Castelceriolo è una frazione del
comune di Alessandria, situato ad est del territorio comunale sulla riva destra
della Bormida e confina con i territori di Lobbi, San Giuliano Nuovo e Spinetta
Marengo, anch'essi frazioni di Alessandria. Il borgo sorge ad un'altitudine di
93 m s.l.m. sul declino della Fraschetta verso il Po ad una distanza di
8,31 km dal comune di Alessandria. Castelceriolo comprende il centro del
paese raggruppato intorno alla chiesa parrocchiale dedicata a San Giorgio, la
frazione di Cascinali Foco ed alcune cascine limitrofe. L'agglomerato della
borgata di Castelceriolo ha origini antichissime, come stanno a dimostrare
alcune scarse rovine romane e gli abbondanti giacimenti di anfore vinarie
dell'epoca romana venute alla luce nel passato. Ad un'antichità più remota
appartengono gli strumenti e le rudimentali armi in selce levigata trovati nel
sottosuolo: essi testimoniano che già in tempi preistorici in questa terra
c'era un insediamento umano. Quando l'agglomerato di capanne prese l'aspetto definitivo
di paese, fu protetto dal castello edificato nel
secolo XII. Nel
1468,
la ricca
famiglia Ghilini ebbe dal
Duca di Milano il feudo di
Castelceriolo. Giuliano I Ghilini (†
1474) e il fratello Giovanni II (†
1483),
furono i primi Signori di Castelceriolo prendendo domicilio nel castello,
possente ma degradato. Il 27 marzo
1480, con atto notarile rogato dal
notaio Tebaldo Brosi di
Asti, Margherita Birago - moglie di
Giuliano I, diseredò il figlio Francesco (†
1511)
per la divisione dei beni di Castelceriolo, ed il 13 dicembre di quello stesso
anno Margherita e suo figlio Andrea (†
1517),
fratello di Francesco diseredato, vendettero per 1500 ducati d'oro a Gerolamo
Guasco la loro parte - ossia la quarta parte - dei beni di Castelceriolo (ad
esclusione del castello),
Pietra Marazzi e
Montecastello. Il figlio di Giuliano I,
Francesco, restaurò il castello destinandogli la configurazione di fortezza con
torre e torrette, circondata da un profondo fossato allagabile sormontato dal
ponte levatoio. Il 15 agosto
1527 il francese
Odet de Foix, conte di
Lautrec, diede ordine ai capitani
alessandrini Giorgio e Luigi Baratta di impadronirsi del castello e del paese.
Giuliano II Ghilini (†
1531), signore di Castelceriolo e
capitano di lance sotto
Carlo V, aumentò in
fretta le difese e, nonostante De Foix si fosse impadronito già di Alessandria,
non poté prendere Castelceriolo. Vi fu un altro episodio qualche decennio più
tardi, nel
1555, quando gli armati del duca di
Alba, al soldo della
Spagna, danneggiarono furiosamente
Castelceriolo, tagliando i fitti boschi e saccheggiando i casolari. Con la morte
di Giuliano III Ghilini, avvenuta nel
1562,
si spense un ramo dei signori di Castelceriolo e suo zio Manfredo II (†
1577)
ottenne l'intera giurisdizione di Castelceriolo. Sotto Manfredo II, il ducale
magistrato delle entrate di Milano rinunciò, nel
1581,
ad ogni diritto di regalie su Castelceriolo in quanto feudo antico della
famiglia Ghilini. Vi furono altri due momenti difficili per Castelceriolo. Il
primo nel giugno del
1625 quando le truppe tedesche presero
stanza a Castelceriolo usando prepotenza sulle persone e sugli averi; il
secondo, nel luglio
1657, i cavalleggeri ed i moschettieri
di Spagna e di Alessandria calarono nelle campagne castelceriolesi per far man
bassa dei raccolti, appiccando poi incendi che danneggiarono i campi, le case e
lo stesso castello. Nel
1722, con il passaggio di Alessandria a
casa Savoia dopo il
trattato di Utrecht,
i Ghilini perdettero il feudo che fu incamerato. Restarono alla famiglia alcune
privative poi definitivamente riscattate dal governo nel
1824.
Il 5 gennaio
1745, per volontà del re di
Sardegna Carlo Emanuele III,
il feudo fu dato al nobile uditore tortonese Antonio Zenone, in titolo di
Comitale. L'area sulla quale sorge il paese è stata uno dei teatri di una delle
più importanti battaglie verso la fine della
storia moderna combattuta tra gli
austriaci e i francesi. Durante la
battaglia di Marengo,
avvenuta il 14 giugno
1800, Castelceriolo fu attraversato da
truppe austriache dirette verso Sale e da divisioni francesi dirette a
San Giuliano Nuovo.
Nel giugno di cinque anni più tardi
Giuseppina Beauharnais
volle assistere alla rievocazione storica della Battaglia di Marengo: il palco
imperiale fu allestito nella zona che da allora fu chiamata
Regione Trono.
Con la morte di Cristoforo II Ghilini nel
1810
si estinse il ramo dei Signori di Castelceriolo. Il 2 maggio
1791
Daria Delfina Ghilini, figlia di Manfredo III ultima del ramo dei signori di
Castelceriolo ed erede dei possedimenti di Castelceriolo, sposò Carlo Gabriele
Balbo Bertone Conte di Sambuy dando così vita ad un nuovo ramo, quello dei
Ghilini-Sambuy. In seguito il castello spettò, nelle divisioni testamentarie,
all'ultimogenito di Daria Delfina - Manfredo - che lasciata la carriera
diplomatica nel
1851, iniziò l'opera di restauro del
castello - per due terzi distrutto - e riedificò la chiesetta che già esisteva
in antico al suo interno. Il 28 settembre
1885
è da notificare un grave incendio che distrusse il paese e gettò in grande
difficoltà circa settecento persone. Fu allestito un carro di beneficenza che
girava per
Alessandria a
raccogliere quanto la gente fosse stata in grado di donare per il vicino paese;
il soccorso fu generoso. Laura Balbo Bertone contessa di Sambuy, figlia di
Manfredo, sposò il 10 maggio
1870 il conte Gaetano Galli della
Loggia i quali terminarono le opere di restauro del castello, che in seguito
passò alla casa dei conti Calvi di Bergolo. Edificato nel secolo XII, l’edificio
subì nei secoli distruzioni e ricostruzioni, e venne restaurato nella forma
attuale dal conte Gaetano Galli della Loggia, che seguendo antichi documenti
rinforzò la facciata e le torri che coronò con nuove merlature ghibelline.
Ripristinò i bastioni e l'antico fossato riportando la poderosa costruzione al
suo antico splendore. Riveste tuttora, con la sua mole imponente e
scenografica, notevole valore storico ed artistico.