CASINA (RE) – Castello di Sarzano
Con il borgo annesso è uno dei centri più importanti del
sistema territoriale matildico, collocandosi lungo la direttrice strategica
Canossa (Castello) - Marola (Abbazia) - Carpineti (Castello) - Frassinoro
(Abbazia) in collegamento con la Toscana. La prima citazione di Sarzano risale
al 958, riportata in un atto di compravendita di Atto Adalberto, proavo della
contessa Matilde di Canossa. In una pergamena del 1070 è annoverato tra i beni
dati in enfiteusi dal Vescovo di Reggio almarchese Bonifacio, padre della contessa. Nel 1116 abbiamo
notizia del castello e di una cappella, riconosciuti dall'Imperatore Enrico V
come possesso dei monaci di Sant'Apollonio di Canossa. Dopo il dominio dei
Canossa passò nel 1153 in possesso dell’omonimo monastero, quindi, dopo piùdi un secolo di lotte fra i due partiti reggiani degli
Inferiori e dei Superiori (due fazioni guelfe), nel 1287 si ebbe l’occupazione stabile
del castello da parte dei Fogliani, capi dei Superiori. Nel 1322 il castello fu
incendiato dai Reggiani e consegnato ai Canossa del Gesso (ramo collaterale dei
Canossa); riconquistato dai Fogliani, nel 1335 lo ricostruirono. All’inizio del
‘400 Nicolò III d’Este, divenuto signore di Reggio, occupò il castello, togliendolo
a i Fogliani, e dal 1428 al 1432 lo fece fortificare sotto la direzione di
Beltramo Comastri e di Francesco da Salvaterra; a sovrintendere i lavori di
fortificazione (ampliamento del mastio e ricostruzione delle mura) figurò in
questo periodo anche bolognese Fieravante Fieravanti. Tornato nel 1434 ai
Fogliani con Guido Savina III, alla morte del quale passò ai figli Antonio e Bertrando
Fogliani che lo cedettero per metà ai Canossa e per l’altra metà ai Vicedomini.
Avendo le due famiglie il condominio si alternavano al potere annualmente con
inizio al 3 aprile di ogni anno. Nella giurisdizione del feudo (Sarzano, Cortogno,
Miara) vi erano anche due osterie, una a Sarzano e l’altra a Migliara, la prima
posseduta dai Visdomini e la seconda dai Canossa. Nel 1646 la parte dei Canossa
venne ceduta alla Camera ducale, dove nel 1658 il duca di Modena Francesco I
d’Este la affidò al suo ministro Girolamo Graziani della Pergola per
compensarlo dei servigi avuti. Alla morte del conte Graziani (1675), essendo
morto il primogenito, per concessione della duchessa Laura reggente, il feudo
passò alla figlia Francesca che sposò nel 1693 il marchese Paolo Carandini di
Modena. Nel 1694 alla morte dell’ultimo Visdomini, la sua parte tornò alla
Camera ducale e l’anno successivo il duca di Modena Rinaldo d’Este investì
l’intero feudo di Sarzano al marchese Paolo Carandini e a sua moglie Francesca
Graziani. I Carandini tennero Sarzano fino alla soppressione dei feudi e vi
intrapresero importanti restauri ristrutturandone la Rocca nel 1698. Nel 1796
il castello passò al comune, ritornando nel 1815 agli Estensi che con rogito
Morandi del 2 marzo 1839 lo cedettero alla chiesa di Sarzano. Oggi è nuovamente
di proprietà del Comune di Casina. L’impianto attuale del castello con doppia
cinta di mura, tre cortili, mastio e torre quadrata, risale al secolo XV, all’epoca
del marchese Nicolò III d’Este. Originariamente la struttura del maniero era
organizzata all’interno di tre cerchie di mura: una inferiore con tre porte di
accesso (il cui perimetro è oggi ripreso dal tracciato stradale), che
comprendeva la chiesa parrocchiale con canonica e una abitazione civile; due
superiori concentriche così articolate: un piazzale a recinto come ricetto e
difesa degli abitanti, delimitato internamente da un fossato con acqua davanti
al portale di accesso con ponte levatoio, un cortile interno con il bastione
merlato e i manufatti abitativi ed infine un cortile con la torre difensiva più
alta. Restano l'alta torre (alta circa 20 mt), adibita a campanile fino al 1960,
il mastio dalle rilevanti dimensioni, con merlatura guelfa provvista di
piombatoi e coperta da tetto, infine i resti della cinta muraria. Notabile
l'ingresso di cui rimane la porta, con massiccio architrave a mensole convesse.
