MERANO (BZ) – Castel San Zeno o Zenoburg
Scendendo dal Tirolo per la vecchia strada del
Passo Giovo si trova a sinistra, su uno sperone di roccia all'ingresso della
Val Passiria (un chilometro prima di arrivare a Merano), il castello San Zeno
con i resti dell'antico santuario. Il colle è in posizione strategica di
prim'ordine, dominando la strada di accesso a Merano dal Nord, e questa sua
peculiarità fu sempre apprezzata. Nel periodo antecedente alla venuta dei
romani si ritiene sia sorto in quel luogo un castelliere, mentre i romani,
successivamente, vi costruirono il "castrum maiense", vero
caposaldo di difesa della rete stradale da loro realizzata. La cappella, che
nel periodo medioevale assunse il carattere di palatina, ebbe - peraltro per
molti secoli - una sua storia distinta da quella del castello. San Zeno,
infatti, nei primi secoli dell'era cristiana, fu anzitutto un celebre
santuario, meta di pellegrini e la cappella - di interessante fattura romanica
- accolse fra il 470 e il 474, le spoglie di san Valentino, mentre nel 725 vi
venne sepolto anche San Corbiniano. Fu
questo il periodo di maggior notorietà del santuario, la cui decadenza iniziò
verso la metà del 700, allorché vennero asportate a pochi anni di distanza
l'una dall'altra, le spoglie mortali di San Valentino (750) e di San Corbiniano
(758). L'importanza religiosa del luogo venne gradualmente a scemare, e a nulla
valse la concessione del beneficio di una indulgenza (1288) che avrebbe dovuto
consentire - con l'obolo dei fedeli - la ricostruzione del fabbricato ormai
cadente. Si aggiunga la considerazione che Mainardo II duca di Tirolo aveva
interesse a impadronirsi di quel nodo strategico e faceva vive pressioni sui
Suppan, che avevano costruito due fortificazioni a nord e ad ovest dell'antica
cappella, per ottenere la cessione. Così fra il 1285 e il 1290 egli acquistò il
colle, i fortilizi e il santuario e sul luogo costruì la propria residenza. Da
questo momento l'importanza di Monte San Zeno come luogo sacro cessò quasi del
tutto, essendo il santuario diventato una semplice cappella palatina a due
piani, come quella delle altre residenze signorili. Mainardo compì opere
importanti di ricostruzione, modifiche e ampliamenti; fra queste vanno
annoverate anche quelle riguardanti la cappella e l'interessante portale in
pietra colorata, con stemma e insegna scolpiti; nell'arco del detto portale, si
ammira la più antica raffigurazione dell'aquila tirolese. Castel San Zeno fu
una delle residenze più care alla famiglia dei Tirolo fino a quando Carlo di
Lussemburgo, nella guerra contro Margherita Maultasch - più volte ricordata -
lo distrusse nel 1347. Tale evento fu fatale per l'esistenza del maniero, che
nonostante molte proposte avanzate da varie parti nel corso dei secoli
successivi, non venne più ricostruito, né gli Asburgo, successori dei Tirolo,
vollero mai cederlo a chi sarebbe stato disposto a ripristinarlo a proprie
spese. L'edificio andò totalmente in rovina, e soltanto la chiesetta sembra
aver goduto di una certa manutenzione. Nel 1782 il rudere venne messo all'asta
e acquistato dal meranese Veit Jordan, il quale provvede ad un infelice
rimaneggiamento della cappella secondo il gusto dell'epoca. Infine, il castello
venne compato nel 1800 da Leopoldo Braitenberg che iniziò un'opera di restauro
(nel 1930 si è proceduto con la cappella mentre nel 1960 con il mastio) portata
avanti anche dai suoi discendenti, dei quali citiamo il bisnipote Carl, il
figlio di questi Valentino e Zeno, figlio di quest'ultimo ed attuale
proprietario della dimora. Accanto all'entrata sorge il mastio a pianta
quadrata, di m 9,40 di lato, alto 12 metri, diviso in 2 piani. Le bifore
romaniche che si aprono sulle pareti nord e sud furono aggiunte certamente in
epoca posteriore, provenienti dalle rovine del palazzo. Quest'ultimo, del quale
rimangono pochi resti di muri di fondazione, sorge sul lato sud, a fianco della
cappella, unito ad essa con una torre, utilizzata in seguito come sacrestia, e
trasformata in campanile. Al centro del cortile si trova la vasta cisterna, di
6 metri di diametro, tutta scalpellata nella roccia. Castel San Zeno non è
accessibile al pubblico.
Fonti: http://www.meranomaiaalta.net/Portale/CastelSanZeno/index.htm,
http://it.wikipedia.org, http://www.burggrafenamt.com, http://www.tangram.it/merano/icastelli/c-06.php,
http://www.inaltoadige.it
Foto: da http://www.mondimedievali.net e da www.meranomaiaalta.net
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