venerdì 31 gennaio 2014

Il castello di venerdì 31 gennaio






CASINA (RE) – Castello di Sarzano

Con il borgo annesso è uno dei centri più importanti del sistema territoriale matildico, collocandosi lungo la direttrice strategica Canossa (Castello) - Marola (Abbazia) - Carpineti (Castello) - Frassinoro (Abbazia) in collegamento con la Toscana. La prima citazione di Sarzano risale al 958, riportata in un atto di compravendita di Atto Adalberto, proavo della contessa Matilde di Canossa. In una pergamena del 1070 è annoverato tra i beni dati in enfiteusi dal Vescovo di Reggio almarchese Bonifacio, padre della contessa. Nel 1116 abbiamo notizia del castello e di una cappella, riconosciuti dall'Imperatore Enrico V come possesso dei monaci di Sant'Apollonio di Canossa. Dopo il dominio dei Canossa passò nel 1153 in possesso dell’omonimo monastero, quindi, dopo piùdi un secolo di lotte fra i due partiti reggiani degli Inferiori e dei Superiori (due fazioni guelfe), nel 1287 si ebbe l’occupazione stabile del castello da parte dei Fogliani, capi dei Superiori. Nel 1322 il castello fu incendiato dai Reggiani e consegnato ai Canossa del Gesso (ramo collaterale dei Canossa); riconquistato dai Fogliani, nel 1335 lo ricostruirono. All’inizio del ‘400 Nicolò III d’Este, divenuto signore di Reggio, occupò il castello, togliendolo a i Fogliani, e dal 1428 al 1432 lo fece fortificare sotto la direzione di Beltramo Comastri e di Francesco da Salvaterra; a sovrintendere i lavori di fortificazione (ampliamento del mastio e ricostruzione delle mura) figurò in questo periodo anche bolognese Fieravante Fieravanti. Tornato nel 1434 ai Fogliani con Guido Savina III, alla morte del quale passò ai figli Antonio e Bertrando Fogliani che lo cedettero per metà ai Canossa e per l’altra metà ai Vicedomini. Avendo le due famiglie il condominio si alternavano al potere annualmente con inizio al 3 aprile di ogni anno. Nella giurisdizione del feudo (Sarzano, Cortogno, Miara) vi erano anche due osterie, una a Sarzano e l’altra a Migliara, la prima posseduta dai Visdomini e la seconda dai Canossa. Nel 1646 la parte dei Canossa venne ceduta alla Camera ducale, dove nel 1658 il duca di Modena Francesco I d’Este la affidò al suo ministro Girolamo Graziani della Pergola per compensarlo dei servigi avuti. Alla morte del conte Graziani (1675), essendo morto il primogenito, per concessione della duchessa Laura reggente, il feudo passò alla figlia Francesca che sposò nel 1693 il marchese Paolo Carandini di Modena. Nel 1694 alla morte dell’ultimo Visdomini, la sua parte tornò alla Camera ducale e l’anno successivo il duca di Modena Rinaldo d’Este investì l’intero feudo di Sarzano al marchese Paolo Carandini e a sua moglie Francesca Graziani. I Carandini tennero Sarzano fino alla soppressione dei feudi e vi intrapresero importanti restauri ristrutturandone la Rocca nel 1698. Nel 1796 il castello passò al comune, ritornando nel 1815 agli Estensi che con rogito Morandi del 2 marzo 1839 lo cedettero alla chiesa di Sarzano. Oggi è nuovamente di proprietà del Comune di Casina. L’impianto attuale del castello con doppia cinta di mura, tre cortili, mastio e torre quadrata, risale al secolo XV, all’epoca del marchese Nicolò III d’Este. Originariamente la struttura del maniero era organizzata all’interno di tre cerchie di mura: una inferiore con tre porte di accesso (il cui perimetro è oggi ripreso dal tracciato stradale), che comprendeva la chiesa parrocchiale con canonica e una abitazione civile; due superiori concentriche così articolate: un piazzale a recinto come ricetto e difesa degli abitanti, delimitato internamente da un fossato con acqua davanti al portale