PERCHE' PREFERIRE LE ERBE SELVATICHE
2 mesi fa
ebbene sì....anche io, in modo immaginario, voglio infilare un foglietto di carta con notizie sulla mia vita e i miei interessi in una bottiglia e gettarla nell'immenso mare della rete, dove chissà chi lo leggerà !!! PROVATE A DIGITARE LA LOCALITA' ITALIANA DEL CASTELLO CHE CERCATE NELLA FINESTRA IN ALTO A SINISTRA, FORSE NE HO GIA' PARLATO IN QUESTI ANNI....ALTRIMENTI SUGGERITEMELO PER I PROSSIMI POST :-)
SANT'ELPIDIO A MARE (FM) - Torre Gerosolimitana
Portata a compimento nel XVI secolo dai Cavalieri Gerosolimitani (una delle varianti del nome dell'ordine che nasce a Gerusalemme nel 1048 ad opera di Mercanti della Repubblica Marinara di Amalfi che decidono di fondare nella Città Santa una chiesa, un convento e un ospedale), la torre costruita nel punto più alto della città è alta circa 28 metri, ha forma quadrata (circa 8,19 metri di lato) ed è caratterizzata da spesse mura perimetrali (1,60 metri). Si accede all'interno attraverso un portone d'ingresso, sormontato da una lunetta di pietra arenaria, scolpita secondo lo stile paleocristiano del X secolo. Il bassorilievo raffigura Cristo Crocifisso. Dal Costato di Gesù esce Acqua e Sangue. Con l'acqua Gesù ci libera dal peccato e ci rigenera come figli di Dio. Con il suo Preziosissimo Sangue ci offre la sua Eterna Alleanza con Dio e ci consente di divenire membra di un unico corpo mistico illuminato dalla luce dello Spirito Santo. Il liquido bagna un agnello posto al di sotto del Cristo crocifisso. Dalla bocca dell'agnello escono tre rami giunti insieme da cui spuntano foglie e fiori. L'intreccio floreale simbolizza l'Albero della Vita. La tradizione indica che l'iconografia venne realizzata per adornare l'Abbazia di Santa Croce al Chienti. Nella seconda metà del XVII secolo, sopra la torre sono state inserite due campane, la più grande è dedicata al Cristo, alla Madonna, a San Nicola e Sant'Elpidio Patrono della Città, e nel lato est della torre un orologio meccanico posto al di sotto della croce ad otto punte dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme e al di sopra di un monumento (inaugurato il 24 settembre 1893) dedicato ai protagonisti dell'unità d'Italia i cui volti sono stati immortalati con la tecnica dell'altorilievo realizzata su quattro medaglioni di bronzo che adornano una lapide nella quale è inciso uno scritto composto da Tommaso Casini: "Il municipio e i Cittadini di Sant'Elpidio a mare vollero in questo marmo raffigurare le sembianze ed incisi i nomi di Vittorio Emanuele II e di Giuseppe Garibaldi, di Giuseppe Mazzini e di Camillo Cavour per additare al memore affetto dei posteri gli ardimenti generosi e le eroiche imprese, l'apostolato civile e la sapienza politica onde agli Italiani fu restituita la Patria". Nonostante la posizione strategica, le caratteristiche costruttive (forma quadrangolare con larghezza dei lati costante, ingresso posizionato a livello del terreno e rampa di ascesa) non è stata costruita a scopo difensivo. Svariate sono dunque i dubbi sul suo scopo. Ci si accorgerà subito della presenza di vari misteriosi simboli, che hanno creato tante riflessioni da parte di studiosi ed esoteristi. Per esempio, tracciando le diagonali passanti per il centro della pianta si disegna una virtuale croce di Malta, e la grande croce gemmata in pietra bianca inserita nella facciata alludono chiaramente al legame con l’ordine Gerosolimitano. La scala, che dal piano terra conduce alla battagliera, è composta da un arco rampante che originariamente non prevedeva piani e che saliva permettendo soltanto di guardare verso l’alto, in una sorta di ascesa mistica verso Dio. Anche le scarse feritoie servivano allo scopo di illuminare le rampe dall’alto, facilitando la salita ma rendendo difficile la discesa, in quanto la luce in questo caso proviene da dietro. Sembra quindi abbastanza chiaro che nonostante la torre nel corso dei secoli sia stata utilizzata per gli avvistamenti ed il controllo del Mediterraneo, sia nata con lo scopo più elevato di condurre l’uomo ad una esperienza spirituale volta verso l’alto. Tutto quello che è stato qui descritto non