martedì 15 novembre 2022

Il castello di martedì 15 novembre

 



TEGGIANO (SA) - Castello Sanseverino (o Macchiaroli)

Sorto in epoca normanna in seguito al processo di incastellamento degli antichi abitati in atto in tutta Europa, il Castello di Teggiano è fra i più importanti dell'Italia meridionale. Le notizie più antiche del maniero a Teggiano, Diano fino al 1862, sono contenute in un privilegio del 27 maggio 1405. Con esso, il re Ladislao di Durazzo concesse ai dianesi – che avevano intrapreso, in ottemperanza a una disposizione regia, la ristrutturazione del castello con la costruzione di una grossa torre – sgravi fiscali e un contributo finanziario dovuto da città e casali del Vallo di Diano in ragione del numero degli abitanti. In quell’anno il feudo di Diano apparteneva al demanio regio, avendolo Ladislao confiscato ai Sanseverino conti di Marsico, insieme con altre città e terre di loro dominio, per punirli di essere stati suoi nemici, cioè fautori degli Angioini di Provenza. Un altro restauro è documentato nel 1417, disposto questa volta dai Sanseverino, ai quali si deve perciò l'ampliamento della costruzione che fece assumere al Castello quell'aspetto monumentale che notiamo ancora oggi. Un ulteriore importante restauro del castello fu eseguito nel 1487 per ordine del re Ferdinando I d’Aragona, condotto dell’architetto fiorentino Giuliano da Sangallo. In questo periodo Diano apparteneva al demanio regio, essendo stata confiscata al principe Antonello Sanseverino, dichiarato ribelle per aver capeggiato nel 1485 la Congiura dei Baroni, preparata nel Castello di Diano. Con i lavori del 1487, il castello vide confermato il suo ruolo strategico per la difesa del territorio circostante. Il complesso presentava un mastio coperto a coppa, al quale facevano corona cinque torrioni cilindrici, scoperti e fortemente scarpati. In uno di essi, detto Torre della Giammaruca, una scala a chiocciola dalla sommità scendeva verso un’uscita d’emergenza che, passando sotto i muri di cinta, portava fuori dal castello. I torrioni erano congiunti da robuste cortine merlate, nell’area centrale sorgeva l’edificio tetragono con vari ambienti che si affacciavano su una spaziosa corte che per tutta la sua ampiezza copre una cisterna capace di assicurare la riserva d’acqua necessaria per resistere a un lungo assedio. La fortezza era circondata da un profondo e largo fos­sato, sul quale potevano essere abbassati due ponti levatoi situati rispettivamente sul lato sud e sul lato ovest. Il maniero è stato sede di diversi avvenimenti storici importanti: l'assedio del 1433 ad opera delle truppe di Ladislao di Durazzo, la congiura dei baroni contro il Re Ferdinando I d'Aragona (sotto la guida del Principe Antonello Sanseverino, i Baroni della zona, stanchi di contribuire in maniera sempre crescente alle spese militari del Re, si ribellarono riunendosi a Diano) e l'assedio delle truppe di Carlo VIII (1497) di brevissima durata che si concluse con una blanda resistenza della città e del castello. Per le sue poderose difese, Anto­nello Sanseverino scelse il castello come ultimo baluardo. Nel 1497, rin­chiuso nell'edificio, sostenne l’assedio del re Federico d’Aragona, giunto col suo esercito a snidare il principe di Salerno, nuovamente ribellatosi. Per circa due mesi la rocca di Diano fu inespugnabile, anche grazie alla strenua difesa dei dianesi. Tuttavia, col sopraggiungere di un altro contingente militare al comando di Gonsalvo Fernandez de Cordoba, Antonello si arrese a onorevoli condizioni. Terminò così il periodo bellicoso del Castello di Diano. L’ultimo rampollo dei Sanseverino, l’inquieto Ferrante, venne travolto dalla politica antibaronale del viceré don Pietro di Toledo perdendo i suoi feudi e si estinse nel 1552. Col subentrare di nuovi feudatari, che si successero a breve distanza di tempo, il castello mutò il suo ruolo: passò da bellicosa fortezza sanseverinesca a tran­quilla residenza feudale, abitata quasi sempre da un gover­natore che curava gli interessi del