giovedì 7 dicembre 2017

Il castello di giovedì 7 dicembre






LIZZANELLO (LE) - Palazzo baronale Paladini

La data di fondazione dell'abitato non è accertata. Diverse sono le ipotesi fra le quali le più accreditate sono quelle degli storici Giacomo Arditi e Cosimo De Giorgi. Il primo fa risalire la nascita al sacco di Lecce operato da Ottone IV di Sassonia nel 1210. I profughi, scampati al saccheggio, fondarono una nuova città dandole il nome di Licyanellus, ossia Piccola Lecce. Tale ipotesi è anche confermata dallo stemma cittadino simile a quello della città capoluogo. Il De Giorgi ritiene invece che la nascita di Lizzanello è conseguenza della distruzione dei vicini casali medievali di Cigliano, Fornello e Scaranzano. A partire dal XIV secolo il feudo fu assoggettato a vari signori. Cecilia Marescallo, nobile leccese, lo detenne fino al 1335 quando fu ceduto a Guglielmo Garzia. I De Bilancis ne furono feudatari per circa mezzo secolo. Nel XV secolo entrò a far parte della Contea di Lecce e appartenne a Maria d'Enghien che lo vendette nel 1436 alla famiglia Paladini, la quale lo possedette per oltre duecento anni. Ai Paladini succedettero i D'Afflitto, i Chiurlia e infine i Lotti. Il Palazzo baronale Paladini è di origine quattrocentesca e fu edificato originariamente come castello, costruito nella parte più alta del paese per scopi difensivi. Modificato una prima volta nel Cinquecento, fu trasformato in residenza signorile da Giovanni Paladini nel XVII secolo. Ha subito arricchimenti e modifiche nel corso dei secoli seguenti, in particolare in epoca neoclassica. Della struttura originaria rimane, nella parte posteriore, una delle due torri in pietra leccese. La torre possiede una base tronco-conica e si sviluppa con una pianta cilindrica. L'interno custodisce lo stemma dei Paladini consistente in uno scudo diviso in quattro parti, con due gigli bianchi su corpo rosso e due rossi su corpo bianco: la targa è sormontata da un cimiero e riposa sulla croce di Malta. Seicentesca è anche la circolare torre colombaia posta alle spalle del palazzo. Lo stile architettonico tardo-rinascimentale del palazzo, costruito molto probabilmente con la consulenza di Gian Giacomo dell'Acaya, fu stravolto verso la fine dell'Ottocento con la trasformazione della facciata e del giardino in stile neoclassico. Il prospetto, che conserva ancora la base scarpata, è caratterizzato da un austero allineamento di grandi finestre e da una portale trapezoidale (simile a quello del castello di Cavallino) sormontato dallo stemma dei Lotti, ultimi feudatari di Lizzanello. Nulla è rimasto delle numerose opere d'arte che rendevano lussuoso l'edificio in quanto vendute a privati o trasferite a Napoli nel palazzo partenopeo dei Lotti. Non esistono più neanche le cappelle interne dell'Annunziata e di San Salvatore, intitolata successivamente a San Gregorio. Restano tuttavia un frantoio ipogeo e una torre casamatta munita di petriere e saettiere.

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Lizzanello, https://www.geoplan.it/luoghi-interesse-italia/monumenti-provincia-lecce/cartina-monumenti-lizzanello/monumenti-lizzanello-palazzo-baronale.htm, http://www.nelsalento.com/guide/lizzanello.html,

Foto: la prima è presa da http://censimento.valledellacupa.it/gal_r.php?wchben=871&vvv=999__-__999__-__999__-__999__-____-__0---0---0---1---0---0---0---0---0---0---0---0---&bbb=19 (dove potete trovare altre interessanti immagini), la seconda è di Lupiae su https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzo_baronale_di_Lizzanello#/media/File:Torre_di_Lizzanello.jpg

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