VICENZA – Fortificazioni dei Della Scala (mura, torre di Porta Castello e Rocchetta)
Nel 568 fu occupata dai Longobardi (secondo Paolo Diacono fu occupata dallo stesso Alboino) e subito eretta a sede ducale. Durante i circa tre secoli del periodo longobardo e del successivo periodo carolingio Vicenza rivestì un ruolo regionale di un certo rilievo e nel 589 ebbe il suo primo vescovo, Oronzio. Durante il Medioevo a Vicenza trovarono sede molti benedettini che si occuparono, tra l'altro, della bonifica del territorio. La città in origine sorgeva infatti su un terreno acquitrinoso e subito a nord confinava con un lago che andò progressivamente prosciugandosi durante l'epoca medievale. La presenza di due corsi d'acqua (gli attuali Bacchiglione e Retrone) e la scarsa elevazione del terreno favorirono il verificarsi di frequenti alluvioni fino ad epoche recenti. Nel 1184 dei sicari al soldo dei grandi feudatari assassinarono sulla piazza del Duomo il vescovo Giovanni Cacciafronte, che venne poi beatificato da papa Gregorio XVI. Dopo essere stata sotto il controllo di Ezzelino II il Monaco nel 1211, la città finì sotto l'egida degli Scaligeri, cui si deve la costruzione delle mura trecentesche, la trasformazione in torre del campanile della basilica dei SS. Felice e Fortunato e il conio dell'unica moneta cittadina, l'aquilino d'argento. Dal 1404 al 1797, donando nel 1414 le chiavi della città a Venezia (come fecero altre città venete e lombarde) entrò a far parte della Repubblica Serenissima Veneta con la sua capitale o dominante Venezia. Seguirono quattro secoli di pace e benessere, in cui le arti raggiunsero livelli eccelsi e l'economia prosperò. Il 12 giugno 1486 gli ebrei furono espulsi da Vicenza e, per sopperire alle richieste di prestiti di denaro, fu istituito contemporaneamente il Monte di Pietà. Il Cinquecento fu il secolo del grande architetto tardo-rinascimentale Andrea Palladio. Giunto giovane a Vicenza dalla nativa Padova, preso a cuore dal mecenate vicentino Gian Giorgio Trissino che lo fece studiare, Palladio si rivelò come una delle personalità più influenti nella storia dell'architettura occidentale. Le numerose famiglie nobili vicentine (i Porto, i Valmarana, i Thiene, i Trissino solo per citarne alcune) commissionarono a Palladio numerosi palazzi in città nonché altrettante ville che ridisegnarono completamente la scenografia vicentina. Con l'arrivo dei francesi nel 1797 e la caduta della Repubblica di Venezia, nel Veneto si assistette a un cambio epocale. Il sistema politico basato sull'oligarchia del patriziato veneziano era considerato talmente superato che, quando il Congresso di Vienna restaurò l'ordine precedente, neppure prese in considerazione la rinascita della Serenissima. Dopo pochi mesi di occupazione (dall'aprile 1797 al gennaio 1798) a Vicenza e nel Veneto, in base agli accordi del Trattato di Campoformio, ai francesi subentrarono gli austriaci, che abrogarono molte delle decisioni prese dalla Municipalità provvisoria e riportarono in vigore la situazione precedente all'invasione napoleonica. I francesi ritornarono nuovamente in città per pochi mesi tra il 1800 e il 1801, ma la pace di Lunéville ridiede Vicenza e il Veneto agli austriaci. Il 4 novembre 1805, per la terza volta, in seguito alla pace di Presburgo che ridiede il Veneto, l'Istria e la Dalmazia alla Francia, le armate di Napoleone rientrarono in Vicenza, che venne annessa al Regno d'Italia - parte dell'Impero francese - e vi rimase fino al novembre 1813. Le principali architetture militari della città risalgono al periodo di dominazione scaligera (fine Trecento) e, nonostante buona parte delle fortificazioni sia stata inglobata, nel corso dei secoli, in nuove strutture, viale Mazzini conserva tuttora le mura medioevali che sono oggetto di un sofisticato restauro. Oltre alle mura, la maggiore testimonianza di architetture militari si ha con le porte che fungevano da accesso al centro storico:
Porta Santa Croce, uno dei più importanti resti ancora intatti delle antiche fortificazioni, è l'ultima ad essere costruita dagli scaligeri (venne eretta nel 1385). Da questa porta partono le mura scaligere di viale Mazzini. La porta ha ancora una funzione di ingresso al centro storico (si accede a corso Fogazzaro). Date le precarie condizioni, nel 2012 è stata oggetto di importanti lavori di restauro conservativo.
