RONCADE (TV) - Castello (o Villa Giustinian, Ciani Bassetti)
Il maniero fu donato nel 900 da Ottone II ai Conti di
Collalto. Successivamente venne distrutto per mano di Cangrande della Scala. Fu
Girolamo Giustinian, patrizio veneto, ad attuarne nel XVI secolo la
ricostruzione, sulla traccia del precedente edificio. Quella attuale è una
struttura assai caratteristica in quanto è delimitata da una cinta di mura
turrite, richiamo ai fortilizi medievali. I terreni su cui oggi insiste il
palazzo erano sin dal Quattrocento dei Badoer, proprietari anche di cinque
mulini nella vicina Musestre. Il 1º giugno 1495 Girolamo Badoer fece
testamento, lasciando l'intero patrimonio alla figlia Agnesina. Quest'ultima
aveva sposato in prime nozze Benedetto Badoer e poi, rimasta vedova, Girolamo Giustinian,
al quale diede sette figli. Nella storia della Serenissima Repubblica di
Venezia la famiglia Giustinian ha lasciato una chiara traccia. Ricordiamo i
Dogi Stefano e Marco Antonio, il Beato Nicolò Monaco e la Beata Eufemia oltre
che San Lorenzo, primo patriarca di Venezia. Dopo aver eseguito quanto previsto
dal testamento del padre (tra cui la costruzione di una casa canonica per il
parroco di Roncade) e aver predisposto per i figli, Agnesina e il marito
intrapresero la costruzione di una casa di villeggiatura che risulta già
avviata in una "condizione" del 1514. Nel 1522 i lavori dovevano
essere già a buon punto dato che il complesso poteva già ospitare Leonardo
Giustinian, Ottaviano Bon e Agostino Foscari; nel 1529, invece, vi
soggiornarono Giovanni Corner e il cardinale Francesco Pisani. Due anni dopo la
morte del marito, avvenuta nel 1532, Agnesina stilò un nuovo testamento nel quale
dichiarò di possedere a Roncade una villa con corte, alloggi, orti e giardini.
Nel 1536 l'edificio è per la prima volta raffigurato in una mappa: presenta un
aspetto molto simile a quello attuale, già circondata da una cinta di mura
merlate con possenti torri agli angoli. Nel 1881, alla morte di Sebastiano
Giustinian, la villa passò alla sorella Maria; spirata anche l'ultima proprietaria,
nel 1915 venne acquistata dai Ciani Bassetti cui appartiene tutt'ora. Fu il
Barone Tito Ciani Bassetti nel 1930, a riconoscere nell'antico castello il
luogo in cui avrebbe preso vita il suo sogno. Il restauro della costruzione permise
di ritrovarne l'originaria bellezza, e avviarvi un'attività vitivinicola per la
quale il terreno sembrava essere nato. Durante la seconda guerra mondiale il
complesso fu occupato da un comando tedesco e subì alcuni bombardamenti aerei
che danneggiarono particolarmente i torrioni e il muro di cinta verso il brolo.
Al termine del conflitto fu prontamente restaurato dai proprietari. La
proprietà ha forma rettangolare ed è delimitata, appunto, dalla cinta muraria,
circondata a sua volta da un fossato. All'interno sorge la casa padronale con
due lunghe barchesse separate ai lati; all'estremità di quella settentrionale
si colloca il piccolo oratorio privato. L'accesso si apre sul lato occidentale
delle mura, quello adiacente alla strada, ed è sottolineato da due torrette
cilindriche. Il fronte principale della casa padronale, a due livelli più
sottotetto, si caratterizza al centro per una doppia loggia in aggetto, con
arcate a tutto sesto e colonne in pietra d'Istria, il tutto coronato da un
frontone triangolare ornato da affreschi. Le ali laterali presentano, disposte
lungo due assi, finestre ad arco a tutto sesto che diventano piccole aperture
rettangolari nel sottotetto. Il tutto è concluso dalla copertura a padiglione. Le
pareti nord e sud erano pure affrescate con finte architetture, medaglioni e
figure, ma dei dipinti restano poche tracce. Il fronte posteriore, verso est,
presenta una scalinata monumentale che, un tempo, conduceva a un pronao; i
resti di quest'ultimo sussistono accatastati sul retro del palazzo. Gli interni
di entrambi i livelli hanno la medesima organizzazione, con salone passante al
centro e ambienti minori ai lati. Si caratterizzano per i pregevoli soffitti in
legno, con travatura squadrata e cassettoni costituiti da catinelle dipinte con
foglie e girali. Lungo le pareti, subito sotto le travi, si snoda una fascia
monocroma con putti e medaglioni con effigi di imperatori romani. I due piani
sono messi in comunicazione da una ripida scala in pietra d'Istria, con un solo
ramo e volta a botte. L'oratorio, intitolato a Sant'Anna, conserva al suo
interno i busti di Agnesina e Girolamo Giustinian, fondatori della villa. Oltre
30 statue di Schiavoni sono disseminate all'interno del parco della Villa. Una
leggenda vuole che la loro origine sia da attribuirsi ad una vicenda di
passione, tradimenti e magia legata al passato. Si narra che un tempo il conte
Giustinian assoldò gli Schiavoni per custodire la virtù della moglie durante la
sua assenza. Al suo ritorno, di fronte alla scoperta del tradimento, avvenuto
proprio per opera loro, accecato dall'ira e dal dolore, chiese ad un mago di
trasformarli in statue. Se la veridicità della vicenda può suscitare qualche
perplessità, è invece indubbio l'effetto ancora più suggestivo che le statue
conferiscono all'ambiente. Altri link per approfondire sul castello: http://www.trevisoinfo.it/castello-roncade.htm,
https://www.youtube.com/watch?v=f6QvBn3ogRg (video di Hotel Promotions)
Fonti: http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Roncade, http://www.castellodironcade.it/castello-di-roncade/la-nostra-storia.php
Foto: da http://www.castellodironcade.it/ e da https://www.facebook.com/castellodironcade/photos/a.10150898658960340.448534.112204045339/10152871152745340/?type=1&theater
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