Vi si trova murata una pietra arenaria, l’originale trafugato nel 1993, scolpita
con lo stemma dei Carandini-Graziani e l’iscrizione “Paolo Carandini Marchese
di Sarzano e la Marchesa Francesca Graziani Carandini Contessa di detto Feudo
Consorti e Condomini restaurarono questa Rocca -anno 1698”. Quel che rimane
oggi della rocca di Sarzano è dovuto a Corrado Ricci, che, quando nel 1885 la
si voleva demolire per costruirvi la nuova chiesa, visitò i ruderi e scrisse
sul “Fanfulla”: “.... È una delle rocche più eleganti e meglio conservate
dell’Appennino emiliano .... appare stupendamente pittoresco, né i vecchi
possessi della contessa Matilde hanno forse castello più artistico”. Nel 1887
il canonico mons. Francesco Gregori propose, a sue spese, un razionale restauro
al cadente tetto della rocca: “generosa e nobile offerta, rimasta però senza
effetto per incuria dei Sarzanesi”. Nel 1989 il Castello con le sue dipendenze
e la Chiesa vennero acquistati dal Comune di Casina che provvide al recupero (e
la messa in sicurezza a seguito alle scosse telluriche avvenute nel 1996), alla
riqualificazione e valorizzazione del complesso monumentale. Durante i lavori
per il restauro delle mura del castello sono venuti alla luce i resti di
antiche strutture murarie che riguardano almeno due edifici distinti. Lungo il
margine orientale del cortile interno del castello le mura affioranti disegnano
la pianta di un edificio realizzato in muratura a sasso, con una caratteristica
forma semicircolare. All’interno dell’edificio absidato, che al meno nella
parte di muratura inferiore appare assai antico, sono state rinvenute sepolture
ed ossari scavati nella nuda roccia. Si tratta dei probabili resti di una chiesa
od oratorio castrense costruito sulla sommità. La roccia basale è stata
individuata alla quota di 1 metro e 30 al di sotto dell’attuale piano di
calpestio. Al di sopra il terreno, di colore scuro, è denso di frammenti di
carboni e materiali ceramici risalenti ad un’epoca compresa tra il X ed il XIV secolo. Oggi il complesso di
Sarzano è formato dal Castello vero e proprio, che occupa la sommità del colle,
e dal borgo di nord-est, che annovera la ex chiesa di San Bartolomeo con la sua
canonica (oggi ostello e bar), una casa mezzadrile (l’attuale locanda) e un
fienile (il ristorante). Il Torrazzo costituisce l'elemento più interessante
del complesso del castello di Sarzano. Le rilevanti dimensioni planivolumetriche
resero questa struttura adatta non solo ad uso difensivo ma anche ad uso
residenziale, probabilmente già in epoca feudale fu adibita a dimora signorile.
Il complesso di Sarzano è oggi un prestigioso contenitore culturale, ricco di
eventi quali mostre, concerti, letture filosofiche, spettacoli teatrali che si
alternano durante l'anno con successo. Il castello ha un suo sito ufficiale, di
cui consiglio la visita: http://www.castellodisarzano.it.
Video suggerito: http://matildedicanossa.galmodenareggio.it/itinerari_matildici/audioguide_1/comune_casina_castello_sarzano.aspx
Fonti: http://www.castellimatildici.it/sarzano.htm,
http://www.appenninoreggiano.it,
http://www.comune.casina.re.it/wp-content/uploads/2013/12/SARZANO-PGregori-3.pdf,
Scheda Compilata da: Cetty Giuffrida su http://www.icastelli.it, http://matildedicanossa.galmodenareggio.it,
http://reggioemiliaturismo.provincia.re.it
Foto: da http://reggioemiliaturismo.provincia.re.it
(Archivio Arteas) e da http://www.krishnadas.it