mercoledì 23 aprile 2014

Il castello di mercoledì 23 aprile





MONTIERI (GR) – Castello di Travale

Le mura di Travale costituiscono il sistema difensivo dell'omonimo borgo del territorio comunale di Montieri. La cinta muraria fu costruita dai Pannocchieschi a partire dal XII secolo, con alcune successive modifiche e ristrutturazioni. Nell'insieme, delimitava interamente il borgo castellano che si stava sviluppando in quell'epoca. Di probabile origine longobarda, i Pannocchieschi, che conosciamo al seguito del Marchese Alberto " Longobardo " signore della Marca Toscana, si erano fortemente insediati su quei vasti territori fra Massa e Siena, mentre alcune loro famiglie, vivendo entro le mura di queste città, prendevano parte attiva e spesso predominante al loro governo. Potenti e prepotenti non è azzardato affermare che furono causa di parecchie guerre fra i vari Comuni del territorio compreso fra Volterra, Siena e Massa, mentre ebbero anche fiere inimicizie e lotte fra i diversi rami della loro famiglia, lotte che naturalmente si ripercuotevano sulla sorte dei luoghi dove dominavano o sulle Città che li ospitavano. Travale compare nella storia quando il Vescovo di Volterra Alboino investì i suoi congiunti Pannocchieschi di alcune terre prossime a Montieri e delle possessioni di Gerfalco e di Travale sulla fine del secolo IX. La fama di questo castello il cui nome ricorre spesso nelle cronache, specialmente dall'XI a tutto il XIII secolo, non è dovuta tanto alle argentiere che si trovavano nel suo territorio, (nella parte più prossima a quello di Montieri, sui fianchi dell'odierno Montemurlo), quanto, appunto, ad essere esso in dominio di una famiglia comitale ardita e potente, quella dei Pannocchieschi. Dedito allo sfruttamento delle sue miniere molto attive, dalle quali sorsero capaci maestranze ed uomini accorti nell'industria e nei traffici minerari, il territorio di Travale venne spesso travolto in contese dall'irrequietezza dei suoi Conti, sempre pronti a cogliere ogni occasione per aumentare il proprio territorio e la propria potenza. È del 2 luglio 1215 uno strumento che parla dell'accomodamento di un'altra lite fra i vari membri della famiglia con gli Aldobrandeschi di S. Fiora; strumento firmato nella chiesa di S. Michele in Travale. Nel 1219 il conte Ranieri Pannocchieschi acquistò Elci, estendendovi il suo potere. E dovendo poco dopo partire dall'Italia raccomandò a Siena la tutela della sua terra dove lasciò il figlio Emanuele. Nel 1250 un altro Pannocchieschi, che con la moglie fu tutore del ricordato Emanuele signore di Travale, con strumento del 31 marzo ricevette in donazione da Raniero Gottobaldo dei conti Alberti signori di Monterotondo, vaste terre anche in quel contado. Intanto i Pannocchieschi continuarono a trafficare più che mai con Massa e con Siena. Abitando in Massa guelfa, essi ghibellini accaniti, non tralasciavano alcuna occasione di intromettersi negli affari interni della città, tutte le volte che gli interessi della loro parte fossero minacciati, schierandosi arditamente contro la città che li ospitava, così che Massa li bandì e confiscò i loro beni. Ma essi vennero appoggiati a Siena, cui diedero modo di intromettersi negli affari massetani. Nel 1263 Travale, con tutti gli altri castelli dei Pannocchieschi, si pose decisamente sotto la tutela senese e si obbligò a far guerra ai guelfi di Firenze, Lucca, Massa. Per questo patto e per vendicare i Pannocchieschi banditi, Siena intervenne energicamente e costrinse Massa ad esiliare quelli dei suoi cittadini che furono nemici dei Pannocchieschi. I numerosi esiliati si rifugiarono a Prata e riuscirono a trarre dalla loro anche il conte d'Elci. Questi fatti furono causa della guerra che scoppiò fra le due città (1275). Prata fu stretta d'assedio dai senesi e dovette cedere: e solo l'anno seguente (1276), dopo la pace, i Pannocchieschi poterono rientrare in Massa. Nel 1280 seguitando le lotte intestine tra guelfì e ghibellini, avvenne che i conti d'Elci mossero contro il castello di Fosini e vi uccisero il conte Guido. Allora Nello Pannocchieschi di Pietra, chiesti rinforzi a Siena che vantava già diritti su Fosini, e avute truppe anche da Massa in forza di patti esistenti, raggiunse Travale e si gettò poi sul castello d'Elci, ardendone e saccheggiandone il contado. Nuovi patti, nel 1317, 1322, 1329, rinnovarono il legame con Siena, assicurando al borgo un lungo periodo di tranquillità fino al disastroso terremoto del 1502. Verso la metà del Trecento, le mura furono ulteriormente fortificate dai Senesi, con la costruzione del cassero. Gran parte della cinta muraria e il cassero furono distrutti durante l'assedio del 1554 condotto dalle truppe granducali di Cosimo I de' Medici; questo evento determinò il definitivo passaggio di Travale nel Granducato di Toscana. Le mura, delle quali è ben ravvisabile la pianta a forma circolare, si conservano soltanto in alcuni tratti, a causa delle gravi distruzioni avvenute durante tale assedio. È ancora visibile un tratto dell'antica cortina muraria medievale rivestita in pietra a delimitare parzialmente la parte meridionale del borgo; in questo tratto sono ravvisabili anche i ruderi di una torre che, probabilmente, costituiva il cassero trecentesco. Sul lato settentrionale si è ben conservata la porta di Travale, che costituiva l'unica porta di accesso al borgo. Il castello deve la sua notorietà ad un antico documento in volgare, che ha interessato gli studiosi delle origini della lingua italiana. Si tratta di un testo redatto nel secolo XII che raccoglie le testimonianze relative ad una controversia per il possesso del castello di Travale tra Galgano vescovo di Volterra e Ranieri detto Pannocchia: tra i testi, un certo Pietro, soprannominato Pochino, riferì che tale Manfredo da Casamagi, località compresa nel territorio di Travale, era costretto a compiere contro voglia servizi di guardia (guaita) sulle mura del castello di Travale e che perciò si sarebbe espresso nei termini seguenti, riportati fedelmente dall'estensore dell'atto: "guaita, guaita male, non mangiai ma' mezo pane", alludendo forse alla mancanza di ogni contropartita per il duro servizio prestato; abbiamo in tal modo tramandato un brano di “parlato” colorito da vivide espressioni del volgare degli umili. Per approfondire consiglio il seguente link: http://www.occxam.it/Storia/Homestoria/Dal1700al1900/Travale.htm


Foto: di alienautic su http://it.wikipedia.org



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