SAN GIULIANO DEL SANNIO (CB) – Palazzo Marchesale
Sul territorio sono venuti alla luce reperti di epoca preromana. L'attuale
abitato ha preso probabilmente il nome da una chiesa preesistente, dedicata a
San Giuliano martire; “del Sannio” è stato aggiunto nel 1863. Durante la
dominazione longobarda, normanna e sveva, fece parte del Gastaldato di Bojano e
successivamente della Contea di Molise. All'inizio del periodo angioino divenne
feudo di Amerigo di Sus e rimase ai discendenti di questi fino al 1300 ca; nel
1306 era di Guidone di Molino al quale succedettero quattro titolari dei quali
ricordiamo Raimondo di Cabano e sua moglie Filippa. Successivi feudatari furono
i Sanframondo, i di Capua, i Carafa, i Longo, e i Severino. Il Palazzo Marchesale,
che fu in origine il castello urbano e che ora è la sede del Municipio, è stato
più volte trasformato perdendo così quasi tutti i caratteri originari, tuttavia
si sono miracolosamente conservati gli stipiti di alcuni portali interni e
soprattutto un architrave su cui è il rilievo di uno scudo lapideo a testa di
cavallo, con fettucce laterali, che contiene le insegne della famiglia di
Capua: Di oro alla banda di argento gemellata di nero. Nessuna data aiuta a
capire a quale esponente dei di Capua possa essere ricondotta la realizzazione
di questo portale, ma i caratteri stilistici molto particolari possono farci
restringere il campo a coloro che dominarono S. Giuliano tra gli inizi del XV
secolo e gli inizi di quello successivo. I di Capua ottennero il paese la prima
volta nel 1397 quando Ladislao di Durazzo lo concesse al fedele Andrea che era
stato destinato a sposare nel 1392 la sua moglie Costanza ripudiata. Morto nel
1421 gli successe il figlio Luigi deceduto nel 1443, qualche anno dopo aver
sposato Altobella dei Pandone di Venafro. Il feudo poi passò a Francesco che lo
aveva retto per un paio di anni per conto del fratello Andrea morto
giovanissimo. Dal 1488, sepolto Francesco nella chiesa delle Grazie a Riccia,
S. Giuliano passò prima al figlio Luigi e poi all’altro figlio Bartolomeo nel
1496. Un altro stemma è conservato nella corte del medesimo palazzo, al piano
terra. Giambattista Masciotta senza citare la fonte, scrive: “
Nel 1608 il
feudo era posseduto da Francesco Carafa (del quondam Girolamo), il quale con
istromento 5 aprile lo vendè ad Aniello Longo. La famiglia Longo, nuova
titolare di S. Giuliano, era di ceppo differente dai Longo marchesi di
Vinchiaturo, giacchè non prima dello scorcio secolo XVI era riuscita a farsi
ammettere nel patriziato di Cosenza, dopo aver comprovato essere discendenza
dei Longo cosentini. Aveva perciò arma diversa da quella dei marchesi di
Vinchiaturo, consistente in fascia di azzurro caricata di tre gigli di oro in
campo di argento.” Dice bene il Masciotta, perché lo stemma dei
Severino-Longo, pur conservando i tre gigli che attestano un’antica ascendenza
filo-angioina, è: Troncato: rosso nel terzo superiore con tre gigli di Francia
di oro, nei due terzi inferiori compartito di onde di oro e di azzurro. Lo
stemma di S. Giuliano del Sannio è piuttosto tardo e non è da escludere che
Camillo, l’ultimo dei Severino-Longo, avendo sposato alla fine del XVIII secolo
Chiara Caracciolo di Forino, abbia voluto lasciare traccia di questa unione
mettendo nello scudo da un parte le proprie insegne e dall’altra quelle dei
Caracciolo Di oro al leone rampante di azzurro con la coda rivolta nel di
dentro, linguato di rosso. C'è da aggiungere che lo scudo, che ha ormai i
caratteri dei blasoni borghesi, è limitato da due sirene speculari con le code
in forma di volute a scaglie.
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