domenica 19 gennaio 2014

il castello di lunedì 20 gennaio






NAVELLI (AQ) – Castello baronale (o Palazzo Santucci)

L'attuale paese fu fondato dall'unione in epoca medievale (VIII-X sec.) di sei villaggi: Villa del Plano, Villa della Piceggia (o Piaggia) Grande, Villa della Piceggia (o Piaggia) Piccola, Villa di Santa Lucia, Villa del Colle e Villa di Turri; come traccia dei villaggi originali, nella piana restano alcune chiese medievali, come quella di Santa Maria in Cerulis citata già nel 787 sul Chronicon Vulturnense. I villaggi originali si riunirono in un unico castello, costruito sul colle dove tuttora si trova il paese, già citato nel 1092 in una bolla del Monastero di San Benedetto in Perillis. La fortezza era dotata di una torre che, in epoca rinascimentale, venne trasformata nel campanile della chiesa parrocchiale. Sulle rovine del castello, poi, fu costruito nel 1632 il Palazzo Baronale, per volere del feudatario Camillo Caracciolo. Le abitazioni vennero costruite in epoca medioevale nella zona della “Villa di Piceggia grande”, ampliandosi in epoca rinascimentale verso la “Villa di Piceggia piccola”: le due zone, medievale (l'attuale “Spiagge grandi”) e rinascimentale (“Spiagge piccole”), sono ancora distinguibili nell'abitato. Il castello di Navelli appartenne alla Diocesi di Valva e nel 1269 partecipò alla fondazione del Comitatus Aquilano nel Quarto di Santa Maria. Per sedare i conflitti relativi al pagamento delle decime, il 29 agosto 1424 passò da quella di Valva alla diocesi di L'Aquila su iniziativa di Papa Martino V. Nel 1423 Navelli si difese dalle truppe di Braccio da Montone, arrendendosi senza però essere espugnata; per onorare la resistenza all'assedio, venne concesso dalla Regina Giovanna II di Napoli di inserire nello stemma del paese la scritta “Navellorum Merito Coronata Fidelitas”. Il 4 e 5 dicembre 1456 un disastroso terremoto distrusse numerosi centri, alcuni dei quali mai più ricostruiti. Nel 1498 il Castello di Navelli fu cinto da mura; una delle cinque porte del paese (la Porta Villotta o Porta Sud) fu in seguito inglobata nel Palazzo Onofri. L'imponente Palazzo Baronale - che fino a mezzo secolo fa portava il corretto e storico nome di "Castello Trasmondi-Tomassetti", legato alle ultime famiglie feudatarie del paese prima dell'abolizione feudale (1806) - spicca dalla sommità del colle sul quale si adagia il borgo di Navelli, contornato da un susseguirsi di case-torri, di palazzi gentilizi, di eleganti loggiati, di portali e finestre. Esso rappresenta un classico esempio di palazzo castellato cinquecentesco, utilizzato come residenza signorile dai baroni Santucci ma sorto come struttura fortificata; le sue architetture sono infatti la fusione del carattere residenziale, oggi prevalente, e di quello difensivo, del quale sono riconoscibili alcuni elementi come le bertesche angolari esterne, aggettanti rispetto al resto della struttura e poggiate su mensole a tre elementi. Il palazzo risulta dotato di un ampio cortile con pozzo centrale e una scala a due rampe che conduce all'elegante loggiato posto lungo il lato occidentale. Le stanze interne hanno tutte la volta e sono discretamente ampie. Il perimetro esterno doveva essere contornato da un fossato di recinzione, come si deduce dalla presenza di una traccia attorno al corpo di fabbrica. L'antico castello era inglobato in una cortina muraria profondamente modificata nel corso dei secoli e oggi totalmente inglobata nel tessuto abitativo del borgo; ne rimane un tratto caratterizzato dalla presenza di due torri di fiancheggiamento a pianta circolare e da tratti di muraglia con scarpa basamentale. Originariamente tale muraglia difensiva, all'atto della realizzazione del castello-palazzo, dovette assolvere alle funzioni di corte bassa, ma della cinta originaria è rimasto sempre meno nel tempo, in ragione della evoluzione della funzione assunta dal palazzo e dell'uso abitativo. Dal palazzo fortificato partono tipiche stradine che scendono sino in fondo alla collina su cui è adagiato il borgo poiché, in seguito, la gente del luogo ha preferito costruire nuovi edifici più in basso, in pianura, piuttosto che restaurare quelli del vecchio centro. L’antico edificio è ancora oggi fortemente rappresentativo dell'immagine del paese. Oggi di proprietà del Comune di Navelli, è stato sottoposto ad imponenti lavori di restauro, che hanno permesso la destinazione delle sue stanze a sedi per lo svolgimento di conferenze e mostre, di celebrazione di matrimoni e di un futuro Centro di documentazione dell’economia tratturale.
Fonti: http://it.wikipedia.org, http://www.spaziovidio.it/castelli/HTML/cartina/navelli.html, www.regione.abruzzo.it, http://www.storianavelli.it/Sito%20Navelli/palazzo_baronale%202.htm

Foto: della mia amica Romina Berretti e di wasabeat su http://rete.comuni-italiani.it

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