servitii et utilitatibus. Dopo la guerra con Perugia, nell’aprile
del 1258, Gubbio comprò da Monaldo di Suppolino un palazzo ed una torre
all’interno del borgo di Giomici. Nonostante questa vendita, i discendenti di
Monaldo da Suppolino mantennero alcuni possedimenti all’interno del borgo, e in
diversi documenti del tempo, sono nominati come ‘Conti di Casa Castalda e
Giomisci’. Durante le guerre tra Perugia e Gubbio, Giomici "passò di mano"
varie volte, ma alla fine rimase per secoli annesso a Gubbio. Vi fu dunque un
periodo di dominio da parte dei conti Bigazzini di Coccorano (di origine
longobarda) e poi passò ai Gabrielli di Gubbio, che lo mantennero per diverse
centinaia di anni. La giurisdizione invece passò per un po' ad Assisi ma poi
ritornò sempre a Gubbio. Ser Guerriero di Gubbio racconta, nella sua cronaca,
il seguente fatto che nel 1378 successe a Giomici: "… in quell’anno Senso
de’Gabrielli prese il possesso di Giomici. Petruccio de Villamaiana si era
rifugiato nella torre più alta e non voleva capitolare, allora fu abbattuta la
torre e con lei Petruccio che cadde sul tetto della casa a fianco…". Il
soldato eugubino Petruccio, dopo circa due mesi di assedio riuscì a fuggire
indenne e a rientrare a Gubbio. Il 20 agosto 1380 il Comune di Gubbio,
memore del valoroso soldato, volle indennizzarlo delle armi e delle poche cose
perdute con un premio di 15 fiorini d’oro. Nel 1419, un'incursione di Braccio
da Montone ne danneggiò le mura. Comunque Giomici fu talvolta occasione di
lieti eventi e tra questi ricordiamo quando Francesca Baglioni, sorella del
famoso Gian Paolo Baglioni Signore di Perugia, il 2 giugno 1515 dopo il suo
matrimonio con Filippo di Bernardino Ranieri, Conte di Schifanoia, fu condotta
dallo sposo a Giomici, altro castello in proprietà dei Ranieri, dove trascorse
la luna di miele. Nel Rinascimento Giomici seguì il destino di Gubbio e per
circa 250 anni fece parte del Ducato di Urbino, sotto la Signoria dei Duchi di
Montefeltro, di cui ne costituiva l’estremo confine a Sud. Nei secoli
successivi la gran parte del Castello rimase sempre in proprietà di importanti
famiglie nobili eugubine ed in particolare dei Marchesi Mosca, Benamati e
Ranieri per eredità dei Conti di Coccorano che storicamente possedevano
1/6 del castello e del territorio di Giomici; altre famiglie, Giappichini e
Cenci, possedevano alcune abitazioni. Verso la fine del 1700 il Castello di
Giomici ed i terreni annessi di circa 600 ettari divennero di proprietà dei
Vagni, una ricca famiglia locale le cui origini si possono far risalire fino al
986, quando un certo Obizzo Vagni era proprietario di un castello con il quale
aiutò Arduino d’Ivrea a combattere Arrigo. Tra i Vagni troviamo illustri
personaggi nel campo letterario e scientifico, ma anche nell’esercito e nella
chiesa. Nel 1807 un ramo della famiglia Vagni si trasferì nel castello,
nella ex casa dei Marchesi Benamati, e vi abitò stabilmente. Il Beneficio
parrocchiale della Chiesa di S.Michele Arcangelo possedeva in Giomici, oltre
che la chiesa, due fabbricati. Il borgo fortificato divenne successivamente un
importante centro agricolo ove abitato stabilmente da circa 30 persone dedite
soprattutto all’agricoltura ed agli allevamenti zootecnici. Negli ultimi 40
anni la famiglia Balestra ha acquistato 4 fabbricati nel castello
ristrutturandoli adeguatamente. Gli attuali proprietari Vagni e Balestra hanno
conservato l’ambiente e le tradizioni, trasformando il castello in luogo di
ospitalità. Nell’abitazione di residenza della famiglia Balestra si conservano
gli affreschi degli antichi Conti di Giomici, Rinaldo e Ugolino II. Recentemente
il castello è stato dichiarato di interesse storico-culturale e vincolato ai
sensi della L.M. n° 1089/39. A conclusione di questa sommaria carrellata
sulla storia del castello, c’è un dettaglio, abbastanza singolare: infatti per
quanto possa sembrare strano il nome del Castello, per come è riportato nei
documenti degli archivi storici e nelle mappe medioevali, negli ultimi 1000
anni, ha cambiato la propria denominazione per più di 20 volte: GLOMISSO,
GLOMISCO, GLOMISCIO, GLOMISCHO, GLOMISIS, GLOMISCI, GLOMISI,GLOMICE, CHIOMISCI,
CHIOMISCIO, GHYOMISTI, GLOMISCHI, IOMI, GIOMMEI, GLOMESI, CHIOMISCE,
GOLINISCIO, GLOMESCIM, GIOMISI, JOMISCIO, JOMICE, GIOMESCI, GIOMISCI, GIOMICI.
Il castello è caratterizzato da una torre merlata e da una serie di bifore e
monofore. Altri link consigliati:
http://www.mondimedievali.net/castelli/umbria/perugia/giomici.htm,
http://www.agriturismodeaumbria.com/page5.htm,
http://www.umbriaonline.com/article_820.phtml,
http://www.itinerari.regioneumbria.eu/default.aspx?IDCont=200156
in più, è su Facebook con questa pagina: https://it-it.facebook.com/pages/Giomici-Castle-Horses/481626831861089
Fonti:
http://www.ilcastellodigiomici.it,
http://www.giomici.com,
http://it.wikipedia.org
Foto: da
www.residenzedepoca.it e di Grifo su http://rete.comuni-italiani.it