PETTORANELLO DEL MOLISE (IS) - Castello baronale
Per quanto attiene l’attestazione di un primo
borgo coincidente con l’attuale abitato, possiamo ritenere che si sia generato
almeno intorno all'XI-XII sec., ovvero durante il passaggio dalla dominazione
longobarda a quella normanna. Dai documenti finora conosciuti, in effetti,
sappiamo che prima della anno Mille i territori di Pettoranello erano parte
integrante della contea longobarda di Isernia (il 9 maggio 964 il Principe
Pandolfo Capodiferro nell'assegnare i confini di Isernia ne stabilisce il
limite est con Colle Petroso ossia Castelpetroso). Mentre, successivamente, altri
documenti ne attestano l’esistenza:
- gli atti per la donazione della chiesa di Santa Croce sopra Monte Pesclatura (Pesche) del 1092 (ovvero appena dodici anni dopo il riconoscmento del dominio normanno – trattato di Ceprano), nei quali compare un tale Angerio (nome normanno) che si definisce di Pettorano;
- il catalogo dei Baroni (1150-1168), che attesta l’esistenza del feudo, concesso a Raul de Molisio, con il toponimo di “Pectoranum”;
- la bolla del 29 marzo 1182 di Papa Lucio III: Quoties a nobis petitur, identifica in Castrum Pectorani il secolare limite dei confini delle Diocesi di Isernia e Bojano;
Dal XII sec. fino al 1806 (eversione della
feudalità), il feudo di Pettoranello è passato nella disponibilità di diverse famiglie feudali,
tra cui: De Molisio, Di Barrasio, Di Faenza, D'Alneto, Del Balzo, Scotto,
Capuano, Sanfromondi, Caldora, Pandone, Ciciniello (dal 1443 e per quasi un
secolo), D'Afflitto e Caracciolo. La più importante, per durata e impronta
storica, è stata sicuramente l’ultima: i Caracciolo. Essi acquisirono il feudo
di Pettoranello a seguito del matrimonio, celebrato a Napoli il 14
maggio 1595, fra Camilla d’Afflitto (ultima discendente della famiglia) e
Giovanni Antonio Caracciolo. Venne così trasmesso ai discendenti di Giovanni
Antonio il feudo che Antonio d’Afflitto, nel 1531, aveva comprato da Antonio
Ciciniello per la somma di 2750 ducati. Sotto la signoria dei Caracciolo,
Pettoranello, deve aver goduto di un certo sviluppo. La popolazione, che nel
1505 era computata in 28 fuochi (circa 130 abitanti) e nel 1595 in 72
fuochi (circa 330 abitanti), nel 1804 era di circa 1300 persone. Il feudo
fu elevato al rango di baronia e, successivamente, di principato (1731). Don
Eustachio Caracciolo (primo principe di Pettoranello) ne ampliò il territorio
con l’acquisto, nel 1745, del confinante feudo Riporci (Erivorzam), mentre il
figlio Don Vincenzo (ultimo tenutario) si impegnò nella costruzione della
attuale chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo. Il palazzo dovrebbe risalire al
XI-XII sec. ed è situato sulla parte alta del colle, da dove, con la sua
facciata, domina l’unica piazza del paese. E' di forma quadrangolare ed è
disposto su due piani. Attraverso il portale d'ingresso con arco a tutto
sesto, che si apre centralmente sulla facciata principale, si accede ad un
patio interno di forma quadrangolare. Da qui una bella e imponente scalinata
conduce al piano nobile. Attualmente l'edificio è adibito ad abitazione
privata, suddiviso in più appartamenti di privati cittadini e si presenta in
modo assai diverso dalla antica fortezza che fu. Con il passare dei secoli è
stato sottoposto a vari interventi, talvolta vere e proprie ricostruzioni a
seguito di devastanti eventi sismici, come il terremoto di Sant'Anna (26
luglio 1805). Probabilmente uno dei pochi elementi del passato, che non è
andato distrutto, è la graziosa loggetta con archi che si può ammirare alla destra
del cortile. Un altro elemento da cui dedurre un’idea della struttura primaria
è la grande torre con andamento circolare ancora presente (ru turrone).
Mentre le due piccole torrette, adatte ad una agevole difesa attiva con
schioppi, sono state aggiunte in seguito, presumibilmente nel periodo del
brigantaggio pre-unitario. In origine, inoltre, doveva avere l’accesso
principale sul lato che affaccia su Pettorano Vecchio. Dell’antica cinta
muraria sul lato occidentale sopravvive solo una torre che si appoggia alla
scarpa rettilinea secondo il sistema banalmente detto a fetta di salame che
ritroviamo anche a Roccapipirozzi e Roccamandolfi e che fa sollevare ulteriori
dubbi sulla sua datazione, perché non è ancora del tutto chiaro se quei tipi di
sistemi difensivi siano angioni, come molti pensano, o normanni come mi viene
da ritenere. Sul lato orientale è probabile che non vi fossero altre torri
perché la situazione naturale, in forte declivo, della roccia su cui terminava
la murazione rendeva inutile la loro presenza.
Fonti: http://www.comune.pettoranellodelmolise.is.it/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idservizio/20031,
http://www.francovalente.it/2007/09/14/pettoranello-del-molise/
Foto: da http://www.fotoeweb.it/molise/Pettoranello_del_Molise/Pettoranello%20Castello.jpg
e da http://iserniaprovincia.altervista.org/Comuni/Pettoranello/pettoranello.php
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