GRADISCA D’ISONZO (GO) – Fortezza veneziana-austriaca
Il toponimo deriva dallo sloveno gradišce che significa “luogo fortificato”.
Viene nominato per la prima volta nel 1160, appunto come luogo fortificato
della gastaldia di Farra. Però bisogna aspettare il sec. XV perché Gradisca
acquisti importanza. Sino al 1473 infatti era formata da alcune capanne,
abitate da contadini alle dipendenze del castello feudale di Farra d’Isonzo. Venezia
decise di costruire nel luogo una fortezza, sia per contrastare le invasioni
turche sia, soprattutto, per frenare l’espansione dei conti di Gorizia e quindi
le mire dell’Austria. Nonostante le proteste del conte Leonardo, la fortezza fu
costruita nel territorio della contea goriziana. La cinta muraria con sette
torri fu compiuta nel 1496-98 ed obbligò i Turchi nel 1499 a deviare il loro
itinerario verso il Friuli. Nel 1500 fu consultato anche Leonardo da Vinci per
le opere di rafforzamento. Nel 1509, , in seguito alla guerra della Lega di
Cambrai, Massimiliano d’Asburgo sconfisse Venezia ed entrò in possesso di
Gradisca che sarebbe rimasta austriaca, divenendo contea sovrana sotto il
dominio dei principi Eggemberg sino alla prima guerra mondiale, nonostante i
tentativi di Venezia di riprenderla durante la”Guerra di Gradisca”(1615-17), risoltasi
per vie diplomatiche. Il 25 febbraio 1647 l’imperatore Ferdinando III la vendette,
assieme a 43 comuni, e con il titolo di contea principesca, a Gianantonio
Eggemberg, con il patto che, quando questo casato si fosse estinto, la contea
sarebbe ritornata alla Casa d’Austria. Ebbe propri ordinamenti, propria moneta
ed un’amministrazione esercitata dagli Stati Gradiscani (piccolo parlamento
locale). I principi di Eggemberg non furono mai qui ad abitare. Il loro casato
si estinse nel 1717 e la contea ritornò nel 1754 sotto il dominio imperiale,
mantenendo però intatti i suoi privilegi. Alcuni dei suoi Capitani si resero
benemeriti: come Nicolò II della Torre che completò le fortificazioni
esistenti; Giacomo Attems, che non solo costruì gran parte della cinta del
castello ma dotò la fortezza di nuovi ordinamenti giuridici con i quali Gradisca
si resse anche quando entrò a far parte della contea di Gorizia; Francesco
Ulderico della Torre, certamente il più famoso ed intraprendente dei capitani,
fece costruire fra l’altro la Loggia dei Mercanti, il grande Palazzo Torriani,
e il Monte di Pietà. La città fu anche coinvolta nelle guerre napoleoniche e
nel 1797 fu conquistata da Napoleone. Da Gradisca nel 1813 Eugenio Beauharnais
lanciò un famoso proclama. Nel 1818 il castello che da tempo era stato
convertito in caserma, fu adibito ad ergastolo di detenuti condannati al
lavoro. Così nel periodo del Risorgimento vi languirono molti patrioti italiani,
tra cui ricordiamo Federico Confalonieri. Gradisca, nella Prima Guerra
mondiale, fu testimone dei maggiori avvenimenti che si svolsero sulle alture
carsiche, tra Castelnuovo, Sagrado e il Monte San Michele. Gradisca seguì poi
le vicissitudini degli altri comuni del Friuli. Nella Seconda Guerra mondiale
subì i bombardamenti anglo-americani e l’occupazione tedesca. La fortezza, così
concepita dai Veneziani su progetto di tre architetti, Giovanni Contrin, Giacomo
di Francia e Giovanni Borella, aveva una forma pentagonale irregolare con torri
circolari agli angoli, due porte e circondata da un largo e profondo fossato. Le
prime
costruzioni realizzate all’interno
della fortezza furono il Palazzo del Capitano, in origine a due soli piani, e l’Antico
Arsenale Veneto. Una volta passata agli Austriaci, questi pensarono ad
un potenziamento delle difese e, più tardi, alla costruzione del
"castello" all'interno della fortezza.
Tra il 1521 ed il 1572 vennero realizzate le mura di cinta della
fortezza, con l'unica porta d'accesso preceduta da ponte levatoio sul fossato
scavato attorno al colle. Nel 1784 il castello venne adibito a caserma. Furono
per l'occasione costruiti nuovi edifici - una caserma sul
lato nord del complesso ed una alla sinistra dell'ingresso denominata La Longa,
il Palazzo del Capitano fu innalzato di altri due piani ed esisteva pure il
nucleo originario della Chiesetta intitolata a S. Giuseppe. Durante l’utilizzo della struttura a carcere, al
Palazzo del Capitano venne addossato prima un corpo di fabbrica per ottenere
delle camere di lavoro per i detenuti e quindi, nel 1835, un ulteriore volume,
confrontabile in dimensioni con quello già esistente. Nel 1846 i documenti in
possesso dimostrano la realizzazione dell'ingrandimento della Cappella
dell'Ergastolo di Gradisca e di altri piccoli volumi. Successivamente, in data
imprecisata, furono realizzati gli altri due edifici alla destra dell'ingresso. Nel 1924 si smobilitò il carcere ed
iniziarono i lavori di adattamento del complesso a caserma, che rimase
operativa fino alla fine della seconda guerra mondiale, dopodiché il castello
fu in gran parte abitato dalle famiglie di ufficiali e sottufficiali
dell'Esercito. Attualmente il complesso è di proprietà del Demanio ma
abbandonato a se stesso dal 1984.
Foto: da
http://quentinsplayground.blogspot.it
e da
www.dulcisterrae.com
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