POZZOLO FORMIGARO (AL) – Castello
Nominato in vari atti del X secolo come Puteolus Fornuce o Puteolus de Borlasca entrò ben presto nell'orbita del comune di Tortona e fu da essa fortificato intorno all'anno 1095. Per sette secoli questo borgo fortificato rappresenterà un valido baluardo contro l’espansionismo di Genova nell’Oltregiogo. Assieme a Tortona fu conquistato nel 1155 dal Barbarossa. Tornato ai Tortonesi, grazie ad Obizzo Malaspina aiutato dai Milanesi, nel XII secolo passò tra i domini dei marchesi del Bosco. Nel 1255 la comunità locale si ribellò a Tortona e la questione fu risolta con la firma di un trattato di pace che riconosceva ai pozzolesi maggiori diritti. Nel 1437 venne acquistato dal duca di Milano. Nel 1452 il Marchese di Monferrato occupò la ben munita piazzaforte, ma Bartolomeo Colleoni, al servizio di Francesco Sforza, con l’artiglieria di campagna smantellò la rocca, penetrò nel borgo e travolse il presidio monferrino. Il duca di Milano ordinò al Condottiero bergamasco di restare a Pozzolo; sotto la sua guida militare venne eretta, con la collaborazione dell'ing. Giovanni da Sale, una nuova fabbrica difensiva rispondente alle mutate esigenze dei tempi e alla luce delle recenti esperienze: la potenza distruttiva delle bombarde aveva ormai messo da parte arcieri e balestrieri. L'edificio assunse così l'attuale aspetto in cui si riconoscono elementi architettonici sforzeschi sovrapposti a motivi viscontei. Nel 1527 venne concesso in feudo a Domenico Sauli (genovese) figlio di Antonio. Il castello restò di proprietà della famiglia fino alla sua estinzione, quando il re di Sardegna ne incamerò i diritti feudali. Passò, poi, alla famiglia Scaglia e da questa, grazie ad un matrimonio, ai marchesi Morando. L'ultimo Morando lo lasciò in eredità al figliastro avvocato G.Battista Oddini che lo donò al Comune di Pozzolo Formigaro. Il castello, dall'architettura quattrocentesca ma con una parte di struttura seicentesca, sorge sulla sommità di una terrazza alluvionale che guarda la pianura. Rappresenta il simbolo del paese ed è oggi sede municipale. Figura fra i "Castelli Aperti" del Basso Piemonte. La parte più antica conserva la porta carraia con postierla in cui sono ancora visibili le scanalature del ponte levatoio. Anticamente il mastio era isolato dagli altri corpi di fabbrica. L'arco posteriore, che dà accesso al cortile, era protetto da una poderosa grata di ferro. La botola al centro del voltone serviva ai difensori per salire, con scale retrattili, ai piani superiori, dopo aver alzato il ponte levatoio carraio e quello pedonale, e dopo aver calato la saracinesca; poteva avere anche la funzione di trabocchetto. La torre, un po' arretrata rispetto al filo degli spalti è ruotata leggermente in senso antiorario. Dietro ai merli correva il camminamento di ronda, provvisto di caditoie su beccatelli. Un tempo solamente una passerella, pensile e retrattile, consentiva il passaggio dal mastio al corpo di fabbrica centrale. In seguito fu aggiunto un corridoio di disimpegno; rimaneggiamento, dovuto probabilmente ai Sauli, che ha sacrificato la cortina merlata e la scala esterna che portava dal "cortile d'onore" al piano nobile. L'ala signorile seicentesca dietro il palazzo fu aggiunta proprio dai Sauli. Nella sala consiliare si conservano cinque fucili ad avancarica della Guardia Nazionale (1848) e gli Affreschi di Franceschino Boxilio e scuola (Madonna con Bambino, Santa Lucia, San Biagio, San Francesco), del sec.XV, strappati dalla Chiesa di Nostra Signora delle Ghiare. Della medesima provenienza sono la grandi tele con San Bovo e una curiosa scultura di legno policromo: è una Madonna con Bambino che racchiude in seno il Redentore assiso con la Croce; all'interno delle ante due angeli in adorazione del Cristo (sec. XV). Il salone di rappresentanza custodisce una suggestiva Natività del ‘700; un ritratto del canonico Bottazzi, opera di Tirso Capitini; un ritratto del Marchese Morando, uno di gentiluomo e uno di gentildonna; un grande medaglione con fotografia di G.B.Oddini. Al piano inferiore è stata ricomposta una Tomba Romana a pozzetto per incinerazione (II sec. d.C.) corredata di una lucerna fittile con marchio FORTIS; fu rinvenuta nel 1958 in località Zinzini, non lontano dalla Via "Aemilia Scauri".
Fonti: http://it.wikipedia.org, http://www.pozzoloformigaro.gov.it, http://www.castelliaperti.it, testo di Giancarlo Patrucco su http://www.marchesimonferrato.com, http://www.alexala.it/ita/risorse/castelli-fortezze/scheda/45e1606bf7417eb1e9d185b0e5d0ce5f/castello-di-pozzolo-formigaro.pdf
Foto: da ausiliapedala.blogspot.com
Nessun commento:
Posta un commento