Porta Nova è stata costruita nel 1381 da Antonio della Scala per difendere ulteriormente il complesso fortificato della Rocchetta (dove si trovavano armi e munizioni per la città). Nel 1848 accanto a questa porta vennero combattute feroci battaglie per la difesa della città dagli austriaci. La porta è stata abbattuta nel 1926, in occasione della visita di Benito Mussolini. Nelle vicinanze è stato aperto un varco nelle antiche mura a cui viene dato il nome di Porta Nova, ma che nulla ha a che spartire con la porta originaria.
Porta Castello, la porta più vicina al centro (entrando ci si trova in piazza Castello) e di principale ingresso alla città per chi proviene da ovest, rappresentava il passaggio attraverso le strutture del castello scaligero, da cui trae il nome. Sorge a poca distanza dalla più antica porta Feliciana che venne chiusa e sostituita dall'attuale la quale fa parte, assieme alla possente Torre di piazza Castello, di un complesso fortificato voluto ancora dagli Ezzelini.
Porton del Luzo, in origine casa torre della famiglia Lucii risalente all'XI secolo, il Porton del Luzzo appartiene allo stesso periodo della prima cerchia medioevale ed è considerato una delle porte più antiche di Vicenza. Chiusa nel XIII secolo, venne riaperta nella metà del XVI secolo. Più volte rimaneggiata e restaurata con i materiali di scavo ricavati dal vicino teatro romano di Berga, è caratterizzata da una merlatura anch'essa rifatta.
Porta Santa Lucia, edificata nel 1369, porta all'omonimo borgo. È caratterizzata da un bassorilievo con il Leone di San Marco che è stato scalpellato alla caduta della Repubblica di Venezia e da una lapide che ricorda i nomi dei vicentini morti durante la battaglia contro gli austriaci del maggio-giugno 1848. Nel 2012 la via che conduce alla porta è stata oggetto di lavori al sistema fognario della zona a seguito dell'alluvione del 2010.
Porta San Bortolo, porta costruita in epoca veneziana (precisamente nel 1455), più che per scopo difensivo, era la barriera per il dazio. Testimone anch'essa dei combattimenti del 1848 è sopravvissuta al feroce bombardamento del 18 novembre 1944 che colpì duramente il quartiere di San Bortolo (allora il più popoloso della città). La porta è stata ristrutturata dal gruppo alpini del quartiere tra il 1993-1994 e negli stessi anni il comune riorganizzò la viabilità attorno alla porta (che sorge in uno degli incroci della circonvallazione interna, vicino all'ingresso storico dell'ospedale San Bortolo). La porta è diventata un monumento inserito all'interno di una rotatoria e non ha più la funzione di permettere il passaggio sotto ad essa.
