MONZAMBANO (MN) – Castello
E' un'antica roccaforte risalente all'XI secolo situata tra
le colline Moreniche del basso Garda e affacciato sulla valle del Mincio, su
un'altura sovrastante il paese, che conserva inalterato l'originario impianto
urbanistico, oltre ad alcuni edifici medievali e le opere difensive, tra cui le
torri e le mura perimetrali di difesa a merlatura guelfa. All'interno delle
mura, assieme a molti appezzamenti, coltivati a orto e vigneto, sorgono alcune
abitazioni private e il piccolo oratorio di San Biagio. Edificato probabilmente
per difendere la popolazione dalle invasioni barbariche nell'XI secolo per
volere di Matilde di Canossa, agli inizi del XIII secolo passò in proprietà
agli Scaligeri che sconfissero i mantovani a Ponte Molino. In età scaligera
rientrò nell'ampia area difensiva del basso Garda, costituita da un complesso
sistema di castelli posti sulle sponde del Mincio. Si ritiene che il castello
di Monzambano costituisse un importante baluardo contro i mantovani quando nel
1341 si arrivò alla guerra fra i Gonzaga e Mastino II della Scala che nel 1345,
a tutela della linea di confine fra Mantovano e Veronese, intraprese la
costruzione del Serraglio veronese, muraglia lunga 16 km che da Borghetto
giungeva a Villafranca proseguendo fino a Nogarole Rocca. Con la conquista
viscontea il castello passò di mano ai milanesi; nel 1391 fu acquistato dai
Gonzaga e nel nel 1495 la Repubblica di Venezia vi si insediò in Monzambano e
lo mantenne nei propri domini sino alla fine del XVIII secolo. Il XVI secolo, a
causa del mutare delle tecniche di guerra e della necessità di difendere il
territorio con piazzeforti ben più guarnite e resistenti alle offensive, segnò
l'avvio della decadenza del fortilizio. Il castello non mancò, però, di essere
nei secoli protagonista di scontri e vicende belliche. Nell'ottobre del 1512,
durante la guerra delle leghe di Cambrai, il castello fu preso dal condottiero
padovano Achille Borromeo, aiutato dalle truppe tedesche alloggiate nel
Bresciano. Due mesi più tardi vi alloggiarono truppe spagnole, mentre nel 1528
fu saccheggiato da parte delle genti del duca Arrigo di Brunswich, dirette a
Brescia. Nel 1701, durante la guerra per la successione di Spagna, il principe
Eugenio di Savoia, generale degli imperiali, sconfisse e catturò i soldati
franco-spagnoli che, in fase di ritirata oltre il Mincio dopo la sconfitta
subita dal maresciallo francese Catinat a Villabartolomea si erano rifugiati
all'interno del castello e che il maggior generale Vauborne aveva occupato
tornando dall'inseguimento. Nel 1797 il comandante serenissimo Antonio Maffei,
per contrastare l'avanzata napoleonica che già aveva espugnato Peschiera, pensò
di potenziare il sistema difensivo di Monzambano, Castelnuovo e Valeggio. Il
castello di Monzambano, caposaldo dominante le strade di Mantova, Brescia e
Peschiera, fu quindi rinforzato con lavori di terra. Caduta la Repubblica di
Venezia, con il trattato di Campoformio il castello entrò a far parte dei
territori asburgici e ritornò a essere amministrato dai veronesi fino al 1805
quando Monzambano passò alla provincia mantovana. L'intero territorio ebbe
rilievo storico e politico anche durante le vicende risorgimentali. Il castello
di Monzambano costituisce oggi uno degli esempi più intatti e completi di
architettura castellana del Mantovano. Appartiene a quella tipologia di fortificazioni
non destinate a dimore dei signori del luogo, ma che quasi sicuramente
servivano come alloggiamento alle guarnigioni di vigilanza, come luogo di
rifugio d'emergenza per la gente del borgo che lì si barricava portando con sé
anche il bestiame e le scorte. Oltre alla chiesa c'era il pozzo che assicurava
il rifornimento idrico. La pianta, a forma poligonale irregolare, segue
l'andamento del poggio e presenta quattro torri e due masti, l'uno a sud e
l'altro a est, mentre la cortina è interrotta nella strozzatura rivolta al
borgo dall'ingresso, costituito dalla porta carraia e da una pusterla con
bolzoni per sollevare il ponte levatoio ora scomparso. Alla fine del 1300
risalgono il ponte e la passerella levatoia con chiusura ad antoni e
saracinesca. La costruzione ricorda uno scudo con la facciata rivolta verso il
paese. Si impone la torre civica con l'orologio a nord-est e una torre di
guardia a sud. L'insieme ricorda un' autentica fortezza. Attorno alle mura
poderose correva il camminamento su delle lastre di pietra, usate poi per
rivestire il basamento della facciata del S.Michele; sotto la merlatura sono rimasti
i buchi dove erano infisse le mensole che sostenevano i camminamenti di ronda.
La muratura presenta ciottoli di pietra misti a rottami, ogni tanto intercalati
da mattoni. I merli che hanno subito le ingiurie del tempo sono guelfi e
portano alternate le feritoie. All'interno del castello, cui si accede
attraversando un portone di legno, recentemente sono stati trovati resti di una
necropoli, con alcune tombe e una fossa comune, probabilmente del IX-X secolo. Per
approfondire: http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MN360-01361/
Sul web, inoltre, c'è questo interessante video: http://www.youtube.com/watch?v=Dv1cTxuzxxo
Fonti: http://www.turismo.mantova.it/index.php/risorse/scheda/id/1015,
http://it.wikipedia.org, http://www.gardacolline.it, http://www.parcodelmincio.it, http://www.tuttomonzambano.it
Foto: una cartolina della mia collezione e dal sito www.corteonida.it
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