giovedì 23 gennaio 2014

Il castello di giovedì 23 gennaio






POMAROLO (TN) – Castel Barco

Complice la sua collocazione sulla strada che costeggia la riva orientale dell’Adige, Pomarolo è sempre stato il centro più importante della Val Lagarina sia durante l’epoca romana che nell’Alto Medioevo. Il villaggio venne distrutto nel 1136 dall'imperatore Lotario III del Sacro Romano Impero. Dalle ceneri dell’incursione imperiale, il villaggio risorse come un piccolo libero comune valligiano, la cui sfera d’influenza comprendeva tutti i villaggi tra Isera, Aldeno e Cimone. Parallelamente, presso la vicina rocca di Castel Barco si originava una famiglia di milites di grande importanza nella storia del Trentino, i Castelbarco. Il castello sorge su un dosso roccioso sopra l’abitato di Pomarolo. La sua posizione è bellissima. Il maniero sovrasta il corso del fiumeAdige, il secolo scorso navigabile e quindi importante via di comunicazione commerciale, nonché il tracciato di quella che fu la strada imperiale cioè l’asse di collocamento privilegiata tra la Germania e l’Italia. Proprietari dell’area furono, forse fin dal 1062,  il Conte Giovanni Castelbarco Visconti, la madre e la sorella. Di sicuro già nel 1171, al tempo di Aldrighetto di Castelbarco, la famiglia viveva nel maniero in qualità di vassalli del Vescovo di Trento. I Castelbarco di Pomarolo possedevano nel 1300 tutti i castelli della Vallagarina. La prima documentazione certa risale all’anno 1198, quando il 16 agosto Briano di Castelbarco in atto di sottomissione lo cedette al Vescovo Corrado II per poi riottenerlo come feudo della Chiesa Tridentina. Si racconta che nel 1354 si incontrarono in questo castello l’Imperatore Carlo IV, un Gonzaga e un Della Scala, indiscusse potenze dell’epoca. Occupato dalla Repubblica di Venezia nel XV secolo, il castello venne distrutto per ordine di Massimiliano I d'Asburgo nel 1508 con un violento attacco ed incendio. Il ricordo dell´alto mastio poligonale, con pietre ben sezionate le une sulle altre, aiuta a delineare la sua origine, quando il maniero era composto esclusivamente da una torre abitativa e da un recinto difensivo (XII sec.). In seguito sopraggiunsero gli altri edifici con scopi residenziali ed una seconda cinta muraria. I Castelbarco, però, divisi in ben otto rami, lo lasciarono dopo che ebbe subìto saccheggi ed incendi. Dal XVI sec., nulla fu più toccato e oggi rimangono pittoreschi ruderi raggiungibili a piedi da Savignano (passeggiata di circa mezz´ora), fra cui sono riconoscibili parte del mastio, parte della residenza, parte del pozzo e della cisterna e le mura perimetrali coperte da fitta vegetazione.


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