SALEMI (TP) - Castello Normanno-Svevo
Sorge in posizione elevata e strategicamente dominante, eretto sulla base di un'antica fortezza greco-romana poi utilizzata dagli arabi e dai normanni. Ai piedi del complesso monumentale di carattere spiccatamente arabo si incrociano gli antichi percorsi che da Palermo conducevano a Marsala, e da Mazara del Vallo a Trapani. Interessante per la datazione dell’opera è l’incisione "I. C. N. C. R. I." -I(esus) C(ristus) N(azarenus) C(rucifixus) R(ex) I(udeorum)-, posta sulla faccia esterna dell’architrave della finestrella della torre cilindrica, che colloca l’edificazione del Castello dopo la sottomissione degli Arabi da parte dei Normanni nel 1070. I caratteri stilistici arabi della costruzione, fanno comunque supporre che i Normanni conquistatori si avvalsero delle maestranze arabe per la costruzione del castello. Altri elementi quali l’arco a sesto acuto, il notevole spessore murario, l’impianto tendenzialmente regolare e simmetrico, le volte a crociera con chiavi scultoree e costoloni modanati, le coperture dei vani con volte ad ombrello, la commistione geometrica del poligono-cerchio e nel caso specifico ottagono-cerchio, sono invece caratteristici dei castelli federiciani in Sicilia. Il castello di Salemi, nella forma unitaria e articolata giunta fino a noi, ha una corte quasi rettangolare cinta da muri su tre lati (nord-ovest, nord-est e sud-ovest) e da un edificio abitativo lungo il lato sud-est, un salone originariamente rettangolare tripartito in un secondo tempo; l'angolo nord è occupato da un corpo edificato ad un solo piano fuori terra, realizzato negli anni '30: il serbatoio idrico comunale. Il castello possiede tre torri angolari, una tonda (ovest) e due quadre (est, sud); una quarta torre (quadra?) esistente nell'angolo nord è probabilmente crollata nel secolo XVII. Nell'angolo tra la torre quadra maggiore (est) in pietra concia ed il muro esterno sud-est in opera incerta, si individua un tessuto murario che per la tecnica usata rimanda ad edifici di eta normanna o islamica, pur non escludendo l'età bizantina. La configurazione è semplice ed unitaria, nonostante le sopraelevazioni dei due vani laterali del salone rettangolare abbiano sminuito la forza svettante delle due torri quadre che, in origine, superavano in altezza tutte le fabbriche vicine. In età aragonese, furono quasi certamente edificate le sopraelevazioni viste in precedenza ed almeno altre due, oggi scomparse, e cioè un corpo a due elevazioni lungo il muro nord-est ed un corpo di guardia aggiunto all'esterno del recinto. Le torri quadre sono dei veri e propri prismi sovrapposti a sezione decrescente in pietra concia per circa metà dell'altezza e ad opera incerta nella parte superiore. La torre cilindrica, figurativamente composta da tre cilindri sovrapposti a sezione decrescente, è di opera incerta con due cinture in pietra concia che sottolineano i passaggi da una sezione all'altra, bucata solo da strette feritoie e da finestre rettangolari, a volte con feritoie nel davanzale. In sommita delle torri è un coronamento di merli rettangolari (in gran parte di restauro) con feritoie assiali. L'ingresso al castello è costituito da due archi acuti di diversa ampiezza, posti sullo stesso asse, separati da due fenditure entro cui scorreva la saracinesca; l'ingresso era difeso all'esterno da un corpo di guardia aggiunto nel XIV secolo, un vano rettangolare (m 7,30 x 3,30) con copertura lignea su mensole scultoree (restano in sito alcuni esemplari), demolito negli anni '60 nel corso dei lavori di restauro. Nel 1359 Riccardo Abbate, signore di Trapani, fedele ai Ventimiglia e a Federico III d'Aragona, chiamato da alcuni notabili, occupò la città di Salemi nel nome del re. Durante la notte, la città che lo aveva accolto al grido di "viva Federico!", a seguito di un equivoco e seguendo il partito chiaramontano, inneggiò al re Luigi di Napoli. Nel corso del tumulto che ne seguì, l'Abbate perse la vita mentre il partito dei Ventimiglia scacciò i chiaramontani; la citta "nel corso di poche ore, accolse e caccio 1'uno e 1'altro re". Nel 1392 la regina Maria e i due Martini, soggiornarono nel castello nel corso del viaggio da Trapani a Palermo. Nel 1629, con una solenne cerimonia svoltasi sembra nelle sale del castello, la citta inviò al re Filippo III di Spagna alcuni delegati incaricati di offrire 14.000 scudi in cambio della promessa di salvaguardia della propria demanialità. Nel 1653 il castello fu acquisito dal sacerdote Bruno, quale garanzia di un prestito fatto all' universitas di Salemi. E' in questo periodo che venne realizzato il balcone a petto con balaustra nella torre quadra sud ampliando il vano di una feritoia. Nel XIX secolo l'edificio subì un lento decadimento giacchè proprietà privata passata ai Mazzarese-Fardella ed ai conti Pepoli di Trapani, troppo lontani per avere qualunque tipo di interesse verso il castello. La comunità locale, intentò un processo di rivendica del suo possesso che si concluse agli inizi dell'attuale secolo con il pagamento di un risarcimento ai privati proprietari. Nel corso dei secoli, il Castello di Salemi venne adibito agli usi più disparati: da vera e propria inespugnabile cittadella (secc. XII-XVI) a semplice punto di osservazione e di avvistamento (secc. XV-XVI); da deposito di paglia ed attrezzature agricole (secc. XVII-XIX) a sede della Biblioteca Comunale (1934-1968). Nel 1968 le strutture del castello furono gravemente danneggiate dal terremoto. Oggi dopo una lunga opera di restauro, è di nuovo perfettamente fruibile.