RUVO DEL MONTE (PZ) – Castello Gesualdo
Sorse, con molta probabilità, durante le guerre tra i Longobardi ed i
Bizantini per il dominio della contea di Conza e per la riconquista dei loro
antichi territori perduti (avvenute dal 600 d.C. in poi). Di esso, infatti, si
ha menzione già in documenti dell’anno 1000. In epoca medievale Ruvo venne
quasi certamente distrutta nel 1348, ad opera delle orde degli Ungari di re
Luigi, calato nel meridione d’Italia per vendicare la morte del fratello
Andrea, provocata con subdole arti e con trame ordite a corte dalla Regina
Giovanna I di Napoli. Sotto la giurisdizione del Conte di Conza, fin dal 1161, Ruvo
fu feudo delle famiglie Balvano, Del Balzo e Gesualdo. Ricostruito il borgo,
esso fu dotato di nuovo castello, ma vennero entrambi distrutti e dati alle
fiamme nel 1435 dall’ufficiale Caldora, angioino, perché il feudatario di Ruvo,
Antonello Gesualdo, era partigiano del re aragonese Alfonso. I Gesualdo
ricostruirono nuovamente Ruvo. Nel 1652 fu venduto al duca di Bisaccia, Ettore
Pignatelli, infine passò ai Caracciolo di Torella e rimase a questa famiglia
fino all'abolizione del feudalesimo nel 1806, con cui vennero abolite le
giurisdizioni e i proventi baronali ed espropriate le terre ecclesiastiche. Oggi
il castello, affiancato da una possente torre circolare di epoca angioina che
conserva ancora le originali merlature, è stato diviso tra vari proprietari che
hanno in parte modificato le antiche strutture, ancora tutte racchiuse tra due
grandi porte con le loro mura, il fossato e la vestigia dei ponti levatoi, che
in caso di pericolo, isolavano, a difesa, il castellano. All’interno è
possibile ammirare un bel cortile con relativa porta, sovrastato dallo stemma
dei Gesualdo. Dal belvedere del Castello è possibile ammirare l’intero panorama
dell’abitato sottostante, le campagne e le colline che lo circondano, le
vallate del torrente Liento e del fiume Ofanto, come pure i Fronti di Ruvo
verso il Vulture, fino a sconfinare verso il maniero federiciano di
Lagopesole verso sud, e i paesi di Rapone e Calitri, verso Ovest. Da anni tutte
le Amministrazioni comunali si sono interessate a valorizzare e acquisire il
complesso del “castello” con annessa Torre, che rappresenta il simbolo del
paese; fino ad oggi, però, non si è riusciti a farlo e si spera
che, nel tempo, ci si impegni a dare importanza al monumento, che è stato
dichiarato, dal Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali, con decreto 14
ottobre 1985, di interesse particolarmente importante e sottoposto a tutte le
disposizioni di tutela perché rappresenta “un significativo esempio di
complesso residenziale fortificato, variamente articolato in coerenza con la
morfologia del luogo". E' stato scoperto di recente, che il castello era
ricco di segrete che si racconta fossero piene di cadaveri di bambini: erano
gli scheletri di quelli che non avevano potuto resistere alle terribili
torture. Un giorno uno dei giovanissimi del paese decise di comprendere cosa ci
fosse di strano in quella costruzione, anche perchè i suoi amici non parlavano
di ciò che avevano subìto durante le torture. Al pomeriggio, vide alcuni
popolani entrare nel maniero; egli si intrufolò tra le intercapedini delle mura
ed ascoltò: "Signore maestoso, vorremmo farti notare che qui le nostre
donne ed i nostri bambini sono ancora più monelli. Prova a fare tu qualcosa".
Il signore annuì e se ne andò. Quella sera sparì un ragazzino, ed il giovane curioso
cercò di intrufolarsi nuovamente nel castello: ci riuscì e vide… una cosa da
non crederci! Il signore del castello, vestito da diavolo, torturava il
bambino, che era legato, con… una piuma! La piuma veniva posta ai piedi del
poveretto che rideva e gridava: "Pietà, basta, non lo faccio più, ti
prego, farò il buono". Quel bambino, al nascosto, fece un grande sorriso e
disse fra sé: "Anche io dirò ai miei figli di stare attenti agli giannizzeri
del signore del castello". Ecco un video interessante che parla del
maniero di Ruvo: http://www.youtube.com/watch?v=xanZzk5tlQ4