ATTIMIS (UD) – Castello di Partistagno in località Borgo
Faris
E' ubicato sul colle prospiciente l'omonimo abitato in comune di Attimis,
lungo la strada per Faedis. Il sito risulta nominato dalla fine del secolo XI
ma è certo che fin dalla romanità ospitasse un'opera munita d'una certa
importanza, vista la presenza di un vallo a protezione, d'una torre in pietra
(all'interno della quale venne più tardi ricavata l'abside per la chiesetta
castellana) e d'una cisterna per l'acqua risalenti a quel periodo. Quando
sorse, il castello si chiamava di Perthenstein che vuol dire rocca splendida.
Esso figura fra i più antichi manieri del Friuli.
Il maniero aveva funzione di controllo sulla strada che transitava nei
pressi, Julia Augusta nel tratto Forum Julii (Cividale) - Gemona del Friuli,
che era detta Forum Julii “ad Silanos”, strada di grande importanza in epoca
longobarda. Il primo documento in cui troviamo citato un signore di questo
castello, cioè Ercole di Partistagno, non convince ed è ritenuto apocrifo. Nel
1096 egli, insieme al Comune di Ronchis di Faedis, avrebbe pagato una cauzione
di 200 ducati per liberare tale Tullio Freschi. Nel 1106 era possesso di
Bertoldo dei signori bavaresi di Moosburg, anti-Arcivescovo di Salisburgo, che
in quell’anno lo donò alla nipote. Dalla prima metà del XII secolo compaiono
invece i primi riferimenti documentari certi relativi al castello, che lo
confermano fra le proprietà della famiglia feudale degli Attems; infatti, nel
1130 Acica o Haceca, vedova del marchese Purcardo di Moosburg, donò alla figlia
Matilde alcuni beni fra cui Partistagno. Nel 1170 Voldarico, marchese di
Toscana e figlio di Matilde, 'rassegnò' nelle mani del Patriarca di Aquileia,
fra i vari beni, anche questo castello. Nel corso del XII secolo su questo
luogo e relativo feudo assunse un ruolo egemone la famiglia dei Cucagna, il cui
castello originario è situato sopra il paese di Faedis, pochi chilometri a
sud-est di Partistagno. Infatti, il 12 febbraio 1172 il Patriarca Voldarico
affidò il luogo ad Erbordo di Faedis (da altri citato Everardo di Cucagna),
nominato cavaliere dai Conti di Gorizia, il quale da quel momento divenne
'signore di Partistagno', trasmettendo il titolo ai suoi discendenti. Tuttavia,
già pochi decenni dopo, i Partistagno si ribellarono agli ordini
dell’Imperatore Federico II di Germania. Questi fece abbattere il castello nel
1239, che mai più risorse. Intorno al 1273, estintasi la casata di Erbordo, il
Patriarca concesse tutti i beni e i diritti feudali sempre ai signori di
Cucagna ma discendenti da tal Guamero. Nel 1275 è menzionato il 'borgo' tenuto
in feudo, insieme al castello, da Tomaso di Cucagna di Partistagno.
L'ubicazione del borgo duecentesco è ignota ma non si esclude corrisponda
grossomodo a quella dell'attuale abitato. Nel 1309 il castello subì un
ulteriore danneggiamento da parte dei cividalesi, esasperati dalle continue
devastazioni delle campagne circostanti Cividale, su ordine dei nobili Nicolò
ed Enrico di Cucagna di Partistagno. Anche in questo caso non è chiara l'entità
del danno, comunque parziale, subito dalla struttura fortificata. Nella seconda
metà del '300 in Friuli si verificarono frequenti conflitti fra le casate
feudali soprattutto quando si rese vacante la sede patriarcale e venne eletto
Vicedomino Francesco Savorgnan. I Partistagno si schierarono in un primo
momento con gli Spilimbergo, alleati del duca d'Austria, ma il 4 settembre 1365
Facino di Partistagno fu costretto a compiere atto di sottomissione al nuovo
patriarca Marquardo. Il 26 maggio 1419 i signori di Partistagno aderirono alla
Repubblica di Venezia e con tale atto questo luogo divenne possesso dei
Veneziani. L'anno successivo Enrico, signore del castello, si alleò con il
marchese Taddeo d'Este, generale della Serenissima. Verosimilmente dopo tale
data, quindi in un periodo di tempo in cui Venezia poté garantire una relativa
tranquillità e mettere fme ai piccoli ma violenti conflitti fra le famiglie
feudali, venne edificata la fascia più bassa del castello, quella ove oggi
spicca il 'palatium' con facciata munita di bifore. Sono tuttavia diverse le
ipotesi sull'epoca di costruzione di questo edificio che, in una sorta di
'Cronaca' del 1521, si dice essere stato distrutto. Nel caso di Partistagno,
per altro, è probabile che l'autore intendesse descrivere lo stato del castello
'feudale', 'storico' (cioè della parte superiore più antica con torre, domus,
ecc.), verosimilmente abbandonato e già in parte distrutto (apparendo quindi
'spianato') quando si diede avvio alla costruzione del 'palatium' della fascia più
bassa ed esterna. Nel secolo XVI i Partistagno abbandonarono la residenza e si
stabilirono a Belvedere di Torre di Povoletto costruendovi una villa. La rocca,
alla quale si accede dalla località di Partistagno ripercorrendo il sentiero
secentesco, soprattutto dopo i recenti lavori di ripulitura e restauro si
presenta piuttosto articolata e comprende l'antica torre-mastio (di forma
quadrata piuttosto ampia, si suppone sia stata una casa-torre), il palazzo più
recente (caratterizzato - come già scritto - da una bella serie di bifore di
pianta rettangolare (metri 19 x 10) che si sviluppava su tre piani con stanze
riscaldate da caminetti, panche di pietra e un pregevole portale d’ingresso sul
lato est, e la chiesetta di Sant'Osvaldo, con il magnifico affresco di scuola
bolognese rappresentante Cristo Pantocrate e i dodici apostoli (che viene
attribuito alla scuola di Vitale da Bologna), una delle testimonianze d'arte
più importanti del Friuli. Una leggenda legata al castello parla di una
sventurata contessa e di una culla d'oro, che comparirebbe ancora di notte in
questi luoghi. Nell'estate di quest'anno sono stati terminati i lavori che
hanno portato al completo recupero dell’intero, storico complesso castellano. Iniziati
negli anni ’90, effettuati in più lotti con interventi diluiti nel tempo, sono
costati oltre 2 milioni di euro. L'ultimo lotto ha visto il risanamento dei
muri esterni per prevenire eventuali infiltrazioni; sono state quindi create le
compartimentazioni anti-incendio, necessarie per poter fruire degli spazi del
castello in sicurezza. Sono stati anche completati gli impianti elettrici e
quelli di riscaldamento, nonchè dell’adduzione idrica. Oggi si sta ancora
lavorando per decidere l’utilizzo degli spazi e si era ipotizzata la
realizzazione del Nuovo Museo Archeologico Medioevale in sostituzione della
struttura museale che opera ad Attimis capoluogo dal 1999. La riqualificazione
potrebbe prevedere uno spazio con degustazione delle produzioni locali di
qualità e botteghe artigiane, oltre alla valorizzazione e alla riapertura al
culto e alle visite della splendida chiesetta di San Osvaldo.
Altre foto su http://messaggeroveneto.gelocal.it/foto-e-video/2013/08/01/fotogalleria/attimis-rinasce-il-castello-di-partistagno-1.7512203?p=0
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