MONTORIO VERONESE (VR) – Castello scaligero
Situato sul colle di Montorio, include nel suo insieme i resti del castrum medievale, il cui impianto risale al X secolo, su preesistenze romane. L’aspetto del Castello negli anni immediatamente successivi alla sua edificazione non ci è noto. L’attenta analisi della stratificazione muraria porta alla conclusione che praticamente nulla di quanto attualmente rimane dell’antico maniero è anteriore alla fatidica data 1117, anno in cui la città di Verona fu letteralmente rasa al suolo da un tremendo terremoto. Ricostruito dopo quel tragico evento, per la sua importante funzione strategico-militare oltre che per la sua collocazione a controllo delle valli circostanti, fu al centro di lotte di fazione fra le potenti famiglie dei Crescenzi (ai quali era stato dato in feudo il Castello) e dei Sambonifacio. Con la disfatta del Barbarossa a Vaccaldo, nel 1207 il vescovo card. Adelardo cedette il Castello al Comune di Verona che nel 1228 provvide a fortificarlo e a darlo in custodia ad un Capitano. Successivamente, durante il riassetto scaligero (seconda metà del XIV secolo), fu rafforzato e ampliato con l'aggiunta della bastia. Caduta la Signoria Scaligera nel 1387, il maniero fu prima dei Visconti, poi dei Carraresi ed infine dei Veneziani. Da questo momento iniziò per il maniero un periodo di incuria e saccheggi da parte dei villici locali che provocarono danneggiamenti e distruzioni di parti della struttura. La tranquillità della zona regnò sovrana per quasi tre secoli, fino alla sanguinosa guerra tra l’esercito napoleonico e quello degli Asburgo. Il Castello tornò protagonista il 19 novembre del 1813, quando un distaccamento dell’esercito austriaco accerchiò le truppe francesi, ritiratesi entro le mura cittadine, insediandosi nel nostro maniero e minacciando dalla dorsale Preafitta il fianco nemico. L’anno seguente l’esercito di Napoleone lasciò definitivamente Verona. Gli Austriaci riconobbero l’importanza strategica del colle Preafitta e progettarono nuove fortificazioni, ad opera del colonnello Andreas Tunkler von Treuimfeld, che significarono la definitiva rovina del Castello. Il maniero, requisito ai Roncalli, venne riconvertito in una grande batteria chiusa armata con artiglieria pesante affiancata poco dopo dal nuovo Forte John. A tale scopo diverse strutture castellane vennero demolite, comprese alcune torri e tutte le cortine merlate, mentre alcune opere furono restaurate per ricavarvi ridotti e locali logistici. Solo il mastio fu lasciato intatto in quanto adibito ad osservatorio. Nel 1866 la batteria del Castello ospitava al suo interno venti cannoni, una polveriera con 44 tonnellate di munizioni e una guarnigione di 340 soldati tra fanti ed artiglieri. E’ singolare il fatto che da queste fortificazioni non venne sparato alcun colpo contro il nemico! Con la pace di Vienna (3 ottobre 1866) il Veneto venne infatti consegnato al Regno d’Italia. Per un certo periodo continuò ad ospitare una guarnigione militare stabile ed al termine del secondo conflitto mondiale fu impiegato per esercitazioni militari. Finalmente nel 1971 il Comune di Verona acquistò il Castello e ventisei anni dopo anche l’area circostante detta Bastia, avviando poi dei lavori di restauro e protezione di ciò che è rimasto ancora in piedi. Nel suo assetto compiuto (XIV secolo), il castello si componeva di due parti: il recinto minore (castrum), situato verso settentrione, e l'annesso recinto maggiore (bastia), entrambi originariamente merlati e turriti. L'impianto dei due recinti era irregolare per l'adattamento alla sommità del colle di Montorio. All'interno del castrum si erge l'alto mastio (XII secolo), a conci squadrati di tufo, su basamento marmoreo; la sopraelevazione di laterizio, con i resti dell'apparato a sporgere sono scaligeri (1360-1380). La torre principale del castello, che rappresentava l’estremo baluardo di difesa in caso d’assedio, è alta ben 27 metri e ha base quadrata con lato esterno di mt 6,35. All’interno aveva tutta una serie di solai con relative scale di collegamento che arrivavano fino alla terrazza merlata demolita dagli Austriaci. Altra importante torre, alta circa 21 metri, è quella vescovile, e anch’essa ad un attento esame mostra ben tre diverse fasi di costruzione. Il castello presenta poi altre due torri angolari, ben più basse delle prime già citate, entrambe di origine scaligera e “scudate”.
La grande batteria annessa al castello è a tracciato irregolare, adattata alle preesistenze del castello medievale. Faceva sistema con i forti austriaci di San Michele, a 2800 metri in pianura, e di Preara, a 700 metri verso settentrione, sull'altura maggiore del medesimo crinale di Montorio.