Nel 1343 (17 marzo, podestà Bernardo degli Scannabecchi, nobile bolognese) fu edificato il complesso del castello scaligero di porta Nova San Felice che aveva nell'alta torre ezzeliniana del mastio la sua principale difesa. Non è ben certo se il coronamento merlato munito di torretta che ancora oggi sormonta la poderosa costruzione, sia da far risalire a questo periodo o alla successiva dominazione viscontea. Il castello, interamente circondato da fossato anche dalla parte della città era ben munita opera militare con quattro torri agli angoli, cortile d'armi, pozzo, alloggiamenti per il presidio, magazzini e scuderie. Attraverso il cortile passava l'androne di transito munito di pusterle, porte carraie con levatoi, saracinesche, portoni e battiponti. Gli Scaligeri rimasero a Vicenza fino al 1388, quando Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano e vicario imperiale per la Lombardia, alleatosi con i Padovani, prese a tradimento Verona riuscendo così ad occupare contemporaneamente pure Vicenza. Dopo il dominio visconteo, morto Gian Galeazzo nel 1402, inutilmente i Carraresi di Padova tentarono di impadronirsi di Vicenza perché la città berica, memore di secolari asperrime rivalità, si diede piuttosto a Venezia fornendo così occasione alla guerra che portò alla rovina lo stato padovano con la definitiva affermazione della supremazia veneziana in terraferma. Sotto Venezia il castello conservò per parecchio tempo un ruolo difensivo. Nel 1507, nell'imminenza della guerra di Cambray, fu restaurato e rimesso in efficienza; altro intervento si ebbe nel 1536. Perduta l'importanza militare, fu acquistato verso il 1630 dai nobili Valmarana che lo adattarono e residenza. Il 3 novembre 1805, le truppe napoleoniche del generale Massena attaccarono la retroguardia austriaca, attestata in Vicenza per proteggere la ritirata dell'esercito dell'Arciduca Carlo d'Asburgo, con un furioso bombardamento che arrecò gravissimi danni alla porta e lasciò i suoi segni pure sul mastio. Del castello scaligero, salvo l'imponente mastio, oggi non rimane più nulla perché tutto fu progressivamente smantellato un po' alla volta dai Vicentini (1767, 1792, 1795, 1797, 1805, 1812). Anche le fosse furono colmate. Scriveva il Rumor con giustificato rimpianto: "Di tanto barbaro maestà più non rimane che un torrione", torrione che riuscì a scampare all'annientamento e ad evitare un rovinoso degrado unicamente grazie al fatto che nella metà inferiore erano stati ricavati alloggi privati. Superata la secondo guerra mondiale con non gravi conseguenze, il grande mastio è stato fatto oggetto in questi anni di un attento restauro da porte degli attuali proprietari su progetto dell'architetto Pozzato. L'intervento, attuato con cautela e con rispetto per il valore documentale del manufatto, rendendo possibile la visita all'interno e la salita alla ghirlanda merlata, ha finalmente consentito ai cittadini e ai turisti di fruire più da vicino della potente suggestione promanante da questo eccezionale testimonianza dell'architettura fortificata militare del Medioevo vicentino. La Torre di Porta Castello è disponibile per iniziative commerciali, promozionali e pubblicitarie, per eventi artistici e culturali, mostre ed esposizioni, incontri istituzionali, visite guidate, celebrazioni, cocktail party, buffets e cene private, splendide ed esclusive serate. La pregevole disposizione degli spazi interni del monumento si presta o soddisfare le più svariate esigenze. La parte occidentale della città, così importante sotto l'aspetto strategico perché rivolta verso Verona, fu ulteriormente rafforzata con la costruzione della Rocchetta. Era un cospicuo manufatto su base quadrata, di 32 metri di lato, con torri angolari scudate, circondato totalmente da fossato – allo scopo, la Seriola era stata deviata all'interno – con due porte munitissime, ponti levatoi e più robustissime chiuse. I muri andavano da uno spessore di 3,20 m, verso la campagna, a 1,50 m, verso la città; attorno al cortile, su tre lati, si addossavano edifici per tre piani, destinati ad una numerosa guarnigione. Nella costruzione della Rocchetta - così come per la Porta santa Croce - si fece uso solamente della pietra di Montecchio, molto resistente e dura. In realtà questa fortezza non fu mai utilizzata e un paio di secoli più tardi, probabilmente intorno al 1570, Andrea Palladio redasse uno studio per adattarla a uso abitativo, essendo stata dal 1565 circa ceduta in affitto dal Demanio Veneto al patrizio Jacopo Contarini. C'era ormai disinteresse per un complesso del tutto superato dalle nuove tecniche militari. Davanti all'arco di pietra rimangono i resti della cosiddetta casa del Boia. Costitui uno dei perni della difesa della città nel maggio 1848.
Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Vicenza,
http://www.vicenzanews.it/it/territorio/palazzi-e-monumenti/la-torre-di-porta-castello,
https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_delle_mura_e_fortificazioni_di_Vicenza,
http://archivio.vajenti.com/opac.php?screen=scaffale1&loc=S&osc=scaffale1&orderby=TitoloFoto: la prima (raffigurante la torre di Porta Castello) è una cartolina della mia collezione, mentre la seconda, relativa alle mura scaligere, è di Claudio Gioseffi su
https://it.wikipedia.org/wiki/Vicenza#/media/File:Mr_scaligere_Mazzini-2-2.jpg. Infine, la terza (relativa alla Rocchetta) è presa da
http://www.medioevo.org/artemedievale/Pages/Veneto/MuraVicenza.html