PELAGO (FI) – Castello in frazione Altomena
Ad Altomena si arriva percorrendo da Pontassieve la
statale per Arezzo fino alla frazione di Carbonile; da qui si imbocca la strada
per Paterno, da cui poco dopo si stacca sulla sinistra il viale di accesso alla
villa. Il castello è posto su uno sperone delle alture che degradano verso
l’Arno, tra il fosso di Vitorchioni ed il torrente Vicano, a poco più di 300 m.
di altitudine. Il complesso ha assunto nel corso dell’età moderna i caratteri
di una grande villa-fattoria, con l’assorbimento delle preesistenze medievali
(oggi solo in parte leggibili) del cassero (corrispondente alla torre centrale)
e del cortile del palagio trecentesco. Vi è anche inglobata la chiesa di San
Niccolò che dava il nome ad un popolo della lega di Diacceto e che conserva in
parte le originarie strutture romaniche. E’ molto probabile che essa sia stata
in origine un oratorio "privato" al servizio del castello e che solo
in un secondo tempo (sicuramente dal 1332) abbia assunto la dignità di
"popolo" autonomo. Il toponimo Altomena è attestato per la prima
volta in un atto di vendita di beni fra privati risalente al 1080 (Archivio di
Stato di Firenze, Abbazia di Vallombrosa). I rapporti dei monaci con questa
località sono confermati da altri documenti successivi (1102, 1123, 1171). L’appartenenza
dell’antico castello per tutto il XII secolo ai Conti Guidi è confermata da
alcuni diplomi imperiali tra cui un privilegio di Arrigo VI del 25 maggio 1191.
Allorché però Firenze cominciò ad estendere la propria influenza lungo il corso
dell'Arno (con la conquista dei vicini castelli di Quona nel 1140, e di Monte
di Croce nel 1153) i Guidi furono costretti a ritirarsi verso il Casentino, pur
rimanendo formalmente titolari del potere feudale fino al secondo decennio del
'200. Fu soltanto allora che il distretto castrense di Altomena passò sotto la
piena giurisdizione del Monastero di Vallombrosa, confermata dalla nomina da
parte dell’abate Benigno (1226) di Ruggeri d’Alberto da Quona a visconte e
vicario per i castelli di Magnale, Ristonchi e Altomena e da un contratto di
vendita del 1229 di beni posti in castello et curte de Altomena. Il Repetti ci
informa che anche Altomena fu interessata dalle scorrerie compiute in tutto il
contado dai Ghibellini dopo la battaglia di Montaperti (1260), che in questa
località comportarono probabilmente la distruzione del castello. Altomena
rimase sotto il diretto controllo vallombrosano fintanto che un ricco ed intraprendente
borghese fiorentino, deciso ad investire i guadagni di un'avviata bottega
d'oreficeria, non ne rilevò la proprietà: del 12 maggio 1377 è infatti
l'acquisto da parte di Zanobi di ser Zello di Goso di due poderi con case, più
10 pezzi di terra e una torre colombaia, il tutto situato nel popolo di S.
Niccolò ad Altomena in luogo detto alle Pendesi nei pressi del Castello di
Altomena. E' ipotizzabile che tale atto di acquisto seguisse un altro (di cui
non abbiamo notizia) relativo al castello, e compiuto dal padre-fondatore della
famiglia dei "Serzelli"- forse qualche anno prima. Comunque sia,
circa 50 anni dopo (1427), il figlio di Zanobi, Bernardo denunciò la proprietà
del complesso di Altomena, composto da un "palagio", una casa con
corte (posta però parzialmente fuori dal circuito murario del castello), una
torre, e due case di cui una con una piccola porta da cui si accedeva al
castello. Oltre a ciò Bernardo Serzelli risultava proprietario dei poderi e
delle rispettive case da lavoratore di Seranza, Meleto, Valle Relle, Torre, a
Colla, al Colle, Casa Bruno, Rigorsa, il Formicaio, Piano di Selvoli, alla
Selva, tutti nel popolo di Altomena. I Serzelli mantennero e coltivarono le
terre del luogo per diversi secoli, fino all’estinzione avvenuta nel 1803. Nello
stesso anno, un ramo cadetto della famiglia dei Conti Bardi di Firenze subentrò
ai Serzelli e ne assunse il cognome, divenendo Bardi Serzelli. I Conti Bardi
Serzelli abitarono Altomena sino alla metà del XX sec. e furono loro a dare
alla complessa e articolata pianta della villa l’assetto che tuttora la
caratterizza. Il complesso di Altomena – oggi residenza di campagna, circondata
dai poderi che ad essa facevano capo - si presenta oggi come una struttura
articolata in tre corpi principali: la villa, sviluppata attorno alla torre
(unica testimonianza dell’esistenza dell’antico castrum), la chiesa di San
Niccolò e la fattoria, sorta sulle vestigia del palagio trecentesco. Vi è un
sito ad esso dedicato: www.altomena.it
Fonti: http://www.prolocopelago.it/download/storia_arte_cultura_di_pelago.pdf,
http://wikimapia.org, http://www.my.tuscany.it/cornucopia/ville/valtomen.htm
Foto: da www.mytuscany.it
e da http://wikimapia.org
Nessun commento:
Posta un commento