poteva essere casuale nel Medioevo e tanto meno nell’ambiente dei Cavalieri di Malta, sempre ricco di implicazioni simboliche. La Torre Gerosolimitana fu costruita senza osservare in alcun modo i canoni funzionali ( a parte la rampa) delle torri fortificate del tempo, per le quali l’organizzazione spaziale era volta esclusivamente all’utilità. Altri link suggeriti: https://fondoambiente.it/luoghi/torre-gerosolimitana-sant-elpidio-a-mare-89011, https://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Cultura/Catalogo-beni-culturali/RicercaCatalogoBeni/ids/66463, https://www.facebook.com/watch/?v=394337491582516 (video), https://www.youtube.com/watch?v=UF3oUtQFLt4&t=16s (video di Luigi Manfredi)GANGI (PA) - Castello dei Ventimiglia
Sorse sul monte Marone fra la fine del XIII e i primi decenni del XIV secolo ad opera di Enrico Ventimiglia e venne completato probabilmente dal nipote Francesco I Ventimiglia, conte di Geraci e signore di Gangi. Il castello non fu dimora abituale per i Ventimiglia, che preferirono quello di Geraci e quello di Castelbuono. L'edificio, molto simile a quello di Castelbuono, appartenne alla famiglia Ventimiglia sino al 1625, anno in cui passò in possesso della famiglia Graffeo e qualche anno dopo alla famiglia Valguarnera. Nel corso del Seicento, l'antico maniero subì numerose trasformazioni, tali da renderlo più un palazzo che un castello. Sede dei Principi di Gangi, venne abitato dai Graffeo e saltuariamente dai Valguarnera in periodo estivo, sino a metà Settecento. Successivamente l'edificio rimase in stato di abbandono e venne utilizzato come carcere e poi come scuola (tra gli anni ’60 e la prima metà degli anni ’80), finché non venne acquistato dalla famiglia Milletarì, che tuttora lo utilizza come abitazione privata: parte dell'antico castello è anche proprietà della famiglia Ventimiglia di Monteforte, discendenti dall'antico casato madonita. L'edificio, sito nell'alto di una cresta che da più di 1000 m di quota sovrasta l'abitato e domina le due valli del torrente Rainò. Il castello, o meglio, l'ala che ne rimane presenta fondamentalmente invariato il suo impianto trecentesco, ma la stessa cosa non può dirsi della facciata che, volta a sud-ovest sulla piazza Valguarnera, si eleva con due piani. L'ampio fronte contenuto fra due torri, apparentemente di epoche differenti, è scandito da due ordini di aperture, con robusto portale bugnato a piano terra, a sua volta sormontato dall'unico balcone del prospetto): l'impianto della facciata, così come lo scalone interno che conduce ai piani superiori, furono opera della famiglia Graffeo a metà del Seicento. Il piano nobile presenta una lunga fila di balconi con ringhiere in ferro battuto. Il versante nord dell’edificio s’affaccia a strapiombo su Viale delle Rimembranze. Nel 1931 per far posto all’acquedotto comunale venne abbattuta l’ala sinistra del Castello, mentre l’ala destra, antica cappella dell'edificio, anch’essa restaurata, è divenuta nel tempo la Chiesa del monte con annesso convento dei Frati minori. Altri link di approfondimento: https://salvatorefarinella.jimdofree.com/palazzi-ville-architetture-civili-e-difensive/castello-ventimigliano-2/, https://www.comune.gangi.pa.it/video/gangi-i-borghi-siciliani-piu-belli-ditalia/ (video), https://www.youtube.com/watch?v=hR82N6R-h6c&t=38s (video di Vaghi per il Mondo)CASTELL'ARQUATO (PC) - Pusterla in frazione Vigolo Marchese
Vigolo Marchese aveva originariamente il nome di Vicolo de' Marchesi, in quanto apparteneva ai marchesi Obertenghi, ed è uno dei nuclei abitati più antichi del Piacentino. Nel 1008 o, secondo altre fonti, nel 1012, Oberto II fece edificare il monastero benedettino dedicato a San Giovanni Battista. Negli ultimi anni dell'XI secolo i monaci benedettini furono costretti a lasciare il monastero per motivazioni politiche. I monaci ritornarono a Vigolo Marchese a seguito di una bolla papale di Innocenzo II datata 7 giugno 1135 che, preso atto del cattivo stato di conservazione del complesso, riconosceva come necessario il ritorno dei benedettini. Nel 1310 sia la chiesa che il convento furono oggetto di saccheggio e incendiati. Nel 