martedì 30 luglio 2024

Il castello di martedì 30 luglio



FRANCOFONTE (SR) - Castello di Chadra

A nord-est di Francofonte sorgono, immersi tra agrumeti e vigneti, i ruderi del castello di Chadra, le cui origini affondano in quel periodo della Sicilia tanto turbolento, quanto incerto, risultato della lotta tra angioini e aragonesi prima e dopo la guerra del Vespro. Nel 1270 si documenta l’esistenza solo di un casale “Càdera” o “Chadra”. Nel 1296 il casale era feudo diviso tra le due famiglie dei Mortillaro e dei De Lamia; nel 1307 il miles Giovanni De Lamia decise di edificare una fortezza in quella parte del feudo che apparteneva alla sua famiglia, la quale ottenne l’intero possesso del territorio appena due anni dopo. I De Lamia detennero Chadra con il relativo castello fino al 1392, anno in cui Nicolò De Lamia, considerato ribelle giacché leale alla famiglia dei Chiaramonte, subì la confisca dei beni dalla regia camera. Nel 1394 ottenne l’investitura del feudo di Chadra Berengario Cruyllas, la cui famiglia non molto tempo dopo ricevette anche castello e abitato di Calatabiano. Due terremoti causarono il progressivo abbandono del casale e della fortezza: al 1552 è datato un primo evento sismico, durante il quale la fortezza subì seri danni, tuttavia riparati; infine il violento terremoto del 1693 devastò l’intera struttura, pregiudicando ogni tentativo di ricostruzione. Chadra è un “baglio”, il quale si presenta nella forma di una grande torre mastra, attorno alla quale si svolge il perimetro di un cortile fortificato. Il cortile possiede una forma rettangolare irregolare (m. 75 X 45), orientato est-ovest. L’intero complesso, che sorge su di un’ansa del torrente Canale, si presenta protetto a meridione e a oriente dal medesimo corso d’acqua, mentre a settentrione offrono una prima difesa dai possibili assedianti due fossati paralleli, dei quali quello più esterno pare sia rimasto incompiuto. Il fossato interno era largo oltre 4 metri e, almeno nella prossimità dell'angolo sud.ovest, profondo altrettanto. L’intera cortina muraria sembra essere il risultato di aggiunte successive: il muro orientale, ai giorni nostri per buona parte crollato, parrebbe opera del XIV o XV secolo; certamente più tardo è il tratto di muro meridionale, realizzato per buona parte nel XVIII secolo, ma inglobante tratti della cortina trecentesca. Lungo tutto il perimetro murario si svolgono anche i camminamenti di ronda merlati, scomparsi per la maggior parte, tranne per alcuni brevi tratti. Essi si dispongono a circa 4 m. d’altezza e si internano nella medesima cortina con una profondità di circa cm. 70. L’ingresso principale al cortile fortificato si trova nell’angolo di nord-est e ha la forma di un avancorpo, aggettante verso settentrione di circa m. 12. La soglia di tale ingresso immette in un piccolo cortile, forse salvaguardato dalla presenza di una torretta, un tempo anch’essa aggettante dalla cortina muraria principale, ma adesso crollata. Dal piccolo cortile al grande cortile si accede tramite una rampa di scale intagliata nella roccia. Il baglio è oggi occupato da un agrumeto che occulta buona parte delle strutture superstiti. Fino a qualche decennio fa dovevano esservi molti cisterne e silos scavati nella roccia, oggi del tutto interrati e poco o per nulla visibili. La torre mastra sorge lungo il lato occidentale del cortile principale. Dell’edificio oggi rimangono solo dei grossi monconi, dai quali è possibile ricostruire solo con parziale esattezza l’aspetto originario di questa fortificazione: essa possedeva una pianta cilindrica e apriva sul baglio il suo unico ingresso, caratterizzato da un arco a tutto sesto composto da blocchetti di pietra calcarea. Si può ancora misurare lo spessore murario dell’intero edificio, quantificato in circa m. 1,50, uniforme in tutta l’altezza. Solo in seguito, probabilmente durante alcuni rifacimenti della torre, si aggiunge una scarpatura non ammorsata lungo l’intera circonferenza, alta dal piano di campagna m. 7,60 e spessa alla base m. 2,20. Dai pochi dati adesso disponibili, si evince che un tempo la struttura avesse una pianta interna a forma ottagonale del diametro di m. 8. Ciascun angolo dei lati interni dell’ottagono probabilmente si allungava non oltre un terzo dell’intera altezza della torre, al fine di formare costolonature necessarie a reggere una volta di copertura. In ogni lato dell’ottagono si aprivano saettiere fortemente strombate, delle quali oggi rimangono solo pochi esempi. Come è anche possibile apprendere da alcuni documenti storici, la torre doveva possedere in tutto tre piani, oltre il terrazzo merlato, così da raggiungere un’altezza complessiva di 15/18 metri. Il pian terreno, “turri d’abbasciu”, si componeva di un’unica stanza; infine, gli altri due piani accessibili attraverso scale lignee, si ricavavano per mezzo di altrettanti solai, uno detto “di immenzu”, l’altro “di susu”. Altri link suggeriti: https://sicilyenjoy.com/listing/castello-di-chadra-a-francofonte/, https://www.siciliafotografica.it/gallery/index.php?/category/1241 (foto varie)

