lunedì 14 novembre 2022

Il castello di lunedì 14 novembre


TARQUINIA (VT) - Rocca di Corneto e cinta muraria

La città di Tarquinia, quella che oggi vediamo, percorrendo la Via Aurelia, protendersi, con le sue antiche torri, sulla pianura maremmana - in vista del Mar Tirreno – è sorta nell?Alto Medioevo sopra un sito etrusco di secondaria importanza. Infatti questa non era la potente Tarquinia degli Etruschi, fondamentale nella storia di quel popolo, la quale si trovava sul colle della Civita, a qualche chilometro a Est; di essa restano poche tracce: l’Ara della Regina, oltre alla Necropoli di Monterozzi, quella delle tombe dipinte. All’epoca della caduta dell’Impero Romano gli abitanti della etrusca Tarquinia (quella importante, quella del Colle della Civita) si trasferirono su questa collina ed il nuovo insediamento fu chiamato Cornietum, sembra in relazione alla presenza di piante di corniolo (nome modificato in "Corneto", che rimase fino al 1827, quando fu chiamata ufficialmente Corneto -Tarquinia per poi nel 1922 assumere l’attuale denominazione (Tarquinia). Cornietum divenne presto Sede Vescovile e, intorno al Mille, fu circondato da una possente cerchia di mura con ben 60 torri; sulla vicina costa fu ricostruito il porto (già etrusco-romano) di Gravisca, cosa che diede luogo ad un rifiorire dei commerci. La città era entrata nei possedimenti di Matilde di Canossa per poi diventare libero Comune. Dopo essere stato coinvolta nelle lotte fra nobili schierati ora con il Papa ora con l’Imperatore - finì alla famiglia dei De Vico. Questi furono cacciati dal Cardinale Albornoz nel 1355; una volta tornata nelle mani dello Stato della Chiesa, Corneto venne assegnata in feudo ai Vitelleschi rimanendo nuovamente coinvolta in altre importanti vicende che ebbero per protagonista questa famiglia in particolare il Cardinale Giovanni Vitelleschi (detto "il Cardinale di ferro"). Nel 1418, su decisione del Senato Romano, I Cornetani ebbero il titolo di cittadini romani. Da qui la storia di Corneto seguì le vicende dello Stato Pontificio. Al primitivo Castrum Cornetum del VII-VIII secolo si aggiunse, mano a mano fino ad arrivare all’epoca comunale, una cinta muraria fortificata molto ampia, in cui la città si è sviluppata fino al XIX secolo. La prima fase, caratterizzata da conci di macco rettangolari regolari, che si imposta sul banco roccioso a vista, si sviluppa intorno a zone di facile accesso; corrisponde all’ampliamento della città, oltre a castello, nei terzieri di Poggio e Valle (secc. IX- XII); la seconda fase corrisponde a castro novo. I conci sono di misura ridotta rispetto a quelli del periodo precedente e l’impianto difensivo si caratterizza come un sistema militare con fossato. Le torri incorporate, insieme con alcune all’interno della città (di castello, Cialdi) fungono da avvistamento. Numerose le postierle di servizio delle porte di accesso, alcune con struttura a baionetta, conservano. forma originale (porta castello), altre sono frutto di diversi interventi (porta Maddalena). L’impianto ha anche subito trasformazioni, dovute alle mutate esigenze urbane (barriera S. Giusto). Notevoli alcune torri extra moenia, non più esistenti (di Corneto), rimaneggiate o a rudere (degli appestati, Caciola, degli orti). Nell’affresco con la genealogia di Corito (Palazzo comunale; C. Donati ridipinto da M. Gherardini, 1734) il sistema difensivo di Corneto appare, nel complesso, quale è oggi.L’originale castello acquisì il titolo di civitas agli inizi del XI secolo integrandosi con le opere difensive e ben presto fu sostituito da una cittadella. Ancora oggi la zona del castrum originale presenta le caratteristiche di una corte chiusa e il collegamento con il resto dell’attuale città si attua attraverso una porta. Il percorso per arrivare alla cittadella è obbligato tra 2 mura e 2 porte in posizione non rettilinea (percorso a baionetta) in modo da poter meglio difendere e isolare la cittadella stessa ed impedire l’uso dell’ariete. Una torre quadrata sovrasta il corpo di guardia ed una rotonda, munita di beccatelli per la difesa piombante, è a controllo della porta. Documenti attestano che la volontà di costruire la “resecata di castello” (così si chiama il passaggio obbligato tra 2 alte mura e 2 torri di difesa) fu del Cardinale Giovanni Vitelleschi tra gli anni 1435 e 1439 per escludere il castello dalla città in fase di espansione e rinnovamento urbanistico.. La torre, attribuita così al XV secolo, presenta una merlatura sicuramente successiva ed è conosciuta come la Torre di Matilde di Canossa, per ricordare il luogo del preesistente castello che documenti ci confermano come luogo chiuso (“palatio intus castello”) in cui già nel 1080 la contessa Matilde dirimeva le più importanti controversie cittadine. Altri link per approfondimento: https://www.artestoriatarquinia.it/wp-content/uploads/bollettini/1979_Bollettino/2.pdf, https://www.youtube.com/watch?v=vi1ubmcRX9Y (video di Luigi Manfredi), https://www.youtube.com/watch?v=cYUC20LQM0k (video di Skylab Studios), https://www.artestoriatarquinia.it/wp-content/uploads/bollettini/1988_Bollettino/Mariani%20Miarelli%20Gaetano%20_%20Le%20mura%20di%20Tarquinia%20in%20un'inedita%20planimetria%20cinquecentesca.pdf

Fonti: testo di Tesori del Lazio su https://www.tesoridellazio.it/tesori/tarquinia-vt-rocca-di-corneto-e-torre-di-matilde-di-canossa/, https://tarquiniaturismo.com/porta-di-castello-torrione-matilde-canossa/,https://tarquiniaturismo.com/cinta-muraria-sistema-difensivo/, http://www.lazioturismo.it/asp/scheda_archeo.asp?id=116

Foto: la prima è una cartolina in vendita su Ebay (https://www.ebay.it/itm/384241434445?mkevt=1&mkcid=1&mkrid=724-53478-19255-0&campid=5338722076&customid=&toolid=10050), la seconda è una cartolina della mia collezione

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