1314, Galeazzo I Visconti fece incendiare le case e il locale castello conosciuto come "La Pusterla". Nel XVI secolo Vigolo Marchese divenne di proprietà dei conti Sforza di Santa Fiora, signori dell’intero territorio di Castellarquato e dell’alta Val d’Arda, mentre alla fine del XVI faceva parte della giurisdizione del cardinale Sforza. All’epoca del ducato farnesiano, l’edificio passò ai Pusterla, famiglia da cui prese il nome, a cui rimase fino all’estinzione, verso la metà del Seicento. Alla loro estinzione (avvenuta verso la metà del Seicento), l’edificio passò ai Bonini per il matrimonio di una delle discendenti della famiglia stessa. L’ultima della casata, ai primi del 1700, lo portò in dote ai Boselli che lo tennero fino al principio del corrente secolo. La Pusterla fu successivamente (1946) acquistata dal signor Carlo Zanetti, da cui passò ai suoi eredi. Ne sono gli attuali proprietari i signori Giovanna e Giorgio Freschi, proprietari dell’azienda vitivinicola Pusterla insieme alla famiglia Gandolfi (https://vinipusterla.it/). L’attuale edificio del Maniero della Pusterla a Vigolo Marchese è simile ad una casa rurale fortificata, possiede dell’originario castello la torre passante posta quasi al centro del complesso. In laterizio, con caditoie correnti su beccatelli e apparato a sporgere su tutti e quattro i lati, essa funge da passaggio tra due cortili, uno padronale e uno rustico, risalenti ad epoche diverse. La torre costituiva forse l'ingresso ad un più antico edificio a pianta quandrangolare con quattro torri d’angolo ed il mastio al centro. Degno di interesse é l’oratorio di San Giovanni Battista, ubicato vicino a castello ed edificato nel XVI secolo nel quale sono lapidi che ricordano i Pusterla, altri nobili locali e Vincenzo Boselli Bonini nato nel castello nel 1760 ed autore di “Storia di Piacenza” edita nel 1804.FORMIA (LT) - Torre Caetani di Castellonorato
Il castello nacque nel XIV secolo su iniziativa dei signori Caetani, titolari della contea di Fondi, per il controllo del loro territorio che andava dal Garigliano a Terracina. Il conte Onorato I Caetani (1336-1400) fece erigere il castrum per completare la linea di difesa e controllo dell'antico Formianum. Il castello prese il suo nome: Castrum Honorati ("Castello di Onorato"). Dalla collina rocciosa dove sorge si domina da occidente la valle dell'Ausente. Castellonorato faceva parte del territorio di Maranola. Nel 1428 l'abitato divenne comune autonomo insieme a un quarto del territorio di Maranola. Nel 1806, con l'abolizione del feudalesimo, venne di nuovo aggregato a Maranola; nel 1852 ridivenne comune autonomo e nel 1928 venne aggregato, insieme a Maranola, a Formia. Del castello oggi rimane la torre, di forma quadrata, costruita in tipica pietra locale, su cinque livelli. Situata nel centro storico del paese gode di uno splendido panorama. E' stata dichiarata “di interesse particolarmente importante“ ai sensi della legge 1.6.39 n.1089 sulla tutela delle cose artistiche e storiche. La proprietà della torre, passando poi di mano in mano, è pervenuta alle famiglie Caramanica e Vento di Spigno Saturnia infine, nel 1971, al professor Nicola Iadanza di Roma che la acquistò, con l’annesso spazio circostante. Le condizioni statiche dell’edificio erano disastrose per i danni subiti nell’ultima guerra che l’avevano gravemente danneggiato ed in parte distrutto. Con una attenta e sistematica ricostruzione delle parti mancanti, rispettando la stesura architettonica, i rapporti volumetrici ed il contesto ambientale, anche grazie all’intervento dell’affermato sodalizio Nastro Verde d’Europa, la torre è stata salvata dall’abbandono e dalla conseguente rovina (come si può vedere qui: https://www.facebook.com/ComeEriBellaFormia/photos/la-torre-di-castellonoratonella-parte-pi%C3%B9-alta-di-castellonorato-si-osserva-una-/1048911521839100/). Oggi essa ripresenta il glorioso volto del passato ed è stata adibita a "Bed and Breakfast". Altri link suggeriti: https://www.youtube.com/watch?v=7FuhocakIS0&t=1s (video di REPORTERMARCO), https://formiaelasuastoria.wordpress.com/2017/10/24/la-torre-di-castellonorato-di-formia/