Fonti: https://www.comune.francofonte.sr.it/2021/04/17/castello-chadra/, articolo di Giuseppe Tropea su https://www.mondimedievali.net/Castelli/Sicilia/siracusa/chadra.htm, https://www.icastelli.it/it/sicilia/siracusa/francofonte/castello-di-chadra

Foto: la prima è presa da https://www.visititaly.it/info/955855-castello-chadra-ruderi-francofonte.aspx, la seconda è presa da https://www.comune.francofonte.sr.it/2021/04/17/castello-chadra/

lunedì 29 luglio 2024

Il castello di lunedì 29 luglio



MONTELUPO FIORENTINO (FI) - Torre dei Frescobaldi in località Torre

Anticamente era chiamata Torre di San Quirico dal nome della chiesa intestata ai santi Quirico e Lucia situata nelle vicinanze. Assunse la denominazione dei Frescobaldi dopo l'acquisto da parte dell'omonima famiglia, avvenuto nella seconda metà del 1700. La data di realizzazione della Torre non è del tutto certa. Secondo il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, essa era stata costruita agli inizi del 1300 per tutelare le attività commerciali lungo il fiume Arno e contro le incursioni di Castruccio Castracani. Alcune ricerche ipotizzano che la Torre sia nata come mulino nei primi decenni del 1300. Dal 1320 al 1335, Montelupo diventò infatti una piazza particolarmente importante per il commercio del grano e probabilmente la struttura esisteva e svolgeva già la sua funzione durante questo periodo. Il primo riferimento esplicito sulla Torre dei Frescobaldi è tratto da una portata catastale datata 1427, dove si viene a sapere che essa era un "luogo ritratto a fortezza" con mulino annesso, appartenuto ai fratelli Gherardo e Adovardo di Gherardozzo Bartoli. Il documento attesta che in questa struttura vi abitava almeno una persona, il mugnaio. Nel 1529 Francesco Ferrucci, durante l'Assedio di Firenze, ordinò di distruggere tutti i mulini nei pressi di Montelupo, in modo da impedire alle truppe di Carlo V d'Asburgo la possibilità di rifornirsi. Questo destino non toccò alla Torre, grazie al fatto che il mulino in quegli anni non poteva più macinare ed era in una situazione di degrado a causa della deviazione del corso del fiume. Nel 1552 Galeotto del Caccia, marito di una discendente dei Bartoli, vide che il fiume aveva ripreso il suo vecchio andamento e per questo motivo decise di rimettere in funzione il mulino. Tuttavia ciò non era possibile a causa del taglio della pescaia da parte degli Ufficiali dei fiumi, e questo fece sì che la struttura rimanesse in uno stato di degrado. Nel 1588 Marietta Gondi, vedova di Gio. Antonio di Filippo Bartoli, vendette la Torre a Ferdinando I de' Medici al prezzo di 800 fiorini. La Torre entrò a far parte della vicina tenuta dell'Ambrogiana nella quale la famiglia Medici possedeva una villa. Poco dopo l'acquisto fu completamente ristrutturata e in seguito assunse la funzione di luogo di divertimento del granduca e dei suoi ospiti. Durante i primi anni del