mercoledì 25 marzo 2015

Il castello di mercoledì 25 marzo






TAVOLETO (PU) - Castello Conti Petrangolini

Tavoleto è posto sull’alto di un contrafforte montuoso sulla sinistra della valle del Foglia, in una posizione invidiabile per il clima e il panorama ad alta densità boscosa. Deve il suo nome all'antica lavorazione del legname che, trasformato in tavole, veniva trasportato fino alle sorgenti del Tevere da dove "scivolava" fino a Roma. Cinto da antiche mura, non conserva più traccia della rocca che Francesco di Giorgio Martini progettò per il Duca Federico da Montefeltro. La fortezza fu abbattuta nel 1865 e in suo luogo sorse un castello goticheggiante, già residenza nobiliare: la forma delle mura, retrostanti i giardini pubblici, testimonia però le strutture della rocca antica. Visibili anche i resti di un edificio romano. Le prime notizie sul castello di Tavoleto risalgono al 1361, quando viene citato tra i 42 castelli riminesi, la cui costruzione venne realizzata probabilmente nei primi anni del 1300 ad opera della famiglia Malatesta. Nel XV sec. il castello di Tavoleto venne coinvolto nella guerra tra Federico da Montefeltro e Sigismondo Malatesta, infatti tra il 1439 e il 1458 fu perso e ripreso per ben cinque volte, infine nel 1458 Federico da Montefeltro conquistò definitivamente Tavoleto. Federico fece distruggere il castello costruito dai Malatesta e diede incarico a Francesco di Giorgio Martini di costruire una potente rocca terminata sicuramente prima del 1474. Nel nuovo castello fu organizzato un presidio di 80 uomini agli ordini di un Capitano avente giurisdizione podestarile sui castelli circostanti. Nel 1631 il castello di Tavoleto, unitamente a tutto il Ducato di Urbino ritornò sotto il controllo diretto del Papato, mantenendo la preminenza sui castelli vicini, essendo diventato sede di vicariato. Dal 1631 fino al 31 marzo del 1797 la vita del castello di Tavoleto trascorse senza tanti scossoni all’interno delle vicende dello Stato Pontificio. Il 31 marzo 1797 il generale Sahuguet, comandante delle truppe franco-cisalpine, con circa un migliaio tra fanti e cavallieri marciò sul  castello. L’attacco all'edificio fu descritto da don Pietro Galuzzi, arciprete di Tavoleto, che venne scelto dagli insorgenti come loro capo. Il 31 marzo 1797 i francesi entrati a Tavoleto, lo saccheggiarono e quindi lo incendiarono; al momento dell’attacco, la quasi totalità della popolazione era fuggita e si era rifugiata nelle campagne, nelle cantine e nelle grotte, nonostante ciò lo scontro fece 22 morti, tutti uomini anziani e alcuni giovani. Anche la rocca martiniana venne data alle fiamme, il vicario trovò rifugio con la sua famiglia ad Auditore, la rocca rimase pericolante fino al 1865, quando si decise di abbatterla ed utilizare il materiale di risulta per la costruzione di strade comunali e per riparare le mura castellane. Nel 1885 l’Avv Ferdinando Petrangolini ricevette da papa Leone XIII il titolo di Conte a cui vennero assoggettati i territori facenti capo al vicariato di Tavoleto. In un primo tempo il Conte Ferdinando si stabilì in un edificio che era stato ereditato dalla moglie, Rosa Michelini, alla morte del suo primo marito Francesco Falaschi. Successivamente nel 1924 il figlio Vincenzo Maria diede inizio ai lavori che diresse personalmente per la costruzione degli ultimi due piani  dell’edificio principale e della torre che vennero realizzati sulla base di un edificio preesistente. Nel 1944 militari tedeschi e fascisti, rimasti fedeli a Mussolini, iniziarono le opere di difesa per rinforzare le difese della linea Gotica, il primo di settembre le truppe alleate tentarono di liberare Tavoleto, ma le difese predisposte dai tedeschi ressero, e gli anglo-americano dovettero ritirarsi sotto il tiro dei mortai tedeschi. La notte tra il 3 e 4 settembre 1944, i Gurkha (soldati nepalesi inquadrati nell’esercito inglese) assaltarono all’arma bianca Tavoleto e lo liberarono dopo aspri combattimenti che durarono l’intera notte con molti morti da entrambe le parti. Durante il passaggio del fronte, l’intero paese, per l’ennesima volta, subì gravi danni e anche il Castello Petrangolini non sfuggì a questa misera sorte. Ma i tavoletani caparbiamente ritornarono alle loro case, rimboccandosi le maniche ricostruirono le abitazioni e continuarono il loro lavoro nei campi che permise una vita grama ma dignitosa, fino alla fine degli anni 50-60, quando molte persone che abitavano nelle campagne, vennero attratte dal miraggio della costa e vi si trasferirono, tanto che nel giro di pochi anni la popolazione diminuì moltissimo. Il castello fu in seguito venduto ad un privato che negli anni 60 lo trasformò in ristorante e lo ristrutturò secondo i canoni di quegli anni. Gli attuali proprietari lo acquistarono invece con l’intento di riportarlo alle origini. Si dedicarono quindi alla ristrutturazione della facciata, dei saloni, della corte e del giardino. Vennero scrostati i muri dall’intonaco per riportare in vita le pareti originali, vennero ricostruiti alcuni solai, rifatti completamente gli impianti e rifinito con materiali per la maggior parte recuperati dalla struttura originaria come i pavimenti del salone araldico che oggi sono diventati il camminamento di ingresso dal giardino. I nuovi materiali utilizzati sono invece stati scelti e selezionati con grande attenzione perché si fondessero al meglio con la storia. L'attuale palazzo ha un aspetto goticheggiante con merlatura ghibellina. All’interno vi sono mobili antichi e armi varie dei secoli passati. Solo le fondamenta e parte delle mura appartengono alla sopra citata rocca martiniana. Il castello ha un sito ufficiale: www.castelloditavoleto.it.

Fonti: http://www.comune.tavoleto.pu.it/ci/3299.aspx, http://www.rivieraromagnola.tv/tavoleto/, http://www.riminibeach.it/visitare/castello-tavoleto, http://www.castelloditavoleto.it/?IDC=2

Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, la seconda è di Lele Amatori, presa da http://www.panoramio.com/photo/92468937

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