CAGLI (PU) – Torrione e rocca di Francesco di Giorgio Martini
Ritenuta da alcuni la più bella delle fortificazioni militari
martiniane e la più esemplificativa della complessità dei nuovi temi militari
in discussione alla corte federiciana alla fine degli anni '70 del XV secolo,
la rocca di Cagli costituisce un episodio progettuale indubbiamente di grande
rilievo, sia per la complessità dell'intervento, che per la qualità formale
raggiunta. Notizie sulla sua edificazione risalgono al 1481, anno del decreto
del vescovo Bonclerici ove è fatto riferimento alla costruenda Rocca, sul Monte
di S. Domenico in quel luogo sopra Cagli dove già era il Monastero di S.
Ghironzo. La poderosa macchina bellica progettata da Francesco di Giorgio Martini
per volere del Duca Federico da Montefeltro, dopo essere stata conquistata nel
giugno del 1502 dal Valentino con uno stratagemma, venne parzialmente
smantellata, prima della seconda nuova invasione del ducato d'Urbino da parte
dello stesso Borgia, allo scopo di renderla inservibile agli occupatori.
L’ordine del duca Guidobaldo da Montefeltro fu eseguito anche per la fortezza
calliense, come conferma il bando del 1511 con il quale si proibiva di
appropriarsi delle pietre della Rocca. La rocca superiore presentava un assetto
planimetrico di forma romboidale, con torri circolari lungo il perimetro e un
alto mastio, tutti sprovvisti di coperture per permettere il piazzamento
agevole di bocche da fuoco di medio e grosso calibro. Dell'edificio
sopravvivono scarse tracce materiali, tra cui i ruderi dell'affilato puntone
affiancato da elementi cilindrici. Sui poderosi avanzi della fortezza
venne in seguito dal Comune edificato il convento dei Padri Cappuccini. Il
Torrione, che costituiva l’appendice fortificata della Rocca a cavallo della cinta
urbica medioevale, fu realizzato in quel periodo di transizione marcato da
forte sperimentazione a seguito dell’uso sempre più massiccio delle armi da
fuoco. Nel "Trattato di architettura civile e militare" la
fortezza di Cagli viene presentata da Francesco di Giorgio per prima e con
grande ricchezza di dettagli tra le sei elencate, il che ha fatto ipotizzare un
certo compiacimento dell’autore. Il Torrione venne costruito a cavallo della
cinta muraria medioevale, di cui si intravedono i resti all'interno del fossato
parzialmente riaperto durante i lavori di restauro conclusi nel 1989. Nell’odierna
pavimentazione stradale una fascia semicircolare di pietra bianca indica il
livello ove è stato rinvenuto il muro di contenimento del fossato che fino al
Settecento conteneva acqua di risulta dell’acquedotto comunale. Durante l’opera
di riapertura parziale del fossato è stata trovata la base sulla quale appoggia
il ponte levatoio che, dunque, non giungeva a toccare il bordo del fossato. Al
di sopra della stretta porta situata verso la città sono le due asole
attraverso le quali scorrevano le catene del ponte levatoio. Il fossato, con il
muro di contenimento ancora perfettamente intonacato, venne fatto scaricare di
tutta l'acqua nel 1757 al fine di evitare l'allagamento delle strade adiacenti.
Superata la porta lignea a due ante si accede ad un breve corridoio,
anticamente chiuso nella parte di fondo da altra porta, e coperto con volta a
botte munita di spioncino. Il locale del primo piano, spartano come gli altri,
presenta cinque troniere dotate di “fumigante” (camino di aspirazione dei fumi
delle armi da fuoco), della lastra di pietra con la tacca per la mira ed il
foro circolare per l’innesto dell’arma da fuoco, nonché dei fori quadrati
paralleli che servivano per posizionare l’arma da fuoco per mezzo di stanghe di
legno. Nella parte sinistra del locale ovoidale è il condotto finestrato che
permette di attingere acqua dalla sottostante cisterna alta sei metri. Al di
sotto della stanza del primo piano, sono due locali semicircolari voltati
muniti di troniere, non comunicanti fra loro, ai quali si accede con due
separate scale. Da uno di questi si imbocca il lungo “soccorso coverto”, ossia
il camminamento segreto costituito da 367 gradini che, scavato nelle viscere
del sovrastante colle, conduce alla piazza d’arme della sovrastante Rocca. Oggi
il camminamento è aperto al pubblico. La stanza ellissoidale del secondo piano
non presenta alcuna bocca da fuoco, essendo dotata in origine probabilmente
solo delle due strette luci che permettevano di controllare un buon tratto
della cinta urbica. Ciò fa supporre che questa fosse la stanza del Conestabile.
Il Torrione si distingue rispetto alle antiche torri medioevali per essere
molto elevato (ha 5 piani), ma decisamente più compatto, e per l’andamento
curvilineo delle sue cortine. Le scale lumacate che scompaiono nel forte
spessore delle murature, conducono tanto al piccolo vano dal quale per mezzo di
argani, dei quali sono tracce nell’intonaco, veniva sollevato il ponte
levatoio, quanto all’ultima stanza che si differenzia dalle altre per la sua
copertura a capriate, e che forse non è andata esente dai rimaneggiamenti
cinquecenteschi. L’intonaco chiaro reca graffiti uno stemma e il motto che
recita: "CARO MIO CONPAGNO AMA IDIO E LA
SUA MADRE SIGNORE CONTE RVBERTO [BOSCHETTI] SIGNORE ROSO RIDOLFI ADI 24 DE
NOVEMBRE 1519". È fatto riferimento agli uomini di Lorenzino dei
Medici nel periodo in cui ebbe a governare il ducato d’Urbino per volontà del
consanguineo papa Leone X. L’ampio ballatoio presenta 58 caditoie per la difesa
piombante (chiuse da botole di legno) e 15 feritoie. Dalla zona di ronda si
intravede la turrita porta Massara a base trapezoidale, donata a Cagli dagli
abitanti di Massa Trabaria, nel periodo della ricostruzione della città (1289).
La porta probabilmente era difesa grazie a un ponte basculante e ad un
camminamento esterno poggiante sulle mensole lapidee del coronamento. Il
Torrione, sede del Centro di Scultura Contemporanea, ospita sculture di: Roberto
Almagno, Giovanna Bolognini, Pietro Coletta, Marco Gastini, Giuliano Giuliani, Paolo
Icaro, Jannis Kounellis, Carlo Lorenzetti, Luigi Mainolfi, Eliseo Mattiacci,
Nunzio Di Stefano, Hidetoshi Nagasawa, Giulio Paolini, Ernesto Porcari,
Salvatore Scarpitta, Adrian Tranquilli, Giovanni Termini, Giuseppe Uncini,
Gilberto Zorio.
Fonti: http://it.wikipedia.org,
http://www.urbinoeilmontefeltro.it/CMDirector.aspx?id=2405
(da Il forestiere in Cagli di Alberto Mazzacchera), http://www2.comune.cagli.ps.it/turismo2/torrione.htm,
http://www.lavalledelmetauro.org,
http://www.turismo.pesarourbino.it
Altre notizie su: http://www.tecnologos.it/index.php?option=com_content&view=article&id=411:la-rocca-ed-il-torrione-di-cagli&catid=62:21&Itemid=95Foto: http://www.lavalledelmetauro.org (rocca), una cartolina della mia collezione e un'altra immagine del torrione presa dal sito http://www.settemuse.it
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