LIZZANELLO (LE) - Palazzo baronale Paladini
La data di fondazione dell'abitato non è accertata. Diverse sono le ipotesi
fra le quali le più accreditate sono quelle degli storici
Giacomo Arditi
e
Cosimo De Giorgi. Il primo fa risalire la nascita al
sacco di Lecce
operato da Ottone IV di Sassonia nel 1210. I profughi, scampati al saccheggio,
fondarono una nuova città dandole il nome di
Licyanellus, ossia
Piccola
Lecce. Tale ipotesi è anche confermata dallo stemma cittadino simile a
quello della città capoluogo. Il De Giorgi ritiene invece che la nascita di
Lizzanello è conseguenza della distruzione dei vicini casali medievali di
Cigliano,
Fornello e
Scaranzano. A partire dal XIV secolo il feudo fu
assoggettato a vari signori.
Cecilia Marescallo, nobile leccese, lo
detenne fino al 1335 quando fu ceduto a
Guglielmo Garzia. I
De
Bilancis ne furono feudatari per circa mezzo secolo. Nel XV secolo entrò a
far parte della Contea di Lecce e appartenne a
Maria d'Enghien che lo
vendette nel 1436 alla famiglia Paladini, la quale lo possedette per oltre
duecento anni. Ai Paladini succedettero i
D'Afflitto, i
Chiurlia
e infine i
Lotti. Il Palazzo baronale Paladini è di origine
quattrocentesca e fu edificato originariamente come castello, costruito nella
parte più alta del paese per scopi difensivi. Modificato una prima volta nel
Cinquecento, fu trasformato in residenza signorile da Giovanni Paladini nel XVII
secolo. Ha subito arricchimenti e modifiche nel corso dei secoli seguenti, in
particolare in epoca neoclassica. Della struttura originaria rimane, nella
parte posteriore, una delle due torri in pietra leccese. La torre possiede una
base tronco-conica e si sviluppa con una pianta cilindrica. L'interno
custodisce lo stemma dei Paladini consistente in uno scudo diviso in quattro
parti, con due gigli bianchi su corpo rosso e due rossi su corpo bianco: la
targa è sormontata da un cimiero e riposa sulla croce di Malta. Seicentesca è
anche la circolare torre colombaia posta alle spalle del palazzo. Lo stile
architettonico tardo-rinascimentale del palazzo, costruito molto probabilmente
con la consulenza di Gian Giacomo dell'Acaya, fu stravolto verso la fine
dell'Ottocento con la trasformazione della facciata e del giardino in stile
neoclassico. Il prospetto, che conserva ancora la base scarpata, è
caratterizzato da un austero allineamento di grandi finestre e da una portale
trapezoidale (simile a quello del castello di Cavallino) sormontato dallo
stemma dei
Lotti, ultimi feudatari di Lizzanello. Nulla è rimasto delle
numerose opere d'arte che rendevano lussuoso l'edificio in quanto vendute a
privati o trasferite a Napoli nel palazzo partenopeo dei Lotti. Non esistono
più neanche le cappelle interne dell'Annunziata e di San Salvatore, intitolata
successivamente a San Gregorio. Restano tuttavia un frantoio ipogeo e una torre
casamatta munita di petriere e saettiere.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Lizzanello, https://www.geoplan.it/luoghi-interesse-italia/monumenti-provincia-lecce/cartina-monumenti-lizzanello/monumenti-lizzanello-palazzo-baronale.htm,
http://www.nelsalento.com/guide/lizzanello.html,
Foto: la prima è presa da http://censimento.valledellacupa.it/gal_r.php?wchben=871&vvv=999__-__999__-__999__-__999__-____-__0---0---0---1---0---0---0---0---0---0---0---0---&bbb=19
(dove potete trovare altre interessanti immagini), la seconda è di Lupiae su https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzo_baronale_di_Lizzanello#/media/File:Torre_di_Lizzanello.jpg
Nessun commento:
Posta un commento