STRONGOLI (KR) - Castello di Fasana
Il territorio di Fasana con torre
e magazzini appartenne a Lelio Lucifero, alla cui morte subentrò il fratello Gio.
Paulo Lucifero, al quale successe il figlio Lelio Lucifero junior. Per la
minore età di quest’ultimo, il tutto passò sotto la tutela della madre Isabella
Leone, moglie del fu jo. Paulo. Durante il periodo della tutela il patrimonio
cominciò a venir meno. Nell’aprile del 1591, su istanza di Fabio de Aquino,
conte di Martorano, creditore di 1000 ducati, il Sacro Regio Consiglio fece
mettere all’asta i beni di Lelio ed il conte nel maggio dello stesso anno entrò
in possesso del territorio di Siviglia. Due anni dopo intervenne la vedova Ippolita Pipino: in
forza di un legato che le assegnava 300 ducati annui, da tre anni disatteso,
richiese l’intervento della Regia Corte di Crotone – che mise all’asta il giardino
di Maccoditi. Poiché parte della proprietà si trovavano nel territorio di
Strongoli, feudo dei principi di Bisignano, gli eredi di Gio. Paulo Lucifero in
quanto sub feudatari dovettero pagare l’adoha al feudatario di Strongoli che
dal 1605 divenne il conte di Melissa Giovan Battista Campitelli. Fasana con
magazzini, cisterna e cappella e i territori di Mossa, Pantano di Taccone,
Pantano di Vitetta, Poerio, Siviglia, Castellana, la pescheria alla foce del
Neto, l’isoletta dalla parte di Neto verso Crotone, li ritroviamo tra i
numerosi beni che il marchese di Casabona, Scipione Pisciotta, lasciò nel 1622
agli eredi che se li litigarono. La torre
di Fasana, posta nel territorio di Strongoli nei pressi del bosco Pantano
alla foce del Neto e sulla strada costiera, rimase per tutto il Seicento luogo
importante tra Crotone, Cirò e Strongoli. Poco dopo la metà del Seicento il
feudo di Strongoli passò dai Campitelli ai Pignatelli e con esso anche la torre di Fasana che molto probabilmente
era stata portata in dote da Francesca Pisciotta a Francesco Campitelli,
principe di Strongoli. Durante il periodo in cui fu possesso dei Pignatelli la
torre ospitò nel febbraio 1735 Carlo III di Borbone e subì verso la metà del
Settecento delle trasformazioni diventando un casino di soggiorno usato dal
principe di Strongoli quando veniva in Calabria. Il 4 aprile 1799 vi pernottò
anche il cardinale Ruffo proveniente da Crotone. Il territorio seminativo
di Fasana, con le terre olivetate, l’orto, i pascoli, ”con grandioso casino,
magazzini, trappeto ed ogni altro comodo annesso” fu venduto nel 1831 per
debiti da Francesco Pignatelli ai fratelli germani Nicola e Leonardo Giunti. Nel
1933 subentrò nel possesso il Dott. Francesco Massara, cui seguirono i figli
Filippo e Romano. Il castello di Faggiana, nominato anche di Fasana, è situato
sulla riva sinistra del fiume Neto, il corso d'acqua che delimita i comuni di
Strongoli e Crotone, e nelle immediate vicinanze dell'oasi protetta della sua
foce. Il complesso è costituito da grandi edifici merlati e una chiesetta,
arricchiti, tra l'altro, di preziose maioliche fiorentine, che richiamano alla
mente gli artistici centri rinascimentali di Toscana ed Umbria e che dominano
una grande e fertile pianura a colture cerealicole, agrumeti e uliveti. Verso
est il castello di Fasana si affaccia sull'antico mare magnogreco, dal quale è
separato da un esteso bosco di variegati alberi: pinus pinea, abeti, conifere,
cipressi, eucaliptus ed altri. Nello stesso bosco, essendo il terreno in alcuni
punti sotto il livello del mare, vi troviamo laghetti naturali in cui vi erano
nei secoli scorsi, ed ancora oggi, diversi specie di selvaggina, di pesci e di
uccelli, tra quest'ultimi predominava il "fagiano": da questo
deriverebbe il nome dato al Castello, appunto "Fagiana" prima e poi
Fasana. Sono pochi i riferimenti storici di Fasana e ciò probabilmente anche
per via della sua collocazione alquanto isolata come lo è ancora oggi. Infatti
dalla Statale 106 Ionica sono appena visibili i tetti merlati.
Fonti: http://strongoli-petelia.blogspot.it/2011/11/castello-di-fasana.html,
http://www.archeologiapetelina.it/castellodifasana.htm
(a cura di Mimmo Stirpara), http://www.strongoli.org/page.asp?id=17 (a cura del
Prof. A. Pesavento)
Foto: da http://www.mondimedievali.net e da http://strongoli-petelia.blogspot.it
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