mercoledì 30 aprile 2014

Il castello di mercoledì 30 aprile






BUSSI SUL TIRINO (PE) – Castello Cantelmo-Medici

Notizie certe si hanno a partire dal 1092, momento storico in cui alcuni stabili del castello di Bussi erano posseduti dal monastero di San Benedetto in Perillis. La storia di Bussi sul Tirino è legata indissolubilmente al fiume Tirino, conosciuto come il più limpido d'Italia. Nel periodo altomedievale fu proprio il fiume a favorire principalmente gli insediamenti umani e, in particolare, quello di un ordine monastico che vi costruì la chiesa benedettina di Santa Maria di Cartignano, ormai in rovina, il cui primo documento conosciuto riporta al 1021. Santa Maria di Cartignano fu cella dell'abbazia di Montecassino, Grancia della chiesa di San Liberatore a Maiella e appartenne anche ai Celestini. Nel 1265 scesero in Italia con Carlo D'Angiò conte di Provenza i Cantelmo, che furono ricompensati con il feudo di Popoli. Nel 1377 Restaino Cantelmo comperò da Niccolò Alunno D'Alife il castello di Bussi con gli annessi diritti. I Cantelmo regnarono a Bussi fino al 1579, anno in cui Ottavio Cantelmo, duca di Popoli, trovandosi in difficoltà economiche, vendette il castello di Bussi a Pietro Pietropaoli, barone di Navelli, per diecimila ducati, con regio assenso del 22 Dicembre delo stesso anno. Venti anni dopo, lo stesso barone Pietropaoli cedette il castello di Bussi per ventiduemila ducati al Granduca di Toscana Cosimo de' Medici, principe di Capestrano, che pose tra i suoi titoli quello di signore della Baronia di Carapelle e della terra di Bussi. Bussi entrò a far parte del Regno delle Due Sicilie nel 1743 con Carlo III di Borbone, dato che Maria Luisa, figlia di Gian Gastone Dei Medici, non potendo succedere al padre sul trono d'Etruria, fu costretta a cedere Bussi come stato alloidale. Nel 1806, caduto Ferdinando IV di Borbone figlio di Carlo III, venne eletto re di Napoli Giuseppe Bonaparte che decretò l'abolizione della feudalità ed ordinò la divisione della propretà feudale in tre parti: al demanio comunale, agli ex feudatari e agli ex vassalli. Nel XVI secolo, ai margini del borgo medievale e presumibilmente sul sito di un preesistente castello, si insediò il palazzo-castello mediceo, la cui attuale configurazione, di proprietà della famiglia De Sanctis, è frutto di numerose modifiche. L'edificio, a pianta rettangolare con corpi di fabbrica racchiusi attorno ad un elegante cortile, è munito a Nord di un'alta torre quadrilatera coronata da beccatelli. L'ingresso all'interno del cortile, è segnato da un pregiato portale con arco inquadrato da bugne di dimensioni eterogenee, all'esterno sono presenti alcune finestre a bifora di pregio. L'interno del palazzo è ricco di arredi d'epoca, di tele, di camini, nicchie, soffitti a cassettoni e volte. Lo stato di conservazione è discreto nonostante i rimaneggiamenti subiti nel tempo. In seguito al recente terremoto, l'edificio ha riportato gravi lesioni alle strutture portanti che lo hanno reso inagibile.

Foto: una cartolina postale, mentre la seconda immagine è presa dal

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