BORGOROSE (RI) - Castello di Collefegato
Collefegato deriva il suo nome non dal castello ma dal colle, da sempre così chiamato, per la sua configurazione a forma di fegato umano. La denominazione, castello di Collefegato, avvenuta in tempi remoti, è simile a quella verificatasi, di recente, il 4 settembre 1960, quando, con decreto del presidente della Repubblica, venne modificato il nome di Borgocollefegato in Borgorose, dal nome monte Rosa, monte che collega la maggior parte delle frazioni al capoluogo, Borgorose. Non solo Collefegato ma anche i paesi Borgocollefegato e Villecollefegato, da quando cominciarono ad essere abitati fino al 1960, presero il nome dal colle omonimo; dal 1960 venne cambiato non solo il nome di Borgocollefegato in Borgorose, ma anche quello di Villecollefegato in Villerose; il castello di Collefegato ridotto a ruderi per il terremoto di Avezzano del 13 gennaio 1915, con l'agglomerato costruito alle sue pendici, continuò a chiamarsi Collefegato, al fine di conservare la memoria storica. Dopo la prima evangelizzazione, nel territorio arrivarono, durante la dominazione longobarda, i Benedettini, che impiantarono stabilmente la Chiesa con i loro monasteri, realizzarono benefiche e vaste opere d'agricoltura e riattivarono acquedotti preesistenti. I Benedettini costruirono, in tempi successivi, numerose chiese. II castello era stato costruito in modo da avere comunicazione soprattutto con la chiesa di S. Giovanni in Leopardo, con Borgocollefegato e Villecollefegato. I resti, a noi giunti, di tale imponente costruzione, sono assai frammentari, ma sufficienti per avere un quadro chiaro del complesso. Il borgo doveva essere cinto di mura e di rocche sul colle, "a forma di fegato", con una estensione di circa 8.000 metri quadrati. Ad ovest, attiguo ad un robusto torrione, si rileva uno spazio di metri 15x15 ed al centro di esso un foro che immette ad un sotterraneo (prigione? cisterna?); ad est di questo un altro spazio, ugualmente delle dimensioni di metri 15x15; andando sempre verso est s'incontra un grande spazio di metri 32x32 con al centro un altro sotterraneo. Il corpo centrale è costituito da un ampio spazio di 120 metri per 60, attorniato da tre torrioni; intorno ad essi si sistemavano i soldati, i servi e gli artigiani. Tutto il restante lato est, in forma più stretta, più semplice, ricalca il lato ovest del corpo centrale. Ad occidente del castello è ubicata la chiesa medioevale, di metri 18x10, in cui è possibile ammirare il campanile, spostato leggermente a destra dietro l'abside, con in cima due archetti per le campane, sormontati da uno più piccolo, che creano un' armonia e un equilibrio riposanti. Accanto all' altare principale si ammira l'affresco raffigurante la Madonna del latte del 1471, restaurato nel 1947, ma oggi, purtroppo, completamente abbandonato alle intemperie (l'affresco, di recente, è stato asportato). L'affresco ha le dimensioni di 150x85 cm. La Madonna, con atteggiamento umanissimo, è seduta, in forma ieratica e il bambino, a sua volta, siede sul suo ginocchio destro, sorretto dalla mano sinistra della Mamma, mentre succhia il latte dalla mammella destra. Alle due figure fa da sfondo un drappo di color ocra, trapunto con disegni di rosso cupo. Con la mano destra la Madonna sorregge, in modo quasi nervoso, in contrapposizione alla delicatezza della mano sinistra, la spalla e il braccino destri del figlio. Le manine del Bambino appaiono rozzamente ritoccate, una poggia sul petto e l'altra sulla gambina sinistra. Le aureole e le sagome sono allo stato originale, le teste e i volti restaurati, gli occhi appaiono estatici ma non astratti sui problemi del mondo. Il castello di Collefegato è situato sulla sommità del colle omonimo, al quale dalla parte di Corvaro si ascende per una via assai scoscesa. Una tradizione, non documentabile, vuole, come si è accennato, che un signore del territorio aquilano, Fidanza, costretto dai nemici a fuggire dalla sua terra, riunì i suoi sudditi di Villa Leoparda, di Caseline, di Villa Tommasa e di Villa Valle, e, per sicurezza, iniziò a fabbricare il castello di Collefegato con mura, antemurali, e sette bastioni. L'insediamento fortificato concesso in feudo, inizialmente ad un ignoto personaggio da un ente religioso o laico, anch'esso rimasto sconosciuto passò sotto il controllo del conte Gentile Vetulo di Rieti, nella metà del XII secolo. Successivamente il castrum venne concesso da Carlo d'Angiò a Ugo Stacca, proveniente dalla Provenza Orientale. Dopo la morte di quest'ultimo, avvenuta tra il 1272 e il 1273, il feudo ritornato agli Angioni venne affidato all'aquilano Fidanza, legato alla potente famiglia dei Camponeschi. Nel 1338, rimasto coinvolto nelle sanguinose lotte tra Pretatti e Camponeschi, che si contendevano il controllo della città de L'Aquila venne assaltato e preso da Buonaggiunta da Poppleto, seguace dei Pretatti. Da Fidanza, catturato e sottratto alla furia omicida dei suoi avversari per volere di Buonaggiunta, il castello passò a Giuntarello da Poppleto. Agli inizi del XV secolo, con il matrimonio tra Paola da Poppleto e Francesco Mareri, il feudo venne inserito tra i possedimenti della famiglia Mareri. Il feudo successivamente venne bruciato da un figlio naturale del medesimo casato, perché il padre gli negava la legittima; dai Mareri passò ai Cesarini, quindi fu acquistato dal barone Ciambella de L'Aquila. Nel territorio del castello di Collefegato si trova la chiesa di S. Giovanni in Leopardo, di cui ora resta la bella cripta, di particolare interesse artistico e architettonico, ma in grave stato di degrado e di abbandono. Le abitazioni, che oggi formano il moderno paese, lungo le pendici del colle furono costruite dopo il disastroso terremoto del 13 gennaio 1915. Le rovine architettoniche e le strutture esistenti fanno di questo piccolo villaggio uno dei punti di riferimento nello studio delle tradizioni storiche dell'intero Comune.
Fonti: testo di Monsignor Giovanni Maceroni e Anna Maria Tassi su http://www.riservaduchessa.it/storia/collefegato.html, http://www.prolocoborgorose.eu/Tutto%20Paesi/Tutto%20Collefegato/home%20page%20collefegato.htm
Foto: la prima è di m. pesci su https://www.tesoridellazio.it/tesori/borgorose-ri-fraz-collefegato-castello-di-collefegato/, la seconda è di Sandro Boschetto su https://mapio.net/images-p/53030002.jpg