RECALE (CE) - Villa Porfidia
Le origini di Villa Porfidia, localmente
nota come “Torre”, in primis “Real Castello Borbonico”, si fanno risalire alla
fine del ‘700. In effetti si tratta più di un palazzo-roccaforte che residenza
estiva della famiglia reale, legato alla particolare ubicazione territoriale
del primitivo nucleo abitato di Recale, nei pressi dell’importante consolare
Appia antica. Per circa un secolo la Torre fu dominio dei Borboni, finché nel
1860 passò al duca Guevara di Bovino; in tale periodo quadri, sculture marmoree,
mobilio e suppellettili di gran pregio artistico furono trasferiti in uno dei
palazzi Foglia a Marcianise. I Guevara abitavano il palazzo nei periodi
in cui la corte napoletana si trasferiva alla Reggia di Caserta. Nel 1781, per
decreto di Ferdinando IV di Borbone, la nobile famiglia ebbe la possibilità di
sfruttare a titolo gratuito una derivazione dell’Acquedotto Carolino. L’acqua,
raccolta in una cisterna ancora visibile nel giardino in prossimità del muro
di cinta, serviva ad alimentare i numerosi giochi d’acqua della villa. Solo nel 1936 l’interessante palazzo fu venduto alla famiglia
Porfidia di Recale, ancora oggi proprietaria. La villa, ubicata ai margini
orientali del nucleo abitato, conserva tuttora una certa autonomia rispetto ad
esso, essendo nella quasi totalità circondata dalla fiorente campagna recalese.
Il corpo di fabbrica principale, dominato da una poderosa torre angolare
(costruzione preesistente), si affaccia sull’irregolare Piazza della
Repubblica, dove si eleva altresì un’interessante chiesa del 1583 affiancata da
un’esile campanile. Il palazzo, dotato di un vasto parco, occupa una superficie
di oltre 20.000 mq., articolandosi in un corpo piuttosto compatto a corte interna;
qui, androni, porticati, loggiati ed ampie vetrate, definendo la spazialità del
complesso, offrono suggestivi scorci prospettici. Dall’ingresso principale si
accede all’ampia corte interna sulla quale fa bella mostra di sé la grande
vetrata dello scalone principale, attraverso il quale si giunge al piano
nobile: un susseguirsi di vaste sale affiancate da locali di servizio, dove ben
poco rimane delle pregevoli decorazioni e suppellettili che ne facevano una
residenza regale. Di particolare interesse sono i decori di alcune sale,
realizzati sia ad affresco sia con la tecnica dei papier paint
(letteralmente carte dipinte). Alla severa imponenza
della struttura architettonica fa riscontro un esteso
parco pensile, in cui interessanti gruppi marmorei ed alcune fontane (che riproducono
in miniatura quelle della vicina Reggia vanvitelliana), fondendosi con le
numerose essenze arboree del giardino all’italiana (tra cui un antico bosco di
lecci, esemplari di Taxus baccata, di Cinnamomun camphora, di Magnolia
grandiflora e di molte specie di Camelia) creano
suggestive scenografie naturali. Accanto al giardino all’italiana,
parallelamente al viale centrale, è situato il “viale degli ombrellini”, che
costituisce l’elemento più caratterizzante del giardino e uno dei più
significativi esempi di arte topiaria settecentesca: un viale di 75 metri, ai
cui lati trenta panchine in pietra vesuviana sono circondate da siepi di
bosso, modellate in modo da formare la spalliera e i braccioli e sono
sormontate da altre piante di bosso potate a forma di ombrellini. In facciata, al verticalismo della poderosa torre merlata, si
oppone il corpo orizzontale dell’edificio principale prospettante sulla piazza.
Un finto bugnato a liste caratterizza il corpo inferiore della fabbrica,
interrotto solo dal portale d’ingresso ad arco ribassato, blasonato in chiave;
sul cordoncino di coronamento della superficie a bugne si aprono finestroni
quadrati protetti da aggettanti elementi ad arco, che sorreggono gli eleganti
balconi del piano superiore. Al primo piano sei grandi aperture adorne di
cornici e sormontate da timpani triangolari scandiscono la semplice facciata
conclusa dal cornicione. Meno rappresentativa la facciata laterale, priva di
qualsiasi ornamento, in cui si aprono le finestre di tre livelli: il piano
terra, l’ammezzato, il piano nobile. Negli ultimi anni sono state
promosse attività volte a favorire la conoscenza del giardino attraverso
l’apertura al pubblico con visite guidate su prenotazione. Alcune foto del pregevole
palazzo sono disponibili al seguente link: http://www.comune.recale.ce.it/index.php?option=com_phocagallery&view=category&id=6:villa-porfidia&Itemid=131
Fonti: http://www.comune.recale.ce.it, http://www.reggiadicaserta.beniculturali.it,
http://caserta.arte.it
http://caserta.arte.it
Foto: da http://www.lucianopignataro.it, di
Tuesday a su http://rete.comuni-italiani.it
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