mercoledì 21 aprile 2021

Il castello di mercoledì 21 aprile



BAGNO DI ROMAGNA (FC) - Castello di Ridracoli

Il Castello di Ridracoli sorge poco più a monte in posizione dominante sull’omonimo nucleo abitato. Sembra che il nome dell'antico borgo di Ridracoli abbia origine da una corruzione del toponimo Rio degli Oracoli, dal latino "Rivus Oraculorum", che potrebbe indicare che lungo il corso d'acqua nei pressi del borgo fosse presente in tempi antichi un tempio pagano. In periodo medievale, attestato nei documenti dal 1216, era presente un castello. Il Castrum Ridiracoli, di proprietà dei conti Guidi passò poi ai Signori di Valbona. L’8 maggio del 1363 il castello veniva lasciato in eredità da parte di Lasia figlia del conte Tancredi da Porciano e vedova del fu Franceschino da Valbona al figlio Azzo. Nel 1371 Azzo di Franceschino risulta signore del castello secondo la relazione di Romagna del cardinale Anglico. Azzo, probabilmente senza figli, lasciò in eredità il castello al monastero di Camaldoli (testamento rogato il 24 settembre 1410). Su parte delle rovine vennero in seguito costruite delle case rurali. Nel 1442 le foreste di queste zone furono assegnate dalla Repubblica di Firenze all’Opera del Duomo per fini economici. Altri riferimenti storici:1777: proprietà di Domenico del fu Lazzaro Salvadorini.
1798: proprietà di Lorenzo Gazzani.
1815: proprietà di Jacopo Gazzani che lo lavora.
1872: vi abitano 5 famiglie.
1895: proprietà di Luigi Mainetti, Agostino Nanni, Antonio Nanni, Pietro e Lorenzo Mainetti.
1910: vi abitano ben sette nuclei famigliari per un totale di 33 persone.
1921: proprietà di Giuseppe Nanni, Lorenzo Mainetti, Vincenzo Mainetti.
Anni ’50: vi abitano le famiglie Bravi e Mainetti.
1968-1969: definitivamente abbandonate da Adolfo Mainetti.
Le case sono attualmente adibite a ricezione turistica.

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Ridracoli, http://www.popolidelparco.it/castello/

Foto: sono prese entrambe da http://www.popolidelparco.it/castello/. La prima è di Calisesi mentre la seconda è di F. Locatelli

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