CERVINARA (AV) – Castello Longobardo
La leggenda vuole che il nome Cervinara derivi da un altare dedicato dai
Romani a Cerere, dea delle messi. Il borgo, probabilmente, sorse tra il IX e il
X secolo d.C., in età longobarda, quando le popolazioni si concentrarono, dalle
campagne, intorno al borgo fortificato in località Castello. Cervinara ebbe
numerosi feudatari, tra cui i Della Leonessa, i Filangieri, i Carafa, i
Caracciolo ed i Sant'Eramo. Dal Feudalesimo fino agli inizi dell'Ottocento
Cervinara conobbe un forte sviluppo agricolo, soprattutto grazie alla
particolare fertilità del suolo. In posizione di dominio del sottostante
abitato, alle falde del Monte Pizzone, si trovano i ruderi del castello, che i
Cervinaresi chiamano "O' Castellone". La sua prima citazione si
ritrova in un documento del XII secolo (Cronaca del Volturno), in cui un tale
Frate Giovanni fece riferimento ad una permuta avvenuta nell'837, intercorsa
tra l'Abbazia di S. Vincenzo al Volturno ed il Principe longobardo beneventano
Sicardo, il quale ricevette "castrum quoque dicitur Cerbinaria in
Caudetanis", cioè, un castello ubicato a Cerbinaria nella Valle Caudina.
Ciò fa ipotizzare l'edificazione in epoca longobarda di un fortilizio
difensivo, che venne attorniato dalla parte più antica del borgo medioevale,
corrispondente alle odierne frazioni Castello e Ioffredo. Il Castello ed il
dipendente borgo medioevale vennero saccheggiati e distrutti dalle milizie di
Ruggiero II il Normanno, Re di Sicilia, tra il 1128 ed il 1139, durante la
lotta contro Rainulfo Butterico, suo cognato, Conte di Avellino, che aveva
ricevuto il feudo quale dote apportatagli dalla moglie Matilde de Hoteville,
sorella di Ruggiero. La disputa sorse perchè Rainulfo evitò di sottostare agli
obblighi militari connessi al possesso delle Contee ricevute (Avellino e Mercogliano).
La moglie Matilde sfruttò l'occasione per lasciare il coniuge ed il fratello
Ruggiero mosse le sue truppe contro l'infedele cognato, devastando non solo il
borgo medioevale di Cervinara e relativo castello, ma anche altri paesi della
Valle Caudina. La vicenda spiega perchè all'originaria struttura, rappresentata
dal fortilizio longobardo, nel corso dei secoli, se ne siano sovrapposte altre,
edificate dai successivi invasori. I Normanni, infatti, ricostruirono ed
ingrandirono il castello, cosa che fecero anche gli Svevi, in quanto, le truppe
di Federico II di Svevia, distrussero il borgo ed il maniero, che venne
riedificato dal Conte Rainulfo II. Col passare del tempo, da struttura
difensiva, l'edificio assunse la funzione di residenza dei feudatari, che dal
Catalogo dei Baroni risultano essere, tra il XII ed il XIII secolo, Malgerio,
Roberto de Molino, Soaldo Cappello. Ulteriori interventi si effettuarono in
epoca angioina. Carlo d’Angiò, nel 1279, fece dono del castello a Isabella de
Chauville. Nel 1283, il feudo andò a Giovanni della Leonessa, primo dei
feudatari di questa famiglia che rimase in carica per oltre due secoli, fino al
1488. L'assenza di sistematici interventi di consolidamento, determinarono il
deperimento della struttura, che già nel XV secolo, si presentava alquanto
malconcia. Ed infatti, nel secolo successivo, in un atto notarile del 1528, il
castello venne definito "antiquo e mezzo rovinato". Ciò spiega perchè
la famiglia D’Avalos, beneficiaria nel 1532 del feudo come donazione da parte
del Regio Demanio spagnolo, piuttosto che impiegare enormi capitali per la
ristrutturazione profonda del castello, scelse di utilizzarli per erigere, a
partire dal 1562, un edificio gentilizio nell'odierna frazione Ferrari, la cui
costruzione venne terminata solo nel 1581. L'edificio venne comprato nel 1607
dai Caracciolo, a cui rimase fino all'abolizione della feudalità (1806). Del castello
restano i ruderi, la cui visita è preferibile quando il freddo impedisce la
crescita della folta vegetazione, che, invece, ostruisce l'accesso al sito
quando il tempo migliora. L'osservazione complessiva dei resti del Castello
evidenzia come questo costituisse un quadrilatero, di cui residuano parti della
cortina muraria, che consentono di delineare le torri di difesa, sette torrette
(comparse in un periodo successivo alla dominazione sveva), il donjon (torre
principale) e parte della residenza dei feudatari locali. La Torre, a pianta
quadrata ed articolata su tre livelli, con volta a botte, presenta un basamento
a scarpata con una grande finestra e delle fuciliere al primo ed al secondo
piano. Risulta ancora ben visibile una bocca delle ciminiere per le
segnalazioni di fumo. L'accesso ai vari piani avveniva utilizzando delle botole
sovrapposte. Come tutti i castelli, quello di Cervinara era circondato da un
fossato che impediva il facile assalto alla struttura e presentava un ponte
levatoio, superato il quale, gli eventuali assalitori non avevano vita facile,
visto che accedevano ad uno spazio aperto su cui i difensori potevano infierire
con frecce, olio e pece bollenti. In merito al maniero di Cervinara, si narrano
numerose leggende, come quella delle urla di dolore, che si udirebbero durante
le notti, attribuite ad una nobildonna adultera perita nella sua cella per
colpa del fuoco appiccato al castello dagli invasori. Secondo un'altra
leggenda, nei sotterranei del castello, per la precisione nelle sue vie di
fuga, vivrebbe una gallina d'oro o dalle uova d'oro con i suoi sette pulcini.
Infine, e qui siamo al confine tra storia e leggenda, nella canna fumaria di un
camino del mastio, in passato sarebbe stato trovato da alcuni visitatori uno
scheletro di un infante di pochi anni. Ai piedi del fortilizio, precisamente
delle mura, si trova un lavatoio pubblico tardo-medievale, alimentato da una
sorgente.
Fonti: http://it.wikipedia.org,
http://www.irpinia.info,
http://www.terredicampania.it,
http://www.avellinoturismo.it/arte-e-cultura/castelli/item/364-il-castello-di-cervinara.html,
http://www.castellidirpinia.com
Diverse foto del castello sono visibili su http://www.irpiniateca.com/component/content/article/106/493-cervinara-castello-medievale
Foto: di Giuseppe Ottaiano su http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it,
mentre la seconda immagine è una foto presa dalla mia collezione
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