Settecento, essa diventò il luogo di riscossione dell'Imposizione d'Arno, una tassa applicata ai proprietari dei terreni in corrispondenza dei tratti di fiume in cui vengono eseguiti dei lavori. Il disinteresse da parte del granduca Cosimo III de' Medici culminò in un nuovo passaggio di proprietà. Nel 1715 i fratelli Giovanni e Giuseppe di Giuliano Castellani acquistarono la Torre, destinandola ad uso abitativo. Nel 1764 passò nelle mani di Giuseppe de' Frescobaldi e successivamente al nipote Cosimo Ridolfi. Nel 1902 viene acquistata dal Barone Raimondo Fianchetti e dopo pochi mesi da Pietro Carboncini. Successivamente, la struttura ospitò lo studio del ceramista Bruno Bagnoli. Dal 2001, dopo un completo restauro realizzato dall'attuale proprietario Giovanni Bartolozzi, una parte della Torre dei Frescobaldi ospita il Museo del Fiasco Toscano, davanti al quale si trova il Monumento alla Fiascaia, realizzato dall’artista Piero Bertelli. Da un punto di vista architettonico la torre è costituita da un parallelepipedo compatto, in cui si dispongono sei piani, per un'altezza di una quindicina di metri circa. Il carattere possente della muratura denuncia immediatamente l'origine militare, acuita dalla terminazione a beccatelli e merli. Il paramento, su tutti i lati, è costituito da pietre di fiume (le famose “pillore”, ricavate dal vicino alveo dell'Arno), intervallate da filaretti in laterizio che funzionano da irrigidimento e per una ottimale distribuzione dei carichi; presenti anche innumerevoli buche pontaie. Agli spigoli, i punti più delicati per una struttura militare, la muratura è costituita esclusivamente da mattoni. Le aperture in origine dovevano essere molto più piccole delle attuali, ma la riduzione ad abitazione, almeno dal '700, ha comportato l'adattamento della trecentesca struttura militare, che tuttavia si è ben conservata. I beccatelli che contraddistinguono il coronamento, sono costituiti da mensole lapidee, progressivamente più aggettanti. Fra mensola e mensola si aprono piccole aperture da cui era possibile rovesciare qualsiasi cosa al malaugurato assalitore (e che poteva essere facilmente adattata a piccionaia). Anche i merli sembrano quelli originari, anche se parzialmente ricostruiti sul lato meridionale della torre. Sui fronti Sud ed Est è stato ridisegnato, in forma di graffito, lo stemma dei Frescobaldi, il cui originale era andato perduto. Altri link suggeriti: https://www.youtube.com/watch?v=hY5q-cm1B9s (video di Flybri), https://www.facebook.com/watch/?v=1623701171079593 (video di Cerofolini Pulizie), https://www.visitvaldelsa.com/it/11-comuni-della-valdelsa/montelupo/ville-ed-edifici-storici/torre-dei-frescobaldi

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Torre_dei_Frescobaldi, http://smartarc.blogspot.com/2013/01/montelupo-la-torre-de-frescobaldi.html

Foto: sono state scattate da me durante la mia visita del 28/07/2024