di accesso con ponte levatoio, un cortile interno con il bastione merlato e i manufatti abitativi ed infine un cortile con la torre difensiva più alta. Restano l'alta torre (alta circa 20 mt), adibita a campanile fino al 1960, il mastio dalle rilevanti dimensioni, con merlatura guelfa provvista di piombatoi e coperta da tetto, infine i resti della cinta muraria. Notabile l'ingresso di cui rimane la porta, con massiccio architrave a mensole convesse. Vi si trova murata una pietra arenaria, l’originale trafugato nel 1993, scolpita con lo stemma dei Carandini-Graziani e l’iscrizione “Paolo Carandini Marchese di Sarzano e la Marchesa Francesca Graziani Carandini Contessa di detto Feudo Consorti e Condomini restaurarono questa Rocca -anno 1698”. Quel che rimane oggi della rocca di Sarzano è dovuto a Corrado Ricci, che, quando nel 1885 la si voleva demolire per costruirvi la nuova chiesa, visitò i ruderi e scrisse sul “Fanfulla”: “.... È una delle rocche più eleganti e meglio conservate dell’Appennino emiliano .... appare stupendamente pittoresco, né i vecchi possessi della contessa Matilde hanno forse castello più artistico”. Nel 1887 il canonico mons. Francesco Gregori propose, a sue spese, un razionale restauro al cadente tetto della rocca: “generosa e nobile offerta, rimasta però senza effetto per incuria dei Sarzanesi”. Nel 1989 il Castello con le sue dipendenze e la Chiesa vennero acquistati dal Comune di Casina che provvide al recupero (e la messa in sicurezza a seguito alle scosse telluriche avvenute nel 1996), alla riqualificazione e valorizzazione del complesso monumentale. Durante i lavori per il restauro delle mura del castello sono venuti alla luce i resti di antiche strutture murarie che riguardano almeno due edifici distinti. Lungo il margine orientale del cortile interno del castello le mura affioranti disegnano la pianta di un edificio realizzato in muratura a sasso, con una caratteristica forma semicircolare. All’interno dell’edificio absidato, che al meno nella parte di muratura inferiore appare assai antico, sono state rinvenute sepolture ed ossari scavati nella nuda roccia. Si tratta dei probabili resti di una chiesa od oratorio castrense costruito sulla sommità. La roccia basale è stata individuata alla quota di 1 metro e 30 al di sotto dell’attuale piano di calpestio. Al di sopra il terreno, di colore scuro, è denso di frammenti di carboni e materiali ceramici risalenti ad un’epoca compresa tra il X ed il XIV secolo. Oggi il complesso di Sarzano è formato dal Castello vero e proprio, che occupa la sommità del colle, e dal borgo di nord-est, che annovera la ex chiesa di San Bartolomeo con la sua canonica (oggi ostello e bar), una casa mezzadrile (l’attuale locanda) e un fienile (il ristorante). Il Torrazzo costituisce l'elemento più interessante del complesso del castello di Sarzano. Le rilevanti dimensioni planivolumetriche resero questa struttura adatta non solo ad uso difensivo ma anche ad uso residenziale, probabilmente già in epoca feudale fu adibita a dimora signorile. Il complesso di Sarzano è oggi un prestigioso contenitore culturale, ricco di eventi quali mostre, concerti, letture filosofiche, spettacoli teatrali che si alternano durante l'anno con successo. Il castello ha un suo sito ufficiale, di cui consiglio la visita: http://www.castellodisarzano.it.
Video suggerito: http://matildedicanossa.galmodenareggio.it/itinerari_matildici/audioguide_1/comune_casina_castello_sarzano.aspx
Scheda Compilata da: Cetty Giuffrida su http://www.icastelli.it, http://matildedicanossa.galmodenareggio.it, http://reggioemiliaturismo.provincia.re.it


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