ALA’ DEI SARDI (OT) – Castello Corda-Colonna
In periodo medievale il territorio di Alà faceva parte del
giudicato di Torres, nella Curatoria di Lerron, paese che ormai non esiste più.
Poi, con l'espansione sotto Mariano II del giudicato d'Arborea, nel 1272 entrò
a far parte di questo giudicato, e vi rimase fino alla pace tra Mariano III
d'Arborea e gli Aragona. Dopo la conquista definitiva della Sardegna da parte
degli Aragonesi,
nel 1420, Alà fece parte della Contea di Olivà appartenente a feudatari
Spagnoli, i duchi di Gandia, fino alla fine della dominazione spagnola. Alà sorse
nel periodo della dominazione spagnola, attorno al XVII secolo, grazie alla
costruzione nel 1619 della chiesa di Santa Maria, che costituiva il punto di
incontro delle famiglie di pastori che abitavano sull'altopiano. Era un centro
di modeste proporzioni, considerando che nel 1688 si contavano ad Alà solo 188
abitanti. Sotto la dominazione dei Savoia, nel 1823 passò per questo
centro, che nel frattempo era cresciuto, Alberto La Marmora, più correttamente
Alberto Ferrero conte della Marmora o conte de La Marmora, che era stato
confinato in Sardegna ed era diretto a Nuoro. Egli portava con sé l'ordine del
re di ricevere cavalli freschi per proseguire il viaggio verso la Barbagia, ma
il sindaco di Alà si rifiutò, annunciando una protesta presso il governo di
Madrid, dato che credeva di essere ancora sotto la dominazione spagnola, finita
invece da più di un secolo e mezzo. Alberto La Marmora dovette dormire
all'addiaccio, in un angolo vicino alla via che oggi porta il suo nome. Il
centro storico di Alà risale al 1600. È composto da palazzotti in granito,
dalla forma allungata, con infissi e poggioli in ferro battuto. La costruzione
più importante è il ''castello Corda-Colonna'', edificato nella seconda metà
dell'Ottocento e residenza di una famiglia molto
influente e importante per la storia della comunità. È stato restaurato
di recente, e in una parete esterna è stato dipinto un murales che ricorda l'ultima
bardana, quella del 1870, ossia il tipico reato di brigantaggio commesso
da quaranta banditi, che erano scesi in paese ed avevano saccheggiato il suo
unico negozio. L’edificio è stato acquistato dal comune,
che vi ha realizzato un centro culturale.
Fonti: http://www.comune.aladeisardi.ot.it/cultura/cultura.asp?id=39&ln=IT,
http://www.lamiasardegna.it, http://www.aladeisardi.altervista.org
Foto: da http://www.laglientu.com
e da http://www.lamiasardegna.it
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