lunedì 23 marzo 2015

Il castello di lunedì 23 marzo






ALESSANDRIA – Castello Ghilini in frazione Castelceriolo

Castelceriolo è una frazione del comune di Alessandria, situato ad est del territorio comunale sulla riva destra della Bormida e confina con i territori di Lobbi, San Giuliano Nuovo e Spinetta Marengo, anch'essi frazioni di Alessandria. Il borgo sorge ad un'altitudine di 93 m s.l.m. sul declino della Fraschetta verso il Po ad una distanza di 8,31 km dal comune di Alessandria. Castelceriolo comprende il centro del paese raggruppato intorno alla chiesa parrocchiale dedicata a San Giorgio, la frazione di Cascinali Foco ed alcune cascine limitrofe. L'agglomerato della borgata di Castelceriolo ha origini antichissime, come stanno a dimostrare alcune scarse rovine romane e gli abbondanti giacimenti di anfore vinarie dell'epoca romana venute alla luce nel passato. Ad un'antichità più remota appartengono gli strumenti e le rudimentali armi in selce levigata trovati nel sottosuolo: essi testimoniano che già in tempi preistorici in questa terra c'era un insediamento umano. Quando l'agglomerato di capanne prese l'aspetto definitivo di paese, fu protetto dal castello edificato nel secolo XII. Nel 1468, la ricca famiglia Ghilini ebbe dal Duca di Milano il feudo di Castelceriolo. Giuliano I Ghilini († 1474) e il fratello Giovanni II († 1483), furono i primi Signori di Castelceriolo prendendo domicilio nel castello, possente ma degradato. Il 27 marzo 1480, con atto notarile rogato dal notaio Tebaldo Brosi di Asti, Margherita Birago - moglie di Giuliano I, diseredò il figlio Francesco († 1511) per la divisione dei beni di Castelceriolo, ed il 13 dicembre di quello stesso anno Margherita e suo figlio Andrea († 1517), fratello di Francesco diseredato, vendettero per 1500 ducati d'oro a Gerolamo Guasco la loro parte - ossia la quarta parte - dei beni di Castelceriolo (ad esclusione del castello), Pietra Marazzi e Montecastello. Il figlio di Giuliano I, Francesco, restaurò il castello destinandogli la configurazione di fortezza con torre e torrette, circondata da un profondo fossato allagabile sormontato dal ponte levatoio. Il 15 agosto 1527 il francese Odet de Foix, conte di Lautrec, diede ordine ai capitani alessandrini Giorgio e Luigi Baratta di impadronirsi del castello e del paese. Giuliano II Ghilini († 1531), signore di Castelceriolo e capitano di lance sotto Carlo V, aumentò in fretta le difese e, nonostante De Foix si fosse impadronito già di Alessandria, non poté prendere Castelceriolo. Vi fu un altro episodio qualche decennio più tardi, nel 1555, quando gli armati del duca di Alba, al soldo della Spagna, danneggiarono furiosamente Castelceriolo, tagliando i fitti boschi e saccheggiando i casolari. Con la morte di Giuliano III Ghilini, avvenuta nel 1562, si spense un ramo dei signori di Castelceriolo e suo zio Manfredo II († 1577) ottenne l'intera giurisdizione di Castelceriolo. Sotto Manfredo II, il ducale magistrato delle entrate di Milano rinunciò, nel 1581, ad ogni diritto di regalie su Castelceriolo in quanto feudo antico della famiglia Ghilini. Vi furono altri due momenti difficili per Castelceriolo. Il primo nel giugno del 1625 quando le truppe tedesche presero stanza a Castelceriolo usando prepotenza sulle persone e sugli averi; il secondo, nel luglio 1657, i cavalleggeri ed i moschettieri di Spagna e di Alessandria calarono nelle campagne castelceriolesi per far man bassa dei raccolti, appiccando poi incendi che danneggiarono i campi, le case e lo stesso castello. Nel 1722, con il passaggio di Alessandria a casa Savoia dopo il trattato di Utrecht, i Ghilini perdettero il feudo che fu incamerato. Restarono alla famiglia alcune privative poi definitivamente riscattate dal governo nel 1824. Il 5 gennaio 1745, per volontà del re di Sardegna Carlo Emanuele III, il feudo fu dato al nobile uditore tortonese Antonio Zenone, in titolo di Comitale. L'area sulla quale sorge il paese è stata uno dei teatri di una delle più importanti battaglie verso la fine della storia moderna combattuta tra gli austriaci e i francesi. Durante la battaglia di Marengo, avvenuta il 14 giugno 1800, Castelceriolo fu attraversato da truppe austriache dirette verso Sale e da divisioni francesi dirette a San Giuliano Nuovo. Nel giugno di cinque anni più tardi Giuseppina Beauharnais volle assistere alla rievocazione storica della Battaglia di Marengo: il palco imperiale fu allestito nella zona che da allora fu chiamata Regione Trono. Con la morte di Cristoforo II Ghilini nel 1810 si estinse il ramo dei Signori di Castelceriolo. Il 2 maggio 1791 Daria Delfina Ghilini, figlia di Manfredo III ultima del ramo dei signori di Castelceriolo ed erede dei possedimenti di Castelceriolo, sposò Carlo Gabriele Balbo Bertone Conte di Sambuy dando così vita ad un nuovo ramo, quello dei Ghilini-Sambuy. In seguito il castello spettò, nelle divisioni testamentarie, all'ultimogenito di Daria Delfina - Manfredo - che lasciata la carriera diplomatica nel 1851, iniziò l'opera di restauro del castello - per due terzi distrutto - e riedificò la chiesetta che già esisteva in antico al suo interno. Il 28 settembre 1885 è da notificare un grave incendio che distrusse il paese e gettò in grande difficoltà circa settecento persone. Fu allestito un carro di beneficenza che girava per Alessandria a raccogliere quanto la gente fosse stata in grado di donare per il vicino paese; il soccorso fu generoso. Laura Balbo Bertone contessa di Sambuy, figlia di Manfredo, sposò il 10 maggio 1870 il conte Gaetano Galli della Loggia i quali terminarono le opere di restauro del castello, che in seguito passò alla casa dei conti Calvi di Bergolo. Edificato nel secolo XII, l’edificio subì nei secoli distruzioni e ricostruzioni, e venne restaurato nella forma attuale dal conte Gaetano Galli della Loggia, che seguendo antichi documenti rinforzò la facciata e le torri che coronò con nuove merlature ghibelline. Ripristinò i bastioni e l'antico fossato riportando la poderosa costruzione al suo antico splendore. Riveste tuttora, con la sua mole imponente e scenografica, notevole valore storico ed artistico.

Fonti: http://it.wikipedia.org/wiki/Castelceriolo

Foto: di Marco.sardi su http://it.wikipedia.org/wiki/Castelceriolo#/media/File:Castelceriolo_castello3.jpg e di naldina47 su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/378378/view

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