venerdì 23 gennaio 2009

Meravigliosa !! (da Amici Miei)

sabato 17 gennaio 2009

Conti bancari dormienti (dal sito di beppe Grillo)

I conti dormienti per finanziare la social card e l'Alitalia. I conti dormienti. Che bella definizione per fotterti. Tu dormi insieme ai tuoi conti e gli altri godono.Depositi i tuoi risparmi in banca. Hai fiducia nella tua banca, nella faccia del direttore della tua filiale, altrimenti non gli affideresti i tuoi soldi. Li lasci lì, dormienti, perchè crescano negli anni, magari con un interesse modesto. Ma, se non movimenti il tuo conto, dopo dieci anni, arriva il principe azzurro a risvegliarlo. Ha la faccia del Ministro del Tesoro. Non bacia il conto, se lo fotte. Il conto è risvegliato e trasferito nelle casse dello Stato. Il rapporto è tra te e la tua banca. I soldi sono i tuoi. Chi li usa è il Tesoro.
E' un esproprio legalizzato. Il numero dei conti dormienti alla fine dello scorso novembre era di 1.071.590, pari a circa 800 milioni di euro.
Lo Stato ha le pezze al culo, ieri la Banca d'Italia ha usato l'espressione "economia di guerra". Questo Stato mette le mani nelle tasche degli italiani con trucchi miserabili come i conti dormienti. Era successo anche con il governo Amato e il prelievo forzoso sui conti correnti, ma ora è peggio.
Si colpiscono i più deboli, i più fiduciosi in questa cloaca di Stato. Gli anziani e gli emigrati italiani in Canada, in Australia, in Brasile che non conoscono il decreto o non sono in grado di informarsi o di essere informati. Che non sanno che i loro soldi scompariranno se non sono movimentati. E vale per ogni tipo di deposito:
- deposito di somme di denaro, effettuato presso l'intermediario con l'obbligo di rimborso
- deposito di strumenti finanziari in custodia ed amministrazione
- contratti di assicurazione di cui all'articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, in tutti i casi in cuil'assicuratore si impegna al pagamento di una rendita o di un capitale al beneficiario ad una data prefissata.
La banca dovrebbe inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno per avvisare la persona che i suoi soldi saranno prelevati dal Tesoro. A me risulta che non sia tenuta a farla per tutti i tipi di deposito. Il Tesoro mi smentisca se sbaglio.
Se avete dei conoscenti all'estero o persone anziane verificate se hanno un conto dormiente con il motore di ricerca del ministero e avvertitele subito. In teoria per dieci anni dall'esproprio si possono richiedere i soldi indietro al Tesoro. Capite, potete richiedere i VOSTRI SOLDI INDIETRO... Dovrebbe esistere una procedura per recuperare i soldi, ho telefonato a una banca e mi hanno detto che aspettano ancora istruzioni dal ministero per sapere qual è...
L'esproprio di Stato non si applica per i depositi sotto i cento euro, per ora..., domani avranno bisogno anche degli spiccioli.
Tremonti ha detto, a proposito del calo del 2% del PIL nel 2009, che non siamo al Medio Evo. Ed è vero, nel Medio Evo i ladri si chiamavano ladri, le gabelle si chiamavano gabelle e non decreti legge. Questo Governo non mette le mani nelle tasche degli italiani, si rivolge direttamente alla loro banca.
Avvertite i vostri conoscenti e parenti all'estero e le persone anziane che conoscete. Non lasciate che gli fottano così i loro risparmi.

sabato 10 gennaio 2009

Essere pediatri nel 2009

Probabilmente la problematica che sto per sollevare andrebbe estesa a tante altre categorie di medici e non, però voglio soffermarmi sui pediatri perchè i loro pazienti sono assai piccoli e indifesi; inoltre molto spesso i genitori davanti a problemi di salute dei loro figli non sanno cosa fare e cosa pensare e si rivolgono al pediatra considerandolo "ancora di salvezza". Ebbene sì, sono anche io un diretto interessato in quanto padre e devo denunciare pubblicamente il mio sdegno per come funzionano le cose oggigiorno. Io e mia moglie abbiamo una pediatra che sebbene ci abbia lasciato il suo cellulare e il numero di casa in caso di emergenze, nei momenti critici è stata sempre irreperibile. Quei telefoni ce li ha forniti come per prassi, probabilmente già sapendo che non ci sarebbero serviti se un giorno li avessimo utilizzati. Più di una volta la mia piccolina è stata male, purtroppo spesso in corrispondenza di weekend o di festività, e in ogni circostanza abbiamo dovuto aspettare il primo giorno lavorativo di calendario per poter contattare la pediatra e sapere da lei come intervenire. L'ipotesi di una visita a casa del pediatra è pura utopia.....Purtroppo il problema non è solo mio e di mia moglie, sappiamo che altre coppie nella nostra stessa situazione non si trovano bene con il loro pediatra e si lamentano come noi. Quello che sto imparando è che l'unica soluzione, a meno che non si conosca strettamente o si abbia in famiglia qualche pediatra, è quello di rivolgersi privatamente ad un pediatra a pagamento. La sanità statale è ridicola, per non usare termini ben più offensivi....e se non hai una certa tranquillità economica, per campare sono cazzi tuoi :-(

Risposta di Corrado Augias su Repubblica

Sfogliando il giornale "la Repubblica" di venerdì 9 gennaio ho trovato questa lettera che, insieme alla relativa risposta di Corrado Augias, mi ha estremamente interessato e che voglio condividere sul mio blog:

Caro Augias, al di là di qualche protesta da parte degli studenti nei mesi scorsi e di qualche categoria minacciata nel posto di lavoro, mi pare che nel paese si respiri un' aria di profonda rassegnazione e impotenza. Spesso mi sono sentita chiedere (e ho chiesto a me stessa) perché ancora insisto a guardare certi dibattiti televisivi e programmi sulla realtà socio-politica italiana, perché vado a firmare per i referendum, perché vado a cercare anche le notizie non sempre riportate dai giornali... tanto le denunce delle ingiustizie non hanno mai conseguenze e nulla può davvero cambiare in un paese largamente fondato sull' illegalità. Sdegnarsi, arrabbiarsi, serve solo a rovinarsi la vita. Risponda alle mie domande: perché continuare a informarsi? Perché sdegnarsi di fronte alle ingiustizie? Come si può non passare dallo sdegno e dall' autocommiserazione ad una reazione che serva a qualche cosa? Davvero non è pensabile una lotta diversa da quella contro i mulini a vento? Che può fare la gente comune per cambiare lo stato così insoddisfacente delle cose?

Domande difficili. A ben guardare però si vede che, a parte la crisi economica nata negli Stati Uniti, le questioni sono per lo più riconducibili al fatto che la politica in Italia non funziona più. La politica è come il colesterolo: c' è quella che fa bene e quella che fa male. Noi abbiamo troppa politica che fa male mentre scarseggia la politica buona, quella che serve a far andare le cose nel modo migliore possibile. Il motivo di fondo è che i partiti politici, che non dovrebbero avere ruolo istituzionale, hanno al contrario occupato lo Stato ereditando, a destra e a sinistra, l' aspetto peggiore che aveva caratterizzato il lungo prevalere della Democrazia Cristiana. Partiti nelle Asl e nelle università, nella Rai e nella magistratura, negli istituti locali e negli enti di previdenza, nelle aziende pubbliche e nelle banche. Enrico Berlinguer lo aveva denunciato già nel 1981, undici anni prima che scoppiasse Tangentopoli. Una diffusione così vasta del partitismo è di per sé veicolo di corruzione. I partiti vogliono essere compensati per i benefici che possono elargire, tendono a trasformare il rapporto di cittadinanza in clientela, i diritti in favori. Niente è più lontano dalla funzione benefica che i partiti politici svolgono quando si limitano ad esercitare correttamente il loro ufficio. In Italia i partiti sono stati i tendini che hanno contribuito a tenere unito il paese, a formare dirigenti, ad elevare il tenore culturale delle discussioni. Oggi non è più così. Quale più quale meno sono tutti in qualche modo responsabili dell' inquinamento ed è rimasto solo il presidente della Repubblica a ricordarci con leale realismo lo stato di fatto. Proprio per questo bisogna continuare a sdegnarsi, a reagire, a firmare per ciò che riteniamo utile al paese, a prendere parte, a ribattere. In una parola a resistere. Servirà? Non lo so, non bisogna chiederselo, ci sono cose che vanno fatte e basta. -
CORRADO AUGIAS c.augias@repubblica.it