barone, presiedeva il tribu­nale locale e sorvegliava l’ordine pubblico. Il restauro fatto eseguire da Giovanni Villano, terzo marchese di Polla e signore di Diano, certamente fu finalizzato al recupero della zona residenziale. Tale restauro è ricordato da una lapide posta all'ingresso principale. Al 1660 circa risale una descrizione fatta da uno storico teggianese, padre Luca Mannelli, il quale dice che la costruzione è circondata da "profondo e largo fosso sì che vi s'entra per due ponti, uno dei quali più vicino alla porta, nell'occorrenza si alza la notte. La fabbrica è molto larga e soda, con otto grandi torri, una delle quali è il maschio dell'antica fortezza di Ladislao, rinchiuso, mentre un'altra chiamata torre della lumaca, alta il doppio delle altre per iscoprire il nemico". Il Mannelli dice infine che il Castello di Diano è giudicato "inespugnabile". Dal 1652 il Castello passò ai Calà, duchi di Diano, i quali lo tennero fino al 1801, anno in cui donna Brigida Calà sposò Vincenzo Schipani e gli trasmise il feudo, il titolo e il castello. Poi, con l’abolizione del sistema feu­dale decretata il 2 agosto del 1806 da Giuseppe Buonaparte, il Castello assunse il nuovo e definitivo ruolo di re­sidenza privata. Nel 1857 la parte nord occidentale venne acquistata dal teggianese Pasquale De Honestis che iniziò la trasformazione definitiva in edificio per abitazioni civili e fece erigere all’ingresso il portale neorinascimentale che oggi si vede. La parte sud orientale venne acquistata dai Macchiaroli, anch’essi teggianesi. Dal 1900 il castello risultava proprietà di tre famiglie dianesi, Macchiaroli, de Honestis e Gallo. Successivamente dopo il 1920 è divenuto tutto di proprietà della famiglia Macchiaroli, oggi è definitivamente chiamato Castello Macchiaroli, in onore della famiglia tuttora proprietaria. Oggi il castello apre le sue sale a importati ricevimenti. Esso è una cornice architettonica spettacolare con i suoi ambienti eleganti, e una cornice naturale con i suoi spazi esterni: il teatro all’aperto, le torri e le corti interne. La struttura è oggi teatro di una splendida rievocazione storica, tra le più ricche ed accurate d’Italia: "Alla tavola della Principessa Costanza". Questa festa medievale, della durata di tre giorni, nacque nel 1994 grazie alla Pro Loco locale, che da allora, ogni anno, mette in piedi un vero e proprio viaggio nel tempo. I visitatori possono così rivivere gli antichi fasti dell’epoca medievale, tra percorsi gastronomici, concerti, cortei e ricostruzioni storiche di eventi realmente accaduti, come l’assedio di Teggiano del 1497 da parte degli Aragonesi, durante il quale 150 figuranti rievocano perfettamente, con tanto di armature, armi e spettacoli pirotecnici, la battaglia che alla fine vide confermata l'inespugnabilità della fortezza dei Sanseverino. Altra sfarzosa ricostruzione è quella del matrimonio tra il Principe Antonello Sanseverino e Costanza da Montefeltro, figlia del Duca di Urbino Federico, evento che sancì l'unione tra due delle più potenti famiglie nobiliari del tempo. Altri link suggeriti: https://www.castellomacchiaroli.it/ (sito web dedicato al castello), https://www.mondimedievali.net/Castelli/Campania/salerno/teggiano.htm, https://visitteggiano.it/destination-item/il-castello/ (con foto molto interessanti),https://www.youtube.com/watch?v=dpZKsCe_ZHI (video di italia due), https://www.youtube.com/watch?v=kbLE6mhlTk4 (video di Curiosando Channel)

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Teggiano, http://www.prolocoteggiano.it/castello-macchiaroli.php, https://www.castellomacchiaroli.it/castello/storia/, http://insolitaitalia.databenc.it/storia/castello-macchiaroli-teggiano/,https://www.opencampania.it/en/artworks/artwork/Castello-Macchiaroli-a-Teggiano/

Foto: la prima è presa da https://www.destinazioneseletanagrovallodidiano.info/Musei-e-Architettura/cAstello-macchiaroli-teggiano.html, la seconda è una cartolina della mia collezione

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