MONCUCCO TORINESE (AT) - Castello
Moncucco è citato per la prima volta come Montecuch nel diploma che confermava i possedimenti di Guglielmo V del Monferrato da parte dell'imperatore Federico Barbarossa emanato a Belforte nel 1164. Nel 1258 il signore di Montecucco sottoscrisse una convenzione con il comune di Chieri per una difesa del suo castello da parte del comune chierese. Nel 1290 il castello di Montecucco venne occupato dalle truppe del comune di Chieri a cui rimase per più di un secolo, fino a quando nel 1396 passò sotto il possesso di Teodoro II marchese del Monferrato. Nel 1631 con il Trattato di Cherasco passò sotto i Savoia come parte della provincia di Asti. Con l'occupazione francese entrò a far parte del dipartimento del Tanaro nel 1799 nella Repubblica Piemontese e poi dal 1801 al 1805 nella Repubblica Subalpina annessa nel 1802 all'Impero Napoleonico. Nel 1799 i moncucchesi avevano chiesto inutilmente di essere annessi al dipartimento dell'Eridano con capoluogo Torino, con la riorganizzazione nel 1805 il comune passò sotto il circondario di Asti del dipartimento di Marengo dove rimase fino alla caduta di Napoleone. Il castello di Moncucco, così come si presenta ora, risale ai secoli XIV-XV, ma porta su dì sè i segni evidenti di ampliamenti e modifiche del XVIII e del XIX secolo. E' un edificio grandioso, costituito da un insieme di corpi di fabbrica, a pianta irregolare, ancora recintato da solide mura. Una torre di notevoli dimensioni sporge da una delle fiancate, mentre una seconda è posta al centro dell'edificio, come raccordo fra le due maniche del castello. Esso domina il paese e da esso si può ammirare un magnifico paesaggio che dalle colline del Monferrato si estende alle colline del Piemonte meridionale e a quelle torinesi, a Superga e all'arco alpino. La prima attestazione dell'esistenza del castello di Moncucco è contenuta in un diploma imperiale del 5 ottobre 1164. In esso l'imperatore Federico I confermava al marchese di Monferrato una lunga serie di possedimenti già nelle sue mani, fra cui appunto il castello di Moncucco. Signori del luogo fra XII e XIV secolo furono gli Avvocati del Vescovo di Torino. Essi si occupavano di proteggere gli interessi vescovili in campo civile e con tale incarico li troviamo presenti ad importanti avvenimenti della storia piemontese di quel periodo. Nel '200 nacquero in questo castello due cavalieri templari: i fratelli Nicolao e Iacopo. Il primo fu arrestato e processato nell'isola di Cipro; il secondo ricoprì la carica di Gran Precettore d'Italia dell'Ordine del Tempio. A partire dalla seconda metà del '200 i Signori di Moncucco si trovarono ad essere via via sempre più assoggettati al Comune di Chieri, col quale nel 1258 venne stipulato un patto di alleanza. Il legame con Chieri fu seguito, fra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo, da un periodo di instabilità politica al termine del quale Moncucco si ritrovò a fare parte del Marchesato di Monferrato fino al 1631 quando, in seguito al trattato di Cherasco, entrò a far parte del Ducato di Savoia. La Chiesa di Torino continuò però a possedere diritti su Moncucco e concesse investiture ai Della Fraita (1303) e ai Balbis (1345). Nel 1413 l'imperatore Sigismondo confermò il possesso di Moncucco ai Marchesi di Monferrato che nel 1442 diedero il feudo ai Solaro di Chieri. La giurisdizione ed il possesso del castello vennero poi suddivisi in terzi. Uno di questi terzi nel 1490 fu alienato alla famiglia nobiliare casalese dei Grisella, che nel corso di fasi successive acquistò anche le altre porzioni del feudo. Essi mantennero la propria giurisdizione su Moncucco fino alla metà del XVIII secolo. Ad essi subentrarono, attraverso complesse vicende altre famiglie nobiliari. Nel 1662 un terzo del feudo fu ceduto dai Grisella a Tomaso Luigi Scarampi di Monale dal quale passò nel 1736 a Eleonora Margherita di Saluzzo Scarampi, baronessa di Cardè e contessa di Moncucco e Monale, che nel 1748 lo cedette ai Carron di San Tommaso, Marchesi di Avigliana. Con l'estinzione della linea principale di questa famiglia nel 1794 Moncucco fu infeudato a Tommaso Solaro di Govone. Alla sua morte, avvenuta nel 1822, il castello passò alla nipote Tommasina. Quando nel 1837 essa morì il castello passò alla famiglia del marito, il conte Luigi Melano di Portula. Nel 1855 venne acquistato dall'Amministrazione Comunale, cui tuttora appartiene. Gli ambienti interni, in gran parte ristrutturati, ospitano gli uffici del Comune, le Scuole dell'infanzia e primaria statali, il Museo del Gesso (in cui sono illustrate le fasi di lavorazione e l'impiego del gesso nell'architettura rurale del Basso Monferrato fra XVI e XIX secolo) e, in occasioni particolari, eventi pubblici e privati. L’ingresso al cortile interno è caratterizzato da due strette porte ad arco costruite sotto una struttura fortificata e anticamente chiuse da portoni di legno massiccio. Il cortile interno conserva una vecchia finestra con cornice medievale composta da tavelle decorate in terracotta. Altri link suggeriti: http://www.marchesimonferrato.com/web2007/_pages/gen_array.php?DR=all&URL=marchesidelmonferrato.com&LNG=IT&L=2&C=93&T=news&D=IT%7B0FCE0C4D-2962-C048-2A43-0747C85C875D%7D&A=0, https://www.youtube.com/watch?v=jn3hThl8N-g (video di Città metropolitana di Torino).
Fonti: http://www.comune.moncucco.asti.it/, https://it.wikipedia.org/wiki/Moncucco_Torinese, http://www.turismoincollina.it/scopri/castelli/castello-di-moncucco-monferrato/, testo su pubblicazione "Castelli in Piemonte" di Rosella Seren Rosso (1999)
Foto: la prima è di Davide Pescarolo su http://www.turismoincollina.it/scopri/castelli/castello-di-moncucco-monferrato/, la seconda è presa da http://www.parcopotorinese.it/dettaglio.php?id=38041
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