MONTIERI (GR) – Castello di Travale
Le mura di Travale costituiscono
il sistema difensivo dell'omonimo borgo del territorio comunale di Montieri. La
cinta muraria fu costruita dai Pannocchieschi a partire dal XII secolo, con
alcune successive modifiche e ristrutturazioni. Nell'insieme, delimitava
interamente il borgo castellano che si stava sviluppando in quell'epoca. Di
probabile origine longobarda, i Pannocchieschi, che conosciamo al seguito del
Marchese Alberto " Longobardo " signore della Marca Toscana, si erano
fortemente insediati su quei vasti territori fra Massa e Siena, mentre alcune
loro famiglie, vivendo entro le mura di queste città, prendevano parte attiva e
spesso predominante al loro governo. Potenti e prepotenti non è azzardato
affermare che furono causa di parecchie guerre fra i vari Comuni del territorio
compreso fra Volterra, Siena e Massa, mentre ebbero anche fiere inimicizie e
lotte fra i diversi rami della loro famiglia, lotte che naturalmente si
ripercuotevano sulla sorte dei luoghi dove dominavano o sulle Città che li
ospitavano. Travale compare nella storia quando il Vescovo di Volterra Alboino
investì i suoi congiunti Pannocchieschi di alcune terre prossime a Montieri e
delle possessioni di Gerfalco e di Travale sulla fine del secolo IX. La fama di
questo castello il cui nome ricorre spesso nelle cronache, specialmente dall'XI
a tutto il XIII secolo, non è dovuta tanto alle argentiere che si trovavano nel
suo territorio, (nella parte più prossima a quello di Montieri, sui fianchi
dell'odierno Montemurlo), quanto, appunto, ad essere esso in dominio di una
famiglia comitale ardita e potente, quella dei Pannocchieschi. Dedito allo
sfruttamento delle sue miniere molto attive, dalle quali sorsero capaci
maestranze ed uomini accorti nell'industria e nei traffici minerari, il
territorio di Travale venne spesso travolto in contese dall'irrequietezza dei
suoi Conti, sempre pronti a cogliere ogni occasione per aumentare il proprio
territorio e la propria potenza. È del 2 luglio 1215 uno strumento che parla
dell'accomodamento di un'altra lite fra i vari membri della famiglia con gli
Aldobrandeschi di S. Fiora; strumento firmato nella chiesa di S. Michele in
Travale. Nel 1219 il conte Ranieri Pannocchieschi acquistò Elci, estendendovi
il suo potere. E dovendo poco dopo partire dall'Italia raccomandò a Siena la
tutela della sua terra dove lasciò il figlio Emanuele. Nel 1250 un altro Pannocchieschi,
che con la moglie fu tutore del ricordato Emanuele signore di Travale, con
strumento del 31 marzo ricevette in donazione da Raniero Gottobaldo dei conti
Alberti signori di Monterotondo, vaste terre anche in quel contado. Intanto i Pannocchieschi
continuarono a trafficare più che mai con Massa e con Siena. Abitando in Massa
guelfa, essi ghibellini accaniti, non tralasciavano alcuna occasione di
intromettersi negli affari interni della città, tutte le volte che gli
interessi della loro parte fossero minacciati, schierandosi arditamente contro
la città che li ospitava, così che Massa li bandì e confiscò i loro beni. Ma
essi vennero appoggiati a Siena, cui diedero modo di intromettersi negli affari
massetani. Nel 1263 Travale, con tutti gli altri castelli dei Pannocchieschi,
si pose decisamente sotto la tutela senese e si obbligò a far guerra ai guelfi
di Firenze, Lucca, Massa. Per questo patto e per vendicare i Pannocchieschi
banditi, Siena intervenne energicamente e costrinse Massa ad esiliare quelli
dei suoi cittadini che furono nemici dei Pannocchieschi. I numerosi esiliati si
rifugiarono a Prata e riuscirono a trarre dalla loro anche il conte d'Elci.
Questi fatti furono causa della guerra che scoppiò fra le due città (1275).
Prata fu stretta d'assedio dai senesi e dovette cedere: e solo l'anno seguente
(1276), dopo la pace, i Pannocchieschi poterono rientrare in Massa. Nel 1280
seguitando le lotte intestine tra guelfì e ghibellini, avvenne che i conti
d'Elci mossero contro il castello di Fosini e vi uccisero il conte Guido.
Allora Nello Pannocchieschi di Pietra, chiesti rinforzi a Siena che vantava già
diritti su Fosini, e avute truppe anche da Massa in forza di patti esistenti,
raggiunse Travale e si gettò poi sul castello d'Elci, ardendone e
saccheggiandone il contado. Nuovi patti, nel 1317, 1322, 1329, rinnovarono il
legame con Siena, assicurando al borgo un lungo periodo di tranquillità fino al
disastroso terremoto del 1502. Verso la metà del Trecento, le mura furono
ulteriormente fortificate dai Senesi, con la costruzione del cassero. Gran
parte della cinta muraria e il cassero furono distrutti durante l'assedio del 1554
condotto dalle truppe granducali di Cosimo I de' Medici; questo evento
determinò il definitivo passaggio di Travale nel Granducato di Toscana. Le mura,
delle quali è ben ravvisabile la pianta a forma circolare, si conservano
soltanto in alcuni tratti, a causa delle gravi distruzioni avvenute durante tale
assedio. È ancora visibile un tratto dell'antica cortina muraria medievale rivestita
in pietra a delimitare parzialmente la parte meridionale del borgo; in questo
tratto sono ravvisabili anche i ruderi di una torre che, probabilmente,
costituiva il cassero trecentesco. Sul lato settentrionale si è ben conservata
la porta di Travale, che costituiva l'unica porta di accesso al borgo. Il castello deve la sua notorietà ad un antico documento in
volgare, che ha interessato gli studiosi delle origini della lingua italiana.
Si tratta di un testo redatto nel secolo XII che raccoglie le testimonianze
relative ad una controversia per il possesso del castello di Travale tra
Galgano vescovo di Volterra e Ranieri detto Pannocchia: tra i testi, un certo
Pietro, soprannominato Pochino, riferì che tale Manfredo da Casamagi, località
compresa nel territorio di Travale, era costretto a compiere contro voglia
servizi di guardia (guaita) sulle mura del castello di Travale e che perciò si
sarebbe espresso nei termini seguenti, riportati fedelmente dall'estensore
dell'atto: "guaita, guaita male, non mangiai ma' mezo pane",
alludendo forse alla mancanza di ogni contropartita per il duro servizio
prestato; abbiamo in tal modo tramandato un brano di “parlato” colorito da
vivide espressioni del volgare degli umili. Per approfondire consiglio
il seguente link: http://www.occxam.it/Storia/Homestoria/Dal1700al1900/Travale.htm
Fonti: http://it.wikipedia.org,
http://www.fototoscana.it/mostra-flash.asp?nomeflash=c014,
http://archeologiamedievale.unisi.it/SitoCNR/Metalli/Metallifere/montieri2a.html
Foto: di alienautic su http://it.